La nostra attività di analisi dei mercati finanziari e di creazione di contenuti informativi è principalmente basata sulla scrittura. Articoli, saggi, libri, post sul nostro sito Investireneimegatrend.it e sul canale Patreon “Liberi Pensieri di Trading” sarebbe inutili se non ci fosse un pubblico di lettori e di lettrici che dandoci fiducia usufruisce del nostro lavoro.
In questo periodo sto raccogliendo idee per la nuova edizione di un mio vecchio libro il cui contenuto è ritornato prepotentemente di moda grazie alla comparsa dell’Intelligenza Artificiale generativa e nel contempo sto scrivendo varie parti di un altro libro dedicato all’analisi tecnica che sto pubblicando sul mio canale Patreon per gli abbonati. L’altro giorno però mi sono chiesto se valga ancora la pena convincere un editore a pubblicare, poi passare tutte le sere e i week-end per un anno a scrivere il libro nei tempi convenuti, poi buttarsi a fare marketing in presenza e sui social per mesi, e infine sperare che Amazon non metta troppo presto il libro gratis su Kindle Unlimited (zero compensi agli autori). Alla fine di tutto questo lavoro, nei tre o quattro anno successivi alla pubblicazione si spera che arrivino dei compensi dalle vendite che mi permettano di pagare un paio di settimane di vacanze in estate (senza troppo scialare in hotel e ristoranti).
Come tutti i beni di consumo il libro invecchia in fretta (e sempre più in fretta in questa fast-società) e dopo due anni è già nel dimenticatoio sia dei lettori, sia dei librai, sia dell’editore stesso; per non parlare dei media (radio, tv, giornali) per i quali il libro è già vecchio dopo pochi mesi. E io, avendo sul mercato libri pubblicati nel 2015, 2018 e 2020 con i diritti d’autore del 2023 quest’anno ci pagherò solo un week-end di vacanza. Non posso dirvi se questo capiti a tutti gli scrittori di libri di saggistica specialistica dedicati alla finanza personale in Italia, però è la mia storia personale.
Allora perché continuo a scrivere? O sono stupido oppure è la passione per la scrittura e per trasmettere la mia conoscenza agli altri a prescindere dai magri guadagni? A voi l’ardua sentenza! Nel frattempo, mi è venuta la curiosità di capire i numeri di questo mercato del libro e grazie alla Associazione Italiana degli Editori oggi ve ne parlo.
I dati che trovate nel seguito dell’articolo sono tratti dall’ultima ricerca della AIE sul 2023 sono molto interessanti, e da ponderare bene per chi di voi abbia velleità editoriali.
Il report completo lo trovate sul sito AIE a questo link.
Come spiega il comunicato stampa della AIE, il mercato del libro registra nel 2023 una tenuta sostanziale, da leggere in chiaroscuro rispetto al futuro. Le vendite dell’editoria trade in Italia nel 2023 sono state infatti pari a 1,697 miliardi di euro a prezzo di copertina, in crescita dello 0,8% rispetto all’anno precedente (più 14,1% sul 2019). Le copie sono state invece 111,85 milioni, in flessione dello 0,7% sull’anno precedente (più 12,6% sul 2019).
La buona notizia è che i prezzi dei libri crescono meno dell’inflazione. Nel 2023 il prezzo medio di copertina dei libri comprati è stato di 15,17 euro, in crescita dell’1,5% rispetto l’anno precedente. Nei 12 mesi, l’inflazione è stata invece del 5,7%. Tra il 2019 e il 2023, il prezzo dei libri venduti è cresciuto del 2,6%, contro una crescita generale dei prezzi del 15,7%. Numeri che testimoniano la riduzione dei margini di guadagno degli editori, ma anche il loro sforzo per tenere bassi i prezzi per non deprimere la domanda di libri e di lettura nel nostro Paese.
Un’altra buona notizia è che le librerie fisiche recuperano terreno e sono il primo canale di vendita per i libri: di qui passa il 54,7% (53,5% nel 2022) di tutto il mercato trade nel 2023, più di un punto percentuale dell’anno precedente ma 10 punti sotto i valori pre-pandemia. L’online si attesta al 40,7% (41,9% nel 2022), stabile la grande distribuzione al 4,6%.
Un’altra buona notizia è che sebbene crescano le vendite di ebook e audiolibro gli italiani preferiscono la carta. Nel 2023 le vendite di ebook sono cresciute del 2,5%, arrivando a 81 milioni, gli abbonamenti per l’ascolto di audiolibri del 12%, raggiungendo i 28 milioni. Ma gli italiani continuano in massima parte a preferire la carta: ebook e audiolibri pesano su un mercato complessivo (trade di copie a stampa più digitale) di 1,806 miliardi solo il 6%. L’anno della narrativa italiana.
Riguardo i trend del mercato editoriale l’analisi evidenzia che la narrativa italiana segna una crescita del 7,2% a fronte di un calo della narrativa straniera del 3,6%. La manualistica (non universitaria, ovvero how to do e self help) cresce del 4,7%, la saggistica di divulgazione del 4,6%, i libri per bambini e ragazzi dell’1%.
Notizie non confortanti invece per chi come me scrive libri di saggistica specialistica (analisi dei mercati finanziari, trading, investimenti) che è in calo (-1,7%), e incredibilmentte anche per i fumetti (-10,6%, dopo il boom del 2021-2022).
Quali sono stati i libri più venduti del 2023? La grande sorpresa non è i principe Harry con la sua autobiografia (che aveva un battage pubblicitario globale e un editore di grande calibro internazionale alle spalle) ma Vannacci, che ha auto-pubblicato il suo libretto su Amazon e (non per sua volontà) ha creato un fenomeno mediatico grazie ai politici italiani e ai giornalisti che con l’intento di distruggerlo gli hanno fatto marketing gratis su ogni media tradizionale e social per settimane intere, ottenendo come effetto contrario un boom di vendite.
Emerge poi il grosso problema dell’Intelligenza Artificiale che (oltre a iniziare a essere una minaccia per il posto di lavoro di chi crea contenuti editoriali) si “nutre” di testi senza rispettare i diritti d’autore. Al proposito Ricardo Franco Levi, presidente della Federazione degli Editori Europei (FEP) ha commentato: “Il libro si conferma prima industria culturale europea. Come Associazione, il 2024 ci vedrà ancora impegnati nella difesa del diritto d’autore, soprattutto in relazione alla regolamentazione dell’Intelligenza Artificiale, ambito in cui l’Ue è all’avanguardia. Chiediamo, in particolare, l’obbligo della trasparenza sui dati utilizzati per allenare gli algoritmi a carico delle aziende che sviluppano strumenti di Intelligenza Artificiale”.