Per la recensione della domenica oggi vi parlo di questo libro, o meglio Atlante, o meglio saggio di geopolitica pubblicato dalla casa editrice Bordeaux, giovane realtà italiana di cui però vi consiglio di guardare il ricco catalogo.
Questo Atlante Geopolitico del Mediterraneo è giunto alla sua nona edizione, curato da Francesco Anghelone, docente di Storia delle Relazioni internazionali presso la Sapienza di Roma, nonché collaboratore del Centro di ricerca OSMED sul Mediterraneo (di cui vi consiglio di guardare il sito) e da Andrea Ungari, professore ordinario di Storia contemporanea presso la Facoltà di Lettere dell’Università Guglielmo Marconi, nonché Ufficiale della Riserva dell’Esercito Italiano, con il grado di Maggiore e collaboratore del Centro Studi Esercito e del Ufficio Generale Innovazione Difesa.
Due autori, quindi che hanno esperienza da vendere e grande capacità di fotografare cosa sta accadendo nel nostro piccolo ma non tranquillo Mar Mediterraneo e sulle sue sponde. Una di queste diventata molto famosa a Ferragosto, che ha visto migliaia di italiani sbarcare in cerca di luoghi di vacanza a basso costo: la costa dell’Albania. La stessa costa che trent’anni fa ha visto migliaia di persone ammassarsi su barche fatiscenti per sfuggire alla povertà e al regime dell’epoca, con prua rivolta a ovest verso le coste italiane.
Come è cambiato il mondo in questi trent’anni, tanto che il presidente albanese Edi Rama ne ha fatto un meme sui social, prima di invitare il capo del governo italiano a un breve soggiorno.
Ma il Mediterraneo è anche la tomba di decine di migliaia di migranti che partono dalle coste africane in cerca di fortuna e di sicurezza. Africa di cui abbiamo già scritto in tanti articoli su questo sito (si veda la categoria “Africa”), dal momento che siamo convinti che sia la scommessa per il futuro dell’Europa e dell’Italia.
Peraltro, come si vede bene dalla foto satellitare, l’Italia è una piattaforma dentro il Mediterraneo, quindi al centro di tutti i traffici e gli eventi che vi avvengono. Volenti o nolenti. Lo è stata storicamente, lo è oggi con le crisi geopolitiche ed energetiche in corso e lo sarà anche in futuro con lo sviluppo dell’Africa.
Basti solo pensare a cosa c’è “sotto” al Mediterraneo in termini di oleodotti, gasdotti, elettrodotti e cavi Internet! Se non lo immaginate, guardate questa grafica elaborata dal sito di Parag Khanna, famoso stratega geopolitico indiano di cui abbiamo recensito i suoi libri, che utilizzando la scienza della connettografia (di cui abbiamo già scritto in questo sito) ha tracciato la rete di infrastrutture che passano nel Mare Nostrum.
Come spiega l’editore, nel turbolento periodo storico caratterizzato dalla crisi ucraina e da quella delle materie prime, i paesi europei guardano al Mediterraneo con rinnovato interesse, soprattutto in materia di politiche energetiche.
L’Algeria è diventata interlocutore imprescindibile per gli interessi dell’Unione europea, mentre la Libia, a dodici anni dalla caduta di Gheddafi, non ha ancora ritrovato la sua unità. La Turchia si erge a potenza regionale e si propone come mediatore privilegiato tra l’Occidente e la Federazione russa. E Ankara si caratterizza per il ritorno all’islam politico voluto dal presidente Erdoğan.
E come abbiamo detto, l’Italia (e noi italiani) ci troviamo nel mezzo di tutto questo! Che lo vogliamo o no, la geopolitica va avanti per la sua strada. sarebbe quindi utile, capirci qualcosa di più e per questo ci viene in aiuto l’Atlante Geopolitico del Mediterraneo, giunto alla sua nona edizione.
L’Atlante affronta e analizza le tematiche relative a questi e ad altri paesi affacciati sulla sponda meridionale del Mare Nostrum, consolidandosi come strumento fondamentale per comprenderne presente e futuro.
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