Il mercato azionario americano non accenna a rallentare la corsa, mentre gli acquisti di oro e argento raggiungono numeri da record. Chi è che mente? L’asset class risk-on o l’asset class risk-off?
Per capirlo vi proponiamo questa lunga analisi di Ofi Invest AM, 5° asset manager di Francia, sul comparto azionario di Stati Uniti, Unione Europea e Cina. L’analisi evidenzia che l’azionario Usa è tornato a crescere anche nel mese di settembre, anche grazie al soft landing che ormai sembra essere avvenuto. Tuttavia, il manifatturiero che ancora non decolla e l’entusiasmo sull’AI che sembra essere calato, fanno pensare che presto vedremo un ritorno alla volatilità e ciò potrebbe deludere chi si aspetta un rally del S&P 500 prima del 2025.
Per quanto riguarda l’Ue, le azioni sono ancora gravate da un’economia che non decolla e, soprattutto, dalle difficoltà del comparto auto. In generale, i mercati occidentali non sembrano essere sopravvalutati, ma difficilmente resisteranno a un brusca revisione al ribasso.
Infine, per i mercati asiatici, gli stimoli recentemente approvati hanno innescato un rally delle azioni cinesi, anche se servirà una prosecuzione della politica affinché questo duri. Sotto la foto dell’autore trovate la sua analisi completa.
Settembre è stato un mese di guadagni per il comparto azionario, ma in pochi ci hanno dato peso, in quanto il taglio dei tassi operato dalla Federal Reserve ha avuto un ruolo chiave nel determinare queste performance. Tuttavia, attribuire il successo delle azioni solamente alla Fed sarebbe una semplificazione eccessiva della realtà. Infatti, noi di Ofi Invest AM riteniamo che un altro fattore essenziale è stato il “soft landing” dell’economia statunitense, che è stato un autentico successo; basta pensare che appena un anno fa questo scenario non era affatto scontato e i mercati continuavano a scontare una ripresa guidata principalmente da una serie di tagli dei tassi d’interesse. Oggi, invece, osserviamo come le imprese siano riuscite a mantenere solidi i loro margini nonostante gli inferiori volumi generati, il tutto con la speranza che la situazione si possa risollevare definitivamente nel 2025.
In ogni caso, anche il fatto che i volumi non si siano ancora ripresi non stupisce, visto che i numeri non dovrebbero aumentare prima della fine dell’anno, ma la vera domanda ora è se, con il taglio dei tassi, i player economici inizieranno ad adottare linee di comportamento diverse rispetto al passato.
Per quanto riguarda gli Stati Uniti, la spesa in investimenti sarà ancora strettamente legata al costo dell’indebitamento. Il mercato immobiliare sta dando una chiara dimostrazione di ciò, dato che ci sono sviluppatori quali Pulte Group e Lennar, che sono tornati a interessarsi di alcuni loro progetti residenziali, ma senza che questo portasse a degli acquisti. Posizioni simili sono state prese anche da Home Depot e Lowe’s. Inoltre, l’ultimo avvertimento sui profitti di Fedex suggerisce che questo riguarda anche gli investimenti aziendali, dato che anche che gli Usa non dovrebbero vedere un miglioramento del settore manifatturiero prima del 2025. Tutto ciò sembra mettere in dubbio le previsioni di consenso sulla crescita degli utili del secondo semestre dell’S&P 500, che presuppongono una forte accelerazione del contributo dei settori “tradizionali” agli utili delle società dell’indice nella seconda metà del 2024. Queste aspettative sono sostenute soprattutto dal fatto che la crescita dei proventi generati dall’intelligenza artificiale (AI) ha già iniziato a contrarsi dalla fine di giugno. Anche l’entusiasmo verso il settore sembra essersi raffreddato, dato che, dopo un 2024 in cui gli investimenti in AI sono cresciuti al ritmo di 300 miliardi di dollari l’anno, nel 2025 chi ha messo questi soldi si aspetterebbe di ricevere un compenso. Ecco perché la prossima stagione degli utili potrebbe non essere semplice e segnare un ritorno alla volatilità.
L’Europa, invece, è ancora impantanata in un’economia che non decolla, nello stallo politico e in qualcosa che sta colpendo duramente i suoi fiori all’occhiello a livello industriale, ovvero un settore dell’auto che ha subito un altro durissimo colpo dai resoconti sui profitti pubblicati da BMW, Mercedes-Benz e Stellantis.
Venendo all’Asia, gli stimoli economici da parte di Pechino hanno portato il mercato cinese a risollevarsi del 25% nella seconda metà di settembre, nella speranza che a questi sarebbero seguite altre misure di supporto monetarie e fiscali. Una politica orientata a stimolare la crescita a breve termine rappresenta un grande cambiamento di paradigma in un paese tradizionalmente incline a elaborare politiche economiche a lungo termine e il robusto rally delle azioni cinesi è stato anche giustificato dal fatto che gli investitori sono fuggiti in massa da quei mercati negli ultimi trimestri. La stagione degli utili del terzo trimestre inizierà presto, ma presteremo particolare attenzione alle indicazioni delle aziende sulle prospettive di business per il 2025. I mercati statunitense ed europeo, che vengono scambiati rispettivamente a 24 e 14 volte gli utili previsti per il 2024, non sembrano sopravvalutati, ma non reggerebbero a una revisione significativa delle previsioni sugli utili. In questo contesto, manteniamo la nostra posizione neutrale sulle azioni, pur mantenendo la porta aperta a un approccio più costruttivo in caso di consolidamento nel corso del trimestre.