Introduzione
Come sapete io sono appassionato di tutto ciò che ruota attorno al megatrend demografico. Come ho spiegato nel nostro ultimo libro “Investire nei megatrend del futuro“, la demografia è sempre stata e sempre sarà la chiave di lettura di ogni accadimento in economia, in politica e nella società.
Pensiamo all’allarme lanciato da più parti sulla gravità del declino demografico in Italia, che porterà, secondo alcune previsioni ISTAT, ad avere nel 2040 una sola famiglia con bambini ogni cinque famiglie. E l’Italia è destinata a spopolarsi molto rapidamente con una popolazione di appena 38-40 milioni di abitanti intorno al 2100. Per renderci conto di dove stiamo andando, questo era il profilo la popolazione italiana nel 1950, composta da 45 milioni di persone. Pochi anziani e tanti giovani e bambini. Ecco la ricetta della crescita economica del Dopoguerra!
Questa è la popolazione attuale, composta da 58 milioni di persone. Sempre meno bambini e giovani, mentre gran parte della popolazione è nella fascia di età 45-60 anni e ci sono sempre più anziani e centenari.
E infine, questa sarà l’Italia del 2101, auguri ai 36 milioni di persone che ci vivranno, sempre che l’Italia come nazione ci sia ancora tra 80 anni, con gli sconvolgimenti geopolitici e climatici che ci aspettano. Io ne dubito, ma non è questa la sede per scrivere di come penso diventerà l’Europa nel corso dei prossimi decenni. In Italia, nel 2101 gran parte della popolazione sarà nella fascia 60-110 anni. Notare che l’aspettativa di vita si alza! Quindi tantissimi anziani e pochissimi bambini e giovani fino a 40 anni. Dove vogliamo andare con un simile carico di pensionati e con poche risorse in età lavorativa?
L’edizione 2023 del rapporto
Lasciando perdere ogni discorso politico sul tema immigrazione, che a mio avviso sarebbe il toccasana per non finire con una nazione svuotata, se l’introduzione che avete appena letto vi ha messo paura, o magari solo curiosità, vi consiglio di dare un’occhiata all’ultimo rapporto “World Population Prospects 2022” pubblicato dal Dipartimento degli Affari Sociali ed Economici delle Nazioni Unite, da cui ho elaborato i grafici che avete visto sopra.
Per essere più precisi, quello che è stato rilasciato è l’ulteriore e ultima revisione delle stime e delle proiezioni demografiche ufficiali delle Nazioni Unite, giunta oramai alla ventisettesima edizione.
Questo vasto e dettagliato lavoro presenta le stime della popolazione dal 1950 ad oggi per 237 Paesi o aree, supportate da analisi delle tendenze demografiche storiche. Quest’ultima valutazione prende in considerazione i risultati di 1.758 censimenti nazionali della popolazione condotti tra il 1950 e il 2022, nonché le informazioni provenienti dai sistemi di registrazione dei vitalizi e da 2.890 indagini campionarie rappresentative a livello nazionale.
Per chi voglia leggere l’analisi elaborata dal gruppo di ricerca, consiglio di scaricare le diverse pubblicazioni che si trovano a questo link del sito del WPP. Qui sotto vedete la copertina del report completo, in inglese, di 58 pagine.
I dieci messaggi chiave del nuovo rapporto
Tra i vari documenti scaricabili ce n’è uno che focalizza l’attenzione sui 10 messaggi chiave. Eccoli:
- La popolazione mondiale continua a crescere, ma il ritmo di crescita sta rallentando.
- Le politiche volte a ridurre la fertilità avrebbero uno scarso impatto immediato sul ritmo della crescita globale.
- La rapida crescita della popolazione è sia una causa che una conseguenza del lento progresso nello sviluppo.
- Mentre l’aspettativa di vita continua ad aumentare a livello globale, permangono grandi disparità.
- Una quota crescente di popolazione in età lavorativa può contribuire ad aumentare la crescita economica pro-capite.
- La popolazione di anziani sta aumentando sia in termini numerici che di percentuale sul totale.
- . Sempre più Paesi hanno iniziato a registrare un calo demografico.
- . La migrazione internazionale sta avendo un impatto importante sulle tendenze demografiche di alcuni Paesi.
- La pandemia COVID-19 ha influenzato tutte e tre le componenti del cambiamento demografico.
- I dati sulla popolazione forniscono informazioni fondamentali per la pianificazione dello sviluppo.
Per scaricare il documento da cui ho tratto i 10 messaggi andate a questo link.
Il database completo per le vostre analisi
La cosa interessante per noi appassionati di demografia è che la revisione del 2022 presenta anche proiezioni della popolazione fino all’anno 2100 che riflettono una serie di risultati plausibili a livello globale, regionale e nazionale. Ad esempio. questo è un grafico che ho elaborato dal sito.
Ovviamente sono dati che vanno presi con pinze, come si dice, dal momento che stimare cosa succederà alla popolazione di questo pazzo mondo tra 80 anni è alquanto difficile. Se era già arduo fare una stima tanti decenni or sono, quando l’economia “girava” a una velocità ben più bassa di oggi, credo che immaginare “futuri” così lontani e azzeccare le previsioni sia veramente difficile nel contesto attuale anche se supportati dai migliori modelli econometrici e dai calcolatori più potenti.
Quindi è possibile fare tutte le simulazioni e e analisi che si vogliono, utilizzando i dati grezzi raccolti dalle Nazioni Unite. Qui vedete la schermata del sito del WPP con i database liberamente utilizzabili.
I risultati principali sono presentati in una serie di file Excel che visualizzano gli indicatori demografici chiave per ogni gruppo di sviluppo delle Nazioni Unite, gruppo di reddito della Banca Mondiale, regione geografica, regione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs), sottoregione e Paese o area per periodi o date selezionati nel periodo 1950-2100. Un database online (Data Portal) fornisce l’accesso a un sottoinsieme di indicatori chiave e alla visualizzazione interattiva dei dati.
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