Introduzione

Come sanno già i nostri più affezionati lettori (e lettrici), il tema che andiamo a trattare nell’articolo è stato la colonna portante del nostro ultimo libro “Investire nei megatrend del futuro” e lo abbiamo anche trattato in alcuni articoli di questo sito. Tutto nasce il 25 settembre 2015 quando le Nazioni Unite proposero ai 193 Paesi membri di adottare il piano intergovernativo Agenda 2030, contenente 17 obiettivi globali di sviluppo sostenibile (SDG) da raggiungere entro il 2030.

Secondo l’ONU era necessario armonizzare tre elementi: la crescita economica, l’inclusione sociale, la tutela dell’ambiente. Gli SDG furono declinati in dettaglio e riassunti nella tabella che vedete qui sotto.

Gli obbiettivi globali di Agenda 2030 – Fonte: https://unric.org/it/agenda-2030/

L’analisi di La Française AM

Oggi approfondiamo il tema SDG con questo intervento di Marie Lassegnore, CFA, Head of Sustainable Investments, La Française AM.

Gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG), che comprendono aree come l’eliminazione della povertà, il cambiamento climatico, la parità di genere e la crescita economica sostenibile, rappresentano una visione globale condivisa per un futuro più inclusivo, equo e sostenibile. Secondo l’ultimo Rapporto sugli SDG, i progressi sono lenti o addirittura in declino. Infatti, solo il 15% degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile è in linea con il raggiungimento entro il 2030, mentre la maggior parte dei progressi ristagna o addirittura arretra.  La causa principale evidenziata è la mancanza di finanziamenti e di allocazione di capitale privato per gli Obiettivi di sviluppo sostenibile nell’attuale contesto post-Covid e iperinflazionistico.

Marie Lassegnore, CFA, Head of Sustainable Investments – La Française AM 

Per dare una prospettiva, il deficit di finanziamento di 4.000 miliardi di euro all’anno nel 2020 supera ora i 10.000 miliardi di euro.  Ciò è ancora più allarmante se si considera che la scadenza del 2030 si sta avvicinando e che il contesto sta diventando più complesso. Basti pensare all’SDG 3 “Salute e benessere”, rispetto al quale la situazione è peggiorata: il 50% della popolazione mondiale non ha accesso ai servizi sanitari essenziali.  Nel 2019, oltre 380 milioni di persone sono state ulteriormente esposte a povertà estrema a causa della spesa sanitaria.  Il tasso di immunizzazione infantile è un altro dato di fatto. Ha registrato il maggior calo degli ultimi 30 anni, insieme a un aumento della mortalità per tubercolosi e malaria rispetto al periodo pre-Covid. Per compensare, il capitale del settore privato dovrà essere indirizzato verso il finanziamento della salute, contribuendo così anche a un futuro sostenibile.

Il ruolo del settore privato è essenziale nell’individuare gli stakeholder e per garantire e promuovere il benessere e la salute delle persone, soprattutto in considerazione della crescita demografica globale che aggraverà le disuguaglianze socioeconomiche. La popolazione mondiale nel 2050 è stimata a quasi 10 miliardi, il che si traduce, per i Paesi sviluppati, in un budget sanitario pari al 14% del PIL, rispetto all’attuale 6%. Riorientare il capitale privato verso la sanità consentirebbe di colmare il divario di finanziamento e di creare opportunità di investimento. Ad esempio, investire nella R&S sui vaccini, come è stato fatto nel periodo compreso tra il 2015 e il 2022, genererebbe un profitto economico di oltre 1.300 miliardi di euro entro il 2030. Un altro esempio è il settore della teleassistenza, per il quale si prevede un tasso di crescita medio annuo del 20% tra il 2023 e il 2030.

Gli SDG nel panorama degli investimenti

L’integrazione degli SDGs nei processi decisionali di investimento consentirebbe agli investitori di beneficiare delle prospettive di performance generando al tempo stesso risultati positivi sia sul fronte sociale che ambientale. Negli Stati Uniti ad esempio un’azienda biofarmaceutica specializzata nel trattamento di malattie rare ha registrato negli ultimi cinque anni una crescita del fatturato e degli utili rispettivamente del 20% e del 14% annuo. L’azienda oltre ad essere all’avanguardia in materia di nuovi farmaci, fornisce sovvenzioni per la formazione medica e sostiene iniziative di politica pubblica in grado di migliorare l’accesso alle cure sanitarie per un numero sempre maggiore di pazienti. Inoltre mette a disposizione gratuitamente farmaci a pazienti non assicurati che quindi non avrebbero la possibilità di accedere negli Stati Uniti alle cure necessarie.

Un altro esempio è quello di una società leader mondiale nel settore della bioanalisi. Il gruppo gestisce laboratori di diagnostica clinica e offre servizi di controllo qualità per l’ambiente, gli alimenti, i prodotti farmaceutici e i cosmetici. Le prospettive di crescita di questi segmenti sono significative, con una previsione di +8% all’anno nel prossimo decennio e di oltre il 10% all’anno per la biofarmaceutica. L’azienda fornisce, infatti, un’ampia gamma di servizi di analisi in ambito ambientale: come ad esempio una nuova gamma di analisi per identificare il carbonio nei suoli agricoli favorendo così la transizione verso pratiche più sostenibili.

Il settore privato è un partner chiave nel perseguire gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. Facendo leva sui suoi punti di forza in termini di agilità, innovazione e capacità di investimento, il settore privato ha il potenziale per guidare il cambiamento. Attraverso i finanziamenti, le aziende possono allineare le loro strategie e operazioni agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e generare impatti sociali e ambientali positivi, aprendo al contempo nuove strade per una crescita sostenibile.


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