Quello che leggete più avanti è l’Executive Summary che emerge dalla lettura delle 70 slides del mio ultimo report di analisi intermarket mensile per il 2024. Il report è accompagnato da una video-analisi di tutti i grafici della durata di 58 minuti.
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Executive Summary
Dicembre si presenta come un mese di contrasti per i mercati finanziari, segnato da un mix di euforia post-elettorale e crescenti preoccupazioni geopolitiche. L’elezione di Trump ha indubbiamente scosso gli equilibri, innescando un’ondata di ottimismo negli investitori americani e spingendo gli indici azionari USA a toccare nuovi massimi storici. Il Dow Jones Industrial Average (DJIA) e il Dow Jones Transportation Average (DJT) hanno entrambi registrato performance straordinarie, alimentando un clima di euforia che si riflette anche nell’indice Fear & Greed, il quale evidenzia una forte propensione al rischio da parte degli investitori.
Tuttavia, al di là dell’entusiasmo per la nuova amministrazione americana, si profilano all’orizzonte diverse ombre che offuscano le prospettive economiche a breve termine. La debolezza del Baltic Dry Index (BDI), un indicatore del commercio marittimo globale, suggerisce che l’euforia del mercato potrebbe non essere supportata da una solida ripresa economica. Inoltre, il rafforzamento del dollaro USA, innescato proprio dall’elezione di Trump, sta mettendo sotto pressione le valute e i mercati emergenti, creando un contesto di volatilità e incertezza a livello globale.
A complicare ulteriormente il quadro si aggiungono le crescenti tensioni geopolitiche. Le guerre in corso, come quella tra Russia e Ucraina e il conflitto tra Israele e Hamas, proiettano un’ombra di instabilità sullo scenario internazionale. A ciò si aggiunge la minaccia di un nuovo fronte di guerra in Siria e il rischio di un’escalation militare a Taiwan, che alimenta le preoccupazioni degli investitori e aumenta la volatilità dei mercati.
Analizzando le performance dei diversi settori, si nota come l’effetto Trump abbia favorito in particolar modo i titoli finanziari, mentre il settore tecnologico ha mostrato segni di debolezza. In Europa, la situazione appare più complessa: mentre i paesi iberici mostrano una certa resilienza, l’intero continente è minacciato dai possibili dazi imposti da Trump e dalla riduzione del supporto USA all’Ucraina. La Germania, in particolare, sta attraversando una fase di profonda crisi economica e sociale, mentre l’Italia continua a soffrire di un’economia stagnante e di una classe media in difficoltà.
Sul fronte delle materie prime, si registra un ritorno in forza dell’uranio, spinto dalla crescente domanda per l’energia nucleare. Al contrario, i metalli industriali mostrano debolezza, mentre le materie prime agricole si riprendono, con flussi speculativi che si concentrano su caffè, zucchero e cacao. Il CRB Index, un indicatore generale dell’andamento delle materie prime, evidenzia una lateralità a lungo termine e una forte volatilità a breve termine, influenzato dalla debolezza del settore energetico.
Infine, i mercati obbligazionari mostrano rendimenti in lieve calo e una curva dei rendimenti in fase di normalizzazione. Tuttavia, lo spread tra i Treasury Note a 10 e 2 anni negli USA segnala un rischio sistemico e la possibilità sempre attuale di una futura recessione negli Stati Uniti.
In conclusione, lo scenario economico e finanziario di dicembre si presenta come un terreno minato, dove l’euforia per l’elezione di Trump si scontra con le crescenti preoccupazioni geopolitiche e i segnali di rallentamento economico in Europa. La volatilità regna sovrana e gli investitori si trovano a dover navigare in un mare di incertezze, cercando di cogliere le opportunità ma allo stesso tempo proteggendosi dai rischi.