Torna il nucleare in Italia? Come da promesse elettorali, il governo punta a rilanciare sul tema del nucleare riportando le centrali in Italia, bandite dopo il referendum del 1987.

Un report di EY di febbraio 2025 analizza il potenziale ritorno dell’energia nucleare nel nostro Paese, esplorando il contesto normativo italiano ed europeo, con un focus sul disegno di legge per l’energia nucleare sostenibile. Il rapporto inoltre valuta le opportunità di sviluppo degli Small Modular Reactors (SMR) e le collaborazioni industriali per promuovere l’innovazione nel settore: benefici economici e strategici, creazione di posti di lavoro, riduzione della dipendenza dalle importazioni di energia. Il rapporto evidenzia come l’Italia possa integrare l’energia nucleare per raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050. La strategia punta a un reintegro dell’energia nucleare nel mix energetico entro il 2027 e a coprire tra l’11% e il 22% della domanda elettrica nazionale entro il 2050.

La reintroduzione dell’energia nucleare in Italia, secondo EY, presenta diverse implicazioni economiche e strategiche significative.

Aumento dell’indotto economico. Si prevede una revisione al rialzo dell’indotto generato, che si attesterà a circa 50 miliardi di euro per l’Italia. Lo sviluppo del nuovo nucleare in Europa e in Italia potrebbe attivare un mercato complessivo di circa 46 miliardi di euro per la filiera industriale italiana, con un valore aggiunto di 14,8 miliardi di euro per la filiera diretta in Italia.

Creazione di posti di lavoro. Lo sviluppo del nuovo nucleare entro il 2050 potrebbe creare circa 39.000 posti di lavoro diretti per la filiera e oltre 78.000 nuovi posti di lavoro indiretti e indotti, per un totale di circa 117.000 nuovi posti di lavoro.

Riduzione della dipendenza energetica e dei costi. L’integrazione del nucleare nel mix energetico nazionale potrebbe portare a un risparmio annuale stimato di circa 8-10 miliardi di euro sulle importazioni di energia. L’obiettivo è ridurre la dipendenza dalle fonti estere e garantire una transizione energetica sostenibile.

Sviluppo di competenze e filiera industriale. Si prevede la creazione di percorsi formativi specifici per tecnici, ingegneri e operatori del settore, con particolare attenzione alla progettazione e costruzione di impianti, alla gestione operativa dei reattori e allo smaltimento sicuro dei rifiuti radioattivi. Un programma di sviluppo del nuovo nucleare in Italia potrebbe abilitare un ulteriore mercato potenziale di circa 25 miliardi di euro entro il 2050, permettendo alla filiera italiana di specializzarsi nella supply chain del nuovo nucleare.

Ruolo chiave nello sviluppo tecnologico. L’Italia si pone come attore chiave nella cooperazione internazionale e nello sviluppo delle tecnologie nucleari avanzate, con numerosi progetti e partnership industriali. La partecipazione attiva dell’industria italiana nello sviluppo di soluzioni nucleari avanzate posizionerà il paese come un protagonista nella transizione verso un sistema energetico più sicuro ed ecologicamente responsabile, creando una filiera industriale competitiva a livello europeo e garantendo un futuro energetico più stabile e sostenibile.

Contributo agli obiettivi di decarbonizzazione. Il nucleare è visto come una potenziale soluzione strategica per garantire una produzione energetica stabile, sostenibile e a basse emissioni di carbonio. L’Italia ha intrapreso un percorso legislativo per riconsiderare il nucleare come una risorsa strategica per il suo mix energetico, in particolare per rispondere agli obiettivi di decarbonizzazione fissati a livello europeo.

Utilizzo di tecnologie avanzate. La scelta tecnologica ricadrà sull’introduzione degli Small Modular Reactor (SMRs), agevolando costi competitivi, garantendo sicurezza e supportando la generazione distribuita. La strategia dell’Italia per reintegrare l’energia nucleare nel mix energetico si focalizza sugli Small Modular Reactors (SMR), reattori avanzati con una capacità massima di 300 MWe per unità.

Paola Testa, EY Europe West Energy & Resources Consulting Leader, commenta: “Il disegno di legge approvato dal Consiglio dei ministri il 28 febbraio 2025 rappresenta un passo significativo verso la sostenibilità energetica. L’energia nucleare, se gestita in modo sicuro e responsabile, può contribuire alla riduzione delle emissioni di carbonio e garantire una fonte energetica stabile che possa affiancare le rinnovabili e mantenere stabile la baseline produttiva. I futuri decreti legislativi dovranno abilitare anche investimenti e fondi per la creazione di piattaforme di sviluppo tecnologico che si muovano nella realizzazione di alleanze industriali a presidio e protezione della filiera energetica e nucleare italiane ed europea. D’altronde, l’investimento nella ricerca e nello sviluppo di tecnologie avanzate, come la fusione nucleare realizzabile in un futuro non troppo lontano, potrebbe portare a innovazioni cruciali per il futuro energetico del Paese”.

Torna quindi il nucleare in Italia? La Newco destinata a guidare la ripresa del nucleare italiano e focalizzata sullo sviluppo degli Small Modular Reactor (SMR) è costituita da: Enel (con il 51% delle quote), Ansaldo Energia (con il 39% delle quote) e Leonardo (con il 10% delle quote).

La Newco opererà sotto la regia del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) e in coordinamento con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e il Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Oltre allo sviluppo degli SMR, si occuperà anche della ricerca sugli Advanced Modular Reactors (AMR), considerati la futura evoluzione del nucleare di quarta generazione.