Siamo agli sgoccioli del 2021 ed è giusto chiedersi come sarà il 2022. Un anno da record come questo? O arriverà la tanto attesa correzione sulle borse azionarie? E come giocherà l’inflazione nel quadro intermarket?
Il dollaro resterà forte o tornerà in debolezza come nel 2020? E le materie prime continueranno il rally o troveranno un punto di equilibrio facendo diventare realtà l’assunto della Federal Reserve che l’inflazione è solo “temporanea”?
Per rispondere ad alcune di queste domande, oggi vediamo gli spunti proposti della società di servizi finanziari svizzera Komorebi Invest Suisse.
La dicotomia tra USA ed EU si accentua nel 2022
Nel 2022 le strade di Europa e Stati Uniti torneranno a divergere, con un rafforzamento dell’economia americana e un indebolimento di quella europea: è lo scenario prefigurato da Gianluca Gabrielli, strategist e gestore della società.
“Nonostante l’output gap sia oggi negativo e simile per l’Europa e gli Stati Uniti, con un differenziale tra produzione effettiva e produzione potenziale del -3,3% al di qua dell’Atlantico e del -4,3% in America, le situazioni sono sostanzialmente diverse”, spiega Gabrielli.
E questo “perché in Europa, dove il Pil non cresce ormai da 14 anni, la scintilla inflattiva mondiale rischia di attecchire e svilupparsi, a causa di quei 5.800 miliardi di liquidità riversati sul mercato dalla Banca centrale europea, che non si sono trasformati in investimenti, beni e servizi”.
Difficoltà in Area Euro mentre USA in spolvero
Questa situazione farà salire il livello dei prezzi nell’Area euro al 4-5%, con i tassi decennali destinati a crescere, collocandosi tra il 2 e il 5%, e l’euro che scenderà e raggiungerà la parità col dollaro.
Inoltre, la crescita nulla e l’inflazione sopra al 4% causeranno una caduta degli indici azionari europei, stimabile mediamente in un calo del 10%, mentre il trend dei ricavi aziendali non sarà in grado di contrastare questa tendenza.
A riguardo dell’economia americana, Gabrielli aggiunge poi: “Al contrario, l’economia statunitense proseguirà nella sua capacità di crescere e di trasformare il capitale disponibile in opportunità, innovando prodotti e processi produttivi, grazie al traino offerto dalla sua leadership nel settore trainante del futuro: la tecnologia”, aggiunge Gabrielli.
“Da qui il nostro secondo set di previsioni per il 2022 ci porta a stimare l’indice S&P500 a 5.200 e il Nasdaq100 a 18.000, spinti da un solido trend degli utili aziendali. Mentre la graduale chiusura dell’output gap e il rafforzamento del cambio favoriranno il rientro dell’inflazione, che dovrebbe scendere sotto al 3% nel corso dell’anno”.
Le scelte di asset allocation di Komorebi
In conseguenza a questo scenario, le scelte di asset allocation per il 2022 dovranno tener conto del calo sia dei mercati azionari sia di quelli obbligazionari in Europa, dove l’unico asset con rendimenti positivi saranno i titoli legati all’inflazione, il lento recupero delle materie prime e gli indici azionari Usa in crescita mediamente del 10%, con le obbligazioni Usa che rimarranno sui livelli attuali.
Foto di copertina: Foto di Towfiqu barbhuiya da Pexels
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