Sette Magnifici rossocrociati. Dagli Stati Uniti alla Confederazione. I Magnifici 7 non sono solo “made in Usa”. Infatti, a Decalia, hanno analizzato il mercato svizzero e trovato gli omologhi rossocrociati. Ce ne parla Damien Weyermann, Senior Equity Fund Manager dell’asset manager elvetico.

Il mercato statunitense avrà pure i suoi magnifici sette titoli, ma da questa parte dell’oceano abbiamo i nostri magnifici svizzeri, che poco hanno da invidiare ai primi nel lungo periodo. In effetti, mettendo per un attimo da parte i nostri Mighty Federer, Speedy Odi o Super Lara, anche il mercato azionario svizzero si è costantemente distinto nel corso degli anni, ospitando molti leader globali high-quality growth. Per questo motivo, nonostante negli ultimi trimestri siano state trascurate da parte da molti investitori, non crediamo che le azioni svizzere abbiano perso il loro fascino. Riteniamo piuttosto che i venti contrari siano transitori e che il miglioramento dell’ampiezza del mercato possa contribuire a ridare lustro al passato.

Dal punto di vista strutturale, riteniamo che tutti gli investitori, nazionali o esteri, dovrebbero sempre possedere almeno una parte di azioni svizzere. Non solo perché gli indici svizzeri sono tra gli asset azionari più performanti nel lungo periodo, ma anche e soprattutto per i comprovati vantaggi in termini di diversificazione di alta qualità offerti dal mercato, combinando gli attraenti leader difensivi large-cap e le più agili small e mid-cap in rapida crescita. La stabilità del contesto politico ed economico nazionale, sostenuta da una crescita solida, da un basso debito, da un’inflazione contenuta, da dati demografici sani e da una valuta strutturalmente forte, costituisce un invidiabile “porto sicuro“.

Spesso soprannominata la nuova “Silicon Valley”, la Svizzera, con il suo DNA imprenditoriale e il suo polo di innovazione, offre una luogo favorevole alle imprese, spesso a conduzione familiare, che attraggono una forza lavoro flessibile e altamente qualificata. Infine, considerando la natura orientata all’esportazione della sua industria, con oltre il 90% dei ricavi delle società quotate realizzati all’estero, il mercato azionario svizzero offre agli investitori un asset diversificato davvero globale .

Inutile dire che molte società svizzere finiscono per qualificarsi come leader di settori di nicchia innovativi a livello globale, con brand value consolidati che vantano una maggiore produttività, un migliore potere di determinazione dei prezzi e bilanci solidi, il tutto a sostegno di una crescita superiore degli utili, di un elevato rendimento del capitale e di una generazione di cassa superiore alla media.

Dal punto di vista tattico, esistono attualmente diverse ragioni a favore di un aumento o di un nuovo inserimento in portafoglio di azioni svizzere, soprattutto a piccola e media capitalizzazione. In effetti, la sottoperformance degli ultimi anni si spiega in gran parte con una ripartizione settoriale sfavorevole (ad esempio, la mancanza di titoli tecnologici e direttamente legati all’IA), un’impennata dei rendimenti obbligazionari che ha danneggiato in modo sproporzionato i titoli di alta qualità con valutazioni elevate e un franco svizzero più forte, tutti fattori che ora ci aspettiamo si invertano con l’allargamento dell’ampiezza del mercato globale, il graduale calo dei tassi di interesse e l’ulteriore indebolimento a breve termine della valuta nazionale dopo il recente taglio a sorpresa operato dalla BNS.

Inoltre, grazie alla solidità dei fondamentali, sia la migliore visibilità del mercato che le migliori prospettive degli utili a breve termine indicano una valutazione relativa insostenibilmente bassa rispetto agli Stati Uniti e all’Europa. Senza contare che la Svizzera è uno dei pochissimi mercati azionari sviluppati a offrire ancora un interessante premio di rendimento dei dividendi rispetto ai rendimenti delle obbligazioni corporate nazionali e dei titoli di Stato decennali, il che dovrebbe ancora una volta sostenere flussi positivi. Infine, a fronte delle rinnovate incertezze geopolitiche, sia sul fronte militare che su quello elettorale, ci aspettiamo che il mercato azionario svizzero si distingua come un’oasi di stabilità per gli investitori stranieri.

Considerando le sue peculiarità strutturali, in termini di concentrazione azionaria e settoriale, e la predominanza di componenti di alta qualità, il mercato azionario svizzero rimane un paradiso unico per gli stock picker, sottolineando l’importanza di un approccio diversificato basato sulle convinzioni e di gestione attiva del portafoglio. Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, riteniamo che le strategie flessibili all-cap, che abbracciano sia le attraenti mega-cap difensive, sia le piccole e medie capitalizzazioni cicliche in rapida crescita, siano fondamentali per sbloccare il vero potenziale del mercato svizzero e partecipare pienamente alla sua sovraperformance a lungo termine. Pertanto, nonostante i recenti rendimenti relativi contrastanti, l’attrattiva strutturale delle azioni svizzere è chiaramente intatta e riteniamo che sia giunto il momento per gli investitori di cominciare a riconsiderare i nostri Magnifici Svizzeri.