Nel nostro libro “Investire nei megatrend del futuro” (Hoepli Editore, 2020) abbiamo ampiamente parlato di armamenti e della loro evoluzione in “armamenti intelligenti” e di guerra del futuro, ovvero di cyber-warfare e di Glass Battlefield, e anche di guerra nello Spazio, un altro terreno di scontro tra le grandi Potenze. Ma non abbiamo trattato di armi nucleari, pensando che fosse un tipo di minaccia retaggio del passato (Guerra Fredda, Crisi dei missili di Cuba, ecc.) sebbene sulla Terra ci siano migliaia di testate nucleari pronte a essere lanciate.

I recenti sviluppi della guerra in Ucraina fanno temere un nuovo conflitto nucleare, più o meno esteso all’Europa o al mondo intero e quindi ho deciso di informarmi su una questione che pensavo relegata ai migliori anni della mia giovinezza degli Anni Sessanta e Settanta del secolo scorso.

Vi propongo quindi due ricerche di altissimo livello su questo tema.

La ricerca della federazione degli Scienziati americani

Secondo la ricerca “Status of World Nuclear Forces” della Federation of American Scientists la situazione sarebbe quella che vedete nell’immagine qui sotto.

Fonte: Federation of American Scientists

la federazione specifica che nel mondo ci sono 12.700 testate nucleari, più di 9.400 sono nelle scorte militari per essere utilizzate da missili, aerei, navi e sottomarini. Le restanti testate sono state ritirate, ma sono ancora relativamente intatte e in attesa di essere smantellate. Delle 9.440 testate presenti nelle scorte militari, circa 3.730 sono schierate con le forze operative (su missili o basi di bombardieri). Di queste, circa 2.000 testate statunitensi, russe, britanniche e francesi sono in stato di massima allerta, pronte per essere utilizzate con breve preavviso.

E’ anche interessante vedere come dagli Anni Sessanta la situazione si sia evoluta. Se pensiamo che quando ero giovane il confronto era principalmente tra Russia e America, oltre al fatto che le armi nucleari le avevano solo Gran Bretagna e Francia oltre ai due contendenti. Oggi invece sono numerosi i Paesi “nucleari” tra cui quelli che cinquanta anni fa consideravamo “Paesi del terzo mondo”.

La ricerca dell’Università di Harvard

Oltre alla ricerca della Federazione vi consiglio anche di leggere la lunga e interessante ricerca pubblicata da Francesca Giovannini, Direttore del Project on Managing the Atom della Harvard Kennedy School dell’Università di Harvard.

Nel suo recente lavoro “The Role of Nuclear Weapons in the 21st Century” l’autrice ci spiega che quella in Ucraina è la prima guerra convenzionale combattuta in Europa dalla seconda guerra mondiale all’ombra della minaccia nucleare. E che la Federazione Russa possiede il più grande arsenale nucleare a livello globale e la sua dottrina nucleare prevede la possibilità di usare le armi nucleari prima contro i nemici che si preparano a invadere il Paese con capacità convenzionali.

L’autrice si chiede: “La deterrenza nucleare è ancora appropriata nel XXI secolo?” A questo proposito il Belfer Center Project on Managing the Atom ha lanciato il Research Network on Rethinking Nuclear Deterrence (RNDn). Il RNDn è il più grande consorzio interistituzionale e interuniversitario nel settore nucleare. È composto da più di 10 università e centri di ricerca e da decine di studiosi e professionisti.

Come spiega l’articolo, “le teorie sulla deterrenza nucleare sono state interamente concepite per gestire i rischi di un ordine nucleare bipolare costituito da due blocchi di Stati internamente omogenei e ideologicamente distinti. Ma l’attuale era nucleare è radicalmente diversa da quella in cui furono sviluppate le teorie sulla deterrenza nucleare. È composta da molti più attori legati da complesse interdipendenze economiche e tecnologiche. E si interseca con altre sfide globali – cambiamento climatico, questioni di giustizia sociale, nazionalismo violento, pandemie globali in particolare – di portata senza precedenti.”

Conclusioni

Lascio a voi lettori approfondire l’argomento leggendo le due ricerche che vi ho segnalato. Concludo con una frase riportata nella ricerca della Giovannini, che ci ricorda che in una delle sue opere fondamentali, Scott Sagan osserva: “Affidarsi alla deterrenza nucleare per mantenere la pace è come pattinare sul ghiaccio sottile. Il fatto che lo si sia già fatto in passato non significa che ci si debba aspettare di poterlo fare in modo sicuro per sempre“.

Foto di copertina di Pixabay: https://www.pexels.com/it-it/foto/foto-in-scala-di-grigi-di-esplosione-sulla-spiaggia-73909/

Di Andrea Forni

Co-founder di questo sito. È autore e coautore di libri e analisi sui temi dell'economia, della finanza e dei megatrend oltre a centinaia di articoli pubblicati dal 1989 a oggi da primarie riviste, quotidiani e siti tra i quali: Borsa & Finanza, Advisor, Trader's Magazine, Bollettino Associazione Banche Popolari, Sf Rivista di Sistemi Finanziari, Parabancaria, ITForum News. E' iscritto all'OCF (Organismo dei Consulenti Finanziari) e detiene la certificazione internazionale IFTA CFTe.