Il settore della cannabis terapeutica rimane sempre molto controverso e con legislazioni in continuo mutamento, tanto che per i titoli del comparto i multipli sono ai minimi pluriennali.
A fare il punto sullo stato dell’arte è il contributo esclusivo, che ospitiamo qui sotto, di Tom Bailey, Head of ETF Research di HANetf, società emittente e distributrice del The Medical Cannabis and Wellness UCITS ETF (CBDX).
La legislazione è il punto più complesso quando si affronta il tema di investimenti in cannabis terapeutica; per fare un esempio, intorno al 2018-2019, la stampa specializzata in risparmio ed investimenti presentava numerosi articoli entusiastici sul boom delle vendite di cannabis terapeutica e su come gli investitori stessero cercando di partecipare alla crescita di questo settore. In quell’occasione gli investitori sono stati spinti ad acquistare Tilray, un’azienda canadese produttrice di cannabis tra le più note. Si è notato che, mentre il mercato medico canadese era l’obiettivo tradizionale di Tilray, quest’ultima si stava muovendo verso il mercato ricreativo, attratta dai possibili guadagni.
Sfortunatamente per gli investitori britannici, poco più di un anno dopo l’autorità di condotta finanziaria del Regno Unito (FCA) ha chiarito la sua posizione nei confronti degli investitori britannici che acquistano azioni di cannabis con esposizione al mercato ricreativo, vietando di fatto a quest’ultimi di detenere tali azioni. Quindi, gli investitori in Tilray si sono trovati, senza nemmeno immaginarlo, tecnicamente in violazione della legge britannica.
Il punto di questo esempio è che l’ambiente normativo nel settore della cannabis è in rapida e continua evoluzione, lo stesso vale per la legalizzazione del prodotto a scopo ricreativo, sicuramente all’ordine del giorno in molti Stati. Per questo motivo è probabile che molte aziende siano tentate di percorrere tale strada.
Una delle sfide principali è quindi quella di garantire che tutte le aziende su cui investe il nostro ETF siano al 100% di cannabis terapeutica e di monitorare costantemente ogni società per assicurarsi che questo rimanga il suo unico obiettivo. Qui la collaborazione con Purpose Investments è fondamentale, in quanto sono dei veri esperti in questo settore e detengono un database completo che monitora le aziende incluse nell’indice di riferimento.
Ovviamente, il grande motore dell’interesse degli investitori per questi titoli è ovviamente la graduale liberalizzazione delle leggi sulla cannabis a livello mondiale. Spesso, la performance dei titoli del settore della cannabis non dipende tanto dai fondamentali dell’azienda e del settore, quanto dalle sfide normative e dall’accesso degli investitori a questo comparto.
Infatti, è importante sottolineare che le aziende del settore continuano a migliorare le loro vendite topline e ottenere successi bottom line; i dati dimostrano che i mercati di cannabis medica e per uso adulto sono entrambi in crescita, ma, in base all’attuale regime normativo, molti investitori non possono accedere agli investimenti nella cannabis.
L’ambiguità sulla legalità degli investimenti in alcune giurisdizioni ha anche portato a una riduzione dell’elenco di broker e depositari che ne danno accesso, portando anche a molte liquidazioni nel settore nel corso dell’ultimo anno, dato che gli unici a fornire liquidità al settore sono gli investitori canadesi al dettaglio e una manciata di family office.
Pertanto, i multipli di valutazione del settore sono ai minimi pluriennali e non riflettono i fondamentali sottostanti e il potenziale di crescita di questa area di investimento. I prezzi bassi sono piuttosto il risultato di quella che ci piace chiamare “ostracizzazione finanziaria del settore”.
Tuttavia, ci aspettiamo che con la riforma della regolamentazione, la crescita offerta sarà ricompensata da multipli di negoziazione più appropriati e che le valutazioni di tutte le società di cannabis aumenteranno.