Il sito di Bloomberg ha pubblicato di recente una lunga e dettagliata analisi sul poker online e su come le partite siano ormai dominati da bot AI eccezionalmente bravi a farsi passare per umani e a spolpare sia i polli (vale il detto: “quando a un tavolo da poker non capisci chi è il pollo, allora il pollo sei tu”) sia i campioni. E dietro il robot ci potrebbe essere la criminalità organizzata.
Il gioco online è uno dei temi dei megatrend che abbiamo trattato nel nostro libro “Investire nei megatrend del futuro” ed è una industria multi-miliardaria globale. Anche l’AI è uno dei temi dei megatrend e la connessione tra uno e l’altro porta sia vantaggi sia svantaggi ai giocatori. Soprattutto se parliamo di gioco d’azzardo o partite dove c’è un montepremi da conquistare. Ed è qui che a qualcuno può venire in mente di usare un aiuto “artificiale” per vincere.
Fidatevi, potete essere (o credervi) il giocatore migliore al mondo ma non vi servirà a nulla contro la macchina, come spiega l’articolo che potete leggere in originale a questo link.
Siccome molti di noi giocano online (non solo poker ma anche videogames, scacchi, ecc.) e ormai la AI è difficilmente riconoscibile anche dialogando via chat con l’avversario ho pensato di mettervi in allegato questo articolo tradotto in italiano che vi consiglio di leggere.
Qui ve lo riassumo perché è molto lungo.
Nel mondo del poker online, la posta in gioco è sempre alta. Ma per un gruppo di studenti di matematica di Omsk, in Siberia, la posta in gioco è diventata astronomica quando hanno fondato la Bot Farm Corporation, o BF Corp. Questo collettivo, nato dall’entusiasmo per il boom del poker digitale dei primi anni 2000, ha rapidamente superato la concorrenza umana, sfruttando la potenza dell’intelligenza artificiale per creare bot di poker imbattibili.
La storia della BF Corp. è una storia di ambizione, innovazione e le conseguenze impreviste della tecnologia dirompente. È una storia che inizia con un gruppo di studenti che si allenano con pezzi di pasta secca come fiches, sognando di fare fortuna nel fiorente mondo del poker online. Con l’aiuto di professori universitari e investitori esterni, tra cui un magnate immobiliare locale, hanno affinato le loro capacità e sviluppato un software che avrebbe rivoluzionato il gioco.
Il loro primo grande successo è arrivato nel 2013, quando il loro bot, Neo, ha vinto una competizione di Limit Texas Hold ‘em contro alcuni dei migliori bot del mondo sviluppati da università prestigiose come la Carnegie Mellon e l’Università di Alberta. Questa vittoria ha attirato l’attenzione di David Fairlamb, un ex dirigente di casinò che ha visto il potenziale commerciale della loro tecnologia. Insieme, hanno cercato di lanciare un software di allenamento al poker, ma il progetto non è mai decollato.
Mentre la BF Corp. continuava a perfezionare i suoi bot, il mondo del poker online stava prendendo atto della minaccia rappresentata dall’IA. I siti di poker, consapevoli del fatto che i bot potessero rovinare l’ecosistema del gioco, hanno iniziato a implementare misure di sicurezza per rilevarli e bandirli. In risposta, la BF Corp. ha iniziato a esternalizzare la gestione degli account dei bot a partner come Vyacheslav Karpov, la nemesi di un giocatore professionista di nome Feruell che sospettava di essere stato battuto da un bot nel 2013.
Tuttavia, gestire una rete di partner si è rivelato complicato, e la BF Corp. ha infine optato per un modello di business più semplice: vendere il suo software direttamente ai clienti. Questa decisione ha portato a un’esplosione di bot sul mercato, facilitando l’accesso all’IA del poker per chiunque, dai giocatori occasionali ai professionisti esperti.
L’ironia è che, mentre la BF Corp. si arricchiva vendendo i suoi bot, stava anche contribuendo a minare l’integrità del gioco che amava. La proliferazione dei bot ha portato a un calo del traffico sui siti di poker, poiché i giocatori occasionali si sono stancati di perdere contro avversari potenziati dall’IA.
Di fronte a questa realtà, i fondatori della BF Corp. hanno avuto un’epifania. Si sono resi conto che la loro tecnologia, invece di essere usata per imbrogliare, poteva essere sfruttata per migliorare il gioco. Hanno immaginato una piattaforma che avrebbe abbinato i giocatori in base alle loro abilità, creando un ambiente di gioco più equo e divertente per tutti.
Resta da vedere se questo nuovo modello di business avrà successo. I fondatori della BF Corp. hanno dimostrato di essere innovatori e adattabili, ma rimangono molte domande. Riusciranno a convincere la comunità del poker, che li ha a lungo considerati dei paria, che hanno davvero a cuore gli interessi del gioco? E, soprattutto, riusciranno a creare un ecosistema di poker online sostenibile in un mondo sempre più dominato dall’IA?
Solo il tempo lo dirà. Ma una cosa è certa: la storia della Bot Farm Corporation è tutt’altro che finita. Potrebbe essere solo all’inizio di un nuovo capitolo, uno in cui i “cattivi russi” diventano gli improbabili salvatori del poker