La Space Economy decolla. Con qualche intoppo. Come investirci? E soprattutto, con quale strategia?
Sono queste le domande dei risparmiatori dopo che i media tradizionali e i social hanno iniziato a dare sempre più copertura a questo nuovo e promettente settore economico negli ultimi mesi.
Cos’è la New Space Economy
Con il termine New Space Economy si intende lo sfruttamento commerciale dello Spazio da parte di aziende private che affiancano le agenzie governative in vari tipi di missioni.
Oggi la New Space Economy decolla con qualche intoppo, ma è il settore economico più promettente e ricco dei prossimi decenni. E’ anche un fattore geopolitico e strategico di grandissimo interesse per le Grandi Potenze, e infatti l’abbiamo classificata tra i megatrend geopolitici.
Di New Space Economy ne parlo ai miei clienti da oltre un anno, ho rilasciato interviste e ne ho scritto sul sito al fine di instillare anche nel pubblico la curiosità per la materia.
Un intero capitolo del nostro libro Investire nei megatrend del futuro è dedicato alle opportunità d’investimento nello Spazio con uno scenario che permette al lettore di iniziare a costruire un portafoglio titoli ad alto potenziale di rendimento (ma anche ad alto tasso adrenalinico).
I recenti successi
Il successo più eclatante è sempre di Space X, azienda di Elon Musk, che ha portato sulla Stazione Spaziale Internazionale quattro astronauti nella missione del 16 novembre 2020 denominata CREW-1 Mission dimostrando ancora una volta la tecnologia all’avanguardia di Space X nello spazio.
I recenti fallimenti
Nella settimana appena trascorsa abbiamo assistito a due test che sono parzialmente falliti ma hanno evidenziato anche il diverso approccio delle due aziende coinvolte nel gestire una situazione di crisi e la comunicazione ai media e al pubblico.
Starship SN8 di Space X
Space X ha accelerato il programma per la colonizzazione di Marte e il suo fondatore ha annunciato che la prima missione partirà dalla Terra nel 2024.
Per portare gli astronauti su Marte è stato concepito un apposito modulo alto circa 40 metri e del diametro di 9 metri capace di portare fino a 150 persone. Qui sotto vediamo il modulo Starship (o meglio il suo prototipo di test) e vi faccio notare la dimensione dell’uomo sulla scaletta.
Il modulo Starship è solo una parte del vettore che decolla dalla Terra (o dalla Luna) propulso da un gigantesco razzo Super Heavy che porta l’altezza totale del missile a 120 metri.
Starship viene quindi sganciato in prossimità del punto di atterraggio (che sia la Luna o Marte) ed ha la capacità di scendere in autonomia e atterrare in verticale usando i suoi motori (come faceva nelle missioni Apollo il “modulo Lunare”). Finita la missione Starship decolla in autonomia e torna sulla Terra.
Il test di mercoledì 9 dicembre senza umani a bordo ha dimostrato la capacità di Starship SN8 nel decollo, nel volo autonomo e nella capacità di riposizionarsi in verticale. Ma ha fallito l’atterraggio esplodendo in una palla di fuoco. Molto bello il video su Youtube o qui sotto (il lancio è al minuto 1:47:00).
Sebbene Space X non sia quotata in Borsa ha dimostrato grande trasparenza nei confronti del pubblico con un live streaming senza censure anche nel momento del fallimento parziale del test, che a mio avviso riguarda la parte più critica della missione di Starship, l’atterraggio con umani a bordo.
Unity di Virgin Galactic
Un altro test andato male è quello compiuto da Virgin Galactic sabato 12 dicembre. L’obiettivo era completare le certificazioni di volo della navetta turistica per iniziare il servizio commerciale dal primo trimestre 2021.
Ricordo che Virgin Galactic è quotata al Nasdaq (SPCE). Quindi l’interesse per il test era molto alto da parte delle migliaia di piccoli investitori.
In sostanza, il programma del test è raffigurato qui sotto. La navetta Unity con due astronauti a bordo decolla da terra attaccata a uno speciale aereo, entrambi raggiungono la quota stabilita, la navetta si stacca dall’aereo madre, accede il suo razzo e punta verso lo spazio. A 100 km di altezza inverte l’assetto per qualche minuto poi scende in volo planato e atterra come un aereo.
La gestione dei media da parte dell’azienda non è stata delle migliori e ha deluso il pubblico e i risparmiatori ancora prima del test. Infatti non era prevista una diretta in live streaming (senza specificarne il motivo), ma si poteva seguire il test solo da scarni tweet su Twitter.
Il test è andato bene fino allo sganciamento della navetta, poi un problema ai computer di bordo ha fatto scattare le procedure di emergenza che hanno spento il motore e abortito la missione. La navetta è comunque tornata a terra sana e salva con i due astronauti. Nel frattempo silenzio stampa dell’azienda.
Virgin ha fallito il test ma ha dimostrato ai suoi futuri clienti la sicurezza delle procedure d’emergenza. Però ha deluso i suoi azionisti per l’incapacità di gestire la comunicazione, e il risultato lo si è visto in Borsa all’apertura di lunedì e martedì.
La strategia prudenziale da adottare in questi casi
In vista del test di Virgin Galactic (la finestra di lancio si apriva venerdì 11 dicembre) ho elaborato una strategia prudenziale per chi aveva il titolo in portafoglio. Guardate il grafico.
Ipotizzando che molti avessero acquistato il titolo da metà aprile in area 19-20 USD quando ne avevo parlato in conferenze e interviste e avessero poi rinforzato le posizioni in occasione dello sviluppo del pattern di Tazza con Manico tra ottobre e novembre, avevo ipotizzato un rally sull’euforia del test fino a 32-35 USD nei giorni precedenti al test stesso.
I potenziali investitori a quel punto stavano guadagnando il +60% da aprile. L’euforia in questi casi ci porterebbe ad aumentare le posizioni, sperando che il test vada bene e il titolo schizzi del 100% anzi no, del 1000%.
Invece la strategia prudenziale in un lancio di un razzo (che può esplodere) dice di ridurre la posizione prima del lancio tenendo solo una quota capitale pari o minore a quanto guadagnato. Così in caso di (ipotetico) azzeramento del titolo non perdiamo nulla.
Come vedete nel grafico le ultime due candele di lunedì 14 e martedì 15 ci danno ragione! Sell-off immediato del titolo da parte degli investitori delusi.
Conclusioni
Oggi le agenzie governative NASA, Roscomos ed ESA sono affiancate da decine di società private come SpaceX di Elon Musk, Virgin Galactic (SPCE) di Richard Branson, Blue Origin di Jeff Bezos, Firefly e Rocket Lab, per citarne solo alcune.
Se questi imprenditori visionari investono soldi e risorse nella corsa allo spazio significa che ci vedono una nuova lucrosa frontiera dell’economia: la New Space Economy che decolla. Con qualche intoppo.
L’investitore si trova di fronte a una nuova frontiera, economica e d’investimento. Se è vero che le potenzialità sono enormi, altrettanto lo sono i rischi. la New Space Economy decolla. Con qualche intoppo. E ogni investimento in queste aziende va affrontato con una adeguata strategia prudenziale.
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