L’Intelligenza Artificiale fa paura anche a Hollywood. Sceneggiature create da ChatGPT (o simili), attori virtuali disegnati dalla computer grafica sono stati due convitati di pietra nelle trattative che hanno coinvolto i sindacati degli sceneggiatori e degli artisti con gli Studios di Hollywood.
Quirien Lemey, Senior Equity Fund Manager di Decalia AM, condivide le sue riflessioni in questo intervento.
Quando la Writers Guild of America ha finalmente revocato il suo sciopero di 148 giorni alla fine di settembre 2023, ha salutato un’importante vittoria nella battaglia sull’uso dell’IA nell’industria cinematografica e televisiva. I termini dell’accordo firmato con la Alliance of Motion Picture and Television Producers impediscono agli studios di ricorrere all’IA per scrivere o modificare le sceneggiature, nonché di considerare i contenuti generati dall’IA come “materiale sorgente” che gli sceneggiatori possono essere incaricati di adattare. Allo stesso tempo, però, l’accordo consente agli sceneggiatori di utilizzare strumenti come ChatGPT se lo desiderano, mettendo di fatto l’IA sotto il loro controllo e non sotto quello degli studios. Ci si chiede se questo non possa essere un modello per altri settori.
In effetti, nonostante l’attuale frenesia per l’IA a Wall Street, le sue implicazioni nella vita reale possono essere impegnative. Anche lo sciopero degli attori della SAG-AFTRA, che ha fatto eco a quello degli sceneggiatori e che insieme ha bloccato Hollywood l’anno scorso, è stato in gran parte alimentato da problemi con l’IA. Gli attori non protagonisti, in particolare, hanno espresso la preoccupazione che la loro immagine venga manipolata dall’IA per riempire le scene dei film, non richiedendo più la presenza fisica (retribuita). Su una nota leggermente diversa, in una recente intervista con The Hollywood Reporter, il produttore e attore di fama mondiale Tyler Perry ha dichiarato di aver messo da parte i suoi piani di espansione dello studio a causa degli sviluppi dell’intelligenza artificiale, indicando in particolare come responsabile Sora, lo strumento text-to-video di Open AI.
In altre aree dello spazio creativo, un sondaggio condotto in vista della Game Developers Conference 2024 ha mostrato che più di un terzo degli sviluppatori di videogiochi è stato colpito – direttamente o indirettamente – da licenziamenti nel corso del 2023. E più della metà degli intervistati ha espresso preoccupazione per la futura perdita di posti di lavoro. La pandemia è ovviamente in parte responsabile, con le aziende del settore del gaming che sono state uno dei principali beneficiari del lockdown (e che quindi avevano assistito ad un’esplosione del numero di dipendenti), ma anche l’automazione dell’IA figura tra le minacce percepite, che pesano sul morale dei lavoratori.
Anche nel settore dell’e-commerce, l’IA è pronta a sostituire rapidamente l’attività umana. Klarna, uno dei principali fornitori di pagamenti in Europa che collabora con oltre mezzo milione di esercenti, ha annunciato il 27 febbraio che, dopo un solo mese di attività, il suo nuovo assistente dotato di intelligenza artificiale aveva gestito due terzi delle chat del servizio clienti, “svolgendo il lavoro equivalente a quello di 700 agenti a tempo pieno“. Il tutto con punteggi di soddisfazione dei clienti simili a quelli attribuiti agli agenti umani, una risoluzione più rapida delle richieste e un minor numero di domande ripetute.
Tornando a Hollywood, nella già citata intervista Tyler Perry ha espresso chiaramente la necessità di una forma di regolamentazione, ponendola come condizione per la sopravvivenza stessa dell’attività cinematografica. Il modo in cui le autorità di regolamentazione risponderanno alla rivoluzione dell’IA sarà infatti cruciale nel plasmare il mondo di domani, sia dal punto di vista dei dipendenti che dei datori di lavoro, in tutti i settori legati ai contenuti e non solo.
Nel frattempo, le aziende non hanno altra scelta che introdurre l’IA nei loro processi ed evolversi con essa. Dal punto di vista degli investimenti, come abbiamo scritto qualche mese fa in questa stessa pubblicazione, il nostro obiettivo è quindi individuare quelle che sapranno integrare al meglio gli strumenti di IA nei loro modelli di business e formare adeguatamente la loro forza lavoro. Ciò significa guardare oltre il recente e affollato rally di mercato dei vincitori della catena di approvvigionamento dell’IA, fino al momento in cui il polverone si sarà calmato, per poter così costruire un’esposizione diversificata ai beneficiari dell’IA a lungo termine.