In questo assolato periodo agostano, care lettrici e cari lettori, abbiamo pensato di pubblicare per tutto il mese una serie di “pillole” tratte dai capitoli dei nostri tre libri. Sono articoli brevi, con letture scorrevoli, facili e rilassanti, come si conviene sotto l’ombrellone in spiaggia o al bordo di una piscina. Entrambi posti dove c’è acqua in abbondanza.
L’acqua è un bene prezioso
Visto che fa caldo oggi parliamo di acqua. Un bene prezioso, che sta diventando sempre più costoso e sul quale i grandi investitori vogliono metterci le mani. L’acqua potabile è uno dei fattori critici per la sopravvivenza di intere popolazioni. Già oggi ampie parti di Cina, India, Egitto, Israele, Messico, Stati Uniti e Africa soffrono la penuria d’acqua ma l’impatto del Climate Change e la pressione demografica (oltre all’inurbamento crescente) peggiorerà lo scenario nei decenni a venire.
In Cina la scarsità di acqua potabile è diventata un problema su scala nazionale: due terzi delle 600 più grandi città cinesi non hanno acqua potabile sufficiente per il loro abitanti e meno del 15% della popolazione può bere acqua dal rubinetto di casa. Un altro esempio è la crisi idrica di Cape Town del 2018, che nel mese di febbraio portò a contingentare la razione giornaliera di acqua a 50 litri per abitante.
Il Water Scarcity Clock
Secondo il Water Scarcity Clock già oggi 2,3 miliardi di persone vivono in zone dove c’è scarsità di acqua potabile e questo numero salirà a 2,7 miliardi nel 2030. Paradossale, se pensiamo che il 70% del pianeta è coperta d’acqua, ma solo l’1% di essa è adatto al consumo umano e solo il 2% è adatto a irrigazione, allevamento e usi industriali.
Un’emergenza che è diventata un tema d’investimento tra i più ambiti già dal 2008 quando alla conferenza “Top Five Risk” un esperto di Goldman Sachs dichiarò che «l’acqua sarà il petrolio del XXI secolo» mentre le grandi banche d’investimento stavano già investendo in progetti infrastrutturali sull’acqua.
Gli indici sull’acqua e le water utility
Il lettore troverà numerosi indici tematici come il Dow Jones U.S. Water Index, considerato il barometro del settore, piuttosto che lo S&P Global Water Index composto da cinquanta aziende che spaziano dalle tecnologie di trattamento dell’acqua, mercato dell’americana Pentair (PNR), alle water utility come la francese Veolia (VIE).
Solo negli Stati Uniti l’industria dell’acqua è un business da 425 miliardi di dollari grazie alla crescente privatizzazione delle utility dell’acqua, delle società che ne gestiscono le fonti e delle aziende che forniscono infrastrutture dedicate e servizi di ingegneria per il suo sfruttamento.
Il business della potabilizzazione
Dove l’acqua dolce non sia disponibile si ricorre alla desalinizzazione dell’acqua marina come negli Emirati Arabi Uniti dove è in funzione un impianto capace di trattare 829 milioni di litri al giorno. Pur essendo molto costosi oggi sono operativi 14.500 impianti in 120 nazioni. Tra i leader tecnologici di questo mercato citiamo l’americana Consolidated Water (CWCO) che opera nei Caraibi dove l’acqua potabile scarseggia e il numero di turisti è molto alto rendendo economicamente giustificabile l’uso dei suoi impianti a osmosi inversa.
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Questa pillola che avete letto è tratta dagli scenari demografici del libro “Investire nei megatrend del futuro“. Per approfondire il tema potete anche leggere gli altri articoli sul tema che abbiamo pubblicato nel sito:
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