Perché recensire un libro scritto da un ex-tossico che parla in modo crudo della sua vita negli anni Settanta e Ottanta tra trip di eroina, siringate di cocaina e furti? Vita che si incrocia con la nascita e le vicende della comunità di recupero di San Patrignano guidata da Muccioli negli anni Ottanta?
Perché il libro è scritto benissimo, apre uno spaccato su un mondo che gran parte di noi non conoscono e perché il tossico che si racconta mi ricorda un trader privato davanti al monitor. Stesse pulsioni, stesso senso di autodistruzione. Lui con l’eroina, il trader con i propri soldi!
Il docufilm di Netflix
Se vi è piaciuto il docufilm di Netflix “Sanpa. Luci e tenebre di San Patrignano” dovete leggere il libro che l’ha ispirato, ovvero “Sanpa. Madre amorosa e crudele” scritto da Fabio Cantelli Anibaldi. Un libro eccezionale, un memoir bruciante e sofferto che ha rivelato anche il talento come scrittore di una persona che è uscita dalla tossicodipendenza per diventare dal 1992 al 1995 capo ufficio stampa di San Patrignano e poi approdare al Gruppo Abele, di cui è oggi vicepresidente.
Perché leggere questo libro
Non è un libro facile da leggere, in qualche passaggio è molto crudo (vedi la descrizione di come iniettarsi droga in vena), è un poco prolisso nelle divagazioni filosofiche dell’autore, peraltro molto colto. Ma è un libro che va letto per tre motivi.
Il primo, per scoprire la vita dentro una comunità di recupero partita quarant’anni fa in un campo fangoso con qualche baracca e diventata oggi una gigantesca realtà diversificata e conosciuta in tutto il mondo.
Secondo motivo, il libro è pieno zeppo di godibilissimi riferimenti filosofici, perché anche un tossico all’ultimo stadio ha un’anima e un senso estetico per il mondo che lo circonda e ne sa scrivere molto bene.
Terzo motivo, perché le pulsioni raccontate dall’autore: astinenza, voglia di farsi a tutti i costi, mancanza di coscienza del rischio che si corre, incapacità di stare lontano dai luoghi della droga dove incontra il pusher di turno, il cercare di nascondere le proprie debolezze e le azioni fallimentari agli altri mi hanno ricordato le stesse pulsioni che ho vissuto da trader dilettante.
Pulsioni che ancora saltano fuori ogni tanto, ma che riesco a domare grazie all’esperienza accumulata davanti ai monitor in quindici anni da trader e analista professionista. E se cercate intorno a voi un “pusher finanziario”, ne trovate a decine tra broker online e piattaforme di trading che vi lusingano con la promessa di commissioni “zero” e tanti prodotti da provare per diventare velocemente ricchi e non perdere l’attimo.
Ad esempio questa frase: “Il tossicomane ama le droghe perché placano momentaneamente il male delle emozioni, sedano l’inquietudine che caratterizza il suo incontro col mondo.” A me ha fatto venire in mente il sollievo che si prova a entrare a mercato quando il prezzo sale rapidamente e si ha la sensazione di essere l’unica persona stupida che è rimasta fuori e non guadagna e ci si sente spinti a premere il tasto buy a tutti i costi. A voi no?
Sono pulsioni che portano l’investitore a fare errori clamorosi, soprattutto se si è inesperti e soli, magari nelle fasi finali di un bull market (come quello attuale) e a subire perdite anche colossali che distruggono il portafoglio e l’autostima.
Pulsioni e comportamenti che ogni anno mandano in rovina tanti investitori e trader privati, come dimostrano le statistiche impietose, da nascondere poi sia alla famiglia sia agli amici e ai colleghi di lavoro. I quali invece (a parole) sembrano vincere sempre sui mercati.
Leggendo questo libro ritroverete, ben raccontate le stesse dinamiche che portano l’autore alla ricerca dello sballo e l’investitore a ricercare l’adrenalina in Borsa. E che solo l’esperienza, l’autocontrollo, una volontà di ferro, o l’aiuto di qualcuno altro (scuola di trading, affiancamento a un professionista) possono farci imparare a controllare.
Quello che io chiamo “mani in tasca” (e lontano dalla tastiera) sebbene la voglia di buttarmi a mercato qualche volta sia estremamente forte.
Due parole su Sanpa
Chiunque vada in vacanza sulle spiagge romagnole dovrebbe almeno una volta nella vita prendere l’auto e andare a Coriano dove c’è la comunità di San Patrignano. Leggendo sul loro sito, dal 1978 a oggi San Patrignano ha accolto oltre 26.000 persone, offrendo loro una casa, l’assistenza sanitaria e legale, la possibilità di studiare, di imparare un lavoro, di cambiare vita e di rientrare a pieno titolo nella società. la particolarità è che i fondi necessari al mantenimento dei ragazzi e delle strutture derivano, in parte, dalle attività e dai beni e servizi prodotti secondo il principio dell’autogestione. Sono infatti oltre 50 le attività di formazione proposte nei 40 settori presenti, tra allevamento di bestiame, di cani e di cavalli di razza; attività casearie, di panificazione, di ristorazione, di produzione di vino; ma anche arti grafiche, falegnameria, coltivazione di fiori, piante, frutta e verdura, fabbri e meccanici, e così via.
Arrivando a San Patrignano trovate lo “Spaccio” dove acquistare tutta la produzione eno-gastronomica di altissimo livello qualitativo, tessuti, vestiti, piccoli mobili (acquistabile anche online). Ma c’è anche un’ottima pizzeria, SP.accio, e il meraviglioso ristorante Vite che non ha nulla da invidiare a un stellato.
Leggere il libro
Per chi è abbonato Kindle Unlimited il libro è compreso in abbonamento. Qui potete vedere l’estratto e comprarlo su Amazon sia in cartaceo sia in digitale.