Il Tapering è già cominciato. Paesi come Canada, Nuova Zelanda, Gran Bretagna e Norvegia hanno già iniziato a ridurre gli acquisti obbligazionari mentre la Fed resta cauta, ma se dovesse sbagliare i tempi di intervento, l’inflazione potrebbe schizzare oltre il 4-5% e restare a lungo su questi livelli.
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Perché inizia la ritirata delle Banche Centrali
Secondo Tobias Burggraf, Portfolio manager di Ethenea Independent Investors “Visto il progredire della ripresa economica e il rialzo delle quotazioni su tutti i mercati, si torna a parlare di tapering, la riduzione del supporto della politica monetaria. Fed, Bce e Bank of Japan mantengono un atteggiamento cauto al riguardo, mentre diversi istituti di minori dimensioni stanno già riducendo i propri acquisti obbligazionari, peraltro senza causare sconvolgimenti sui mercati”.
Come si muoveranno le Banche Centrali
Le consultazioni della Fed sul tapering non cominceranno prima della riunione di giugno e per l’adeguamento del programma di acquisti obbligazionari dovremo attendere l’autunno. Mentre per la Bce bisognerà aspettare ancora più a lungo e non si prevede alcuna stretta monetaria prima del 2022. Ma le banche centrali di Canada, Inghilterra, Nuova Zelanda e di diversi paesi europei al di fuori della Zona Euro stanno già iniziando a ridurre le politiche accomodanti, senza causare un crollo dei mercati finanziari.
In aprile la Bank of Canada ha annunciato che avrebbe ridotto il proprio programma di acquisti obbligazionari di 1 miliardo di dollari canadesi (ossia del 25%): questo ha rafforzato la valuta nazionale e ha causato l’ampliamento degli spread tra i titoli di Stato canadesi e i Treasury statunitensi.
A fine maggio, la Banca centrale neozelandese ha sorpreso i mercati dichiarando che potrebbe aumentare i tassi di riferimento già nella seconda metà del 2022. In seguito all’annuncio, il dollaro neozelandese si è apprezzato e i rendimenti obbligazionari locali sono aumentati.
In Europa, la Bank of England ha dichiarato di voler ridurre il ritmo degli acquisti di obbligazioni, portandoli da 4,4 a 3,4 miliardi di sterline alla settimana.
L’Ungheria ha annunciato un rialzo dei tassi al fine di impedire che l’inflazione possa sfuggire al controllo e in Polonia e Repubblica Ceca la situazione è simile: l’inflazione è superiore agli obiettivi delle banche centrali, per cui aumentano le pressioni per un inasprimento monetario.
In Scandinavia, la Banca centrale svedese ha confermato l’intenzione di terminare il proprio programma di QE verso la fine del 2021. La Banca centrale norvegese ha annunciato che innalzerà i tassi di riferimento nella seconda metà del 2021 e la Banca centrale dell’Islanda ha già inasprito la propria politica monetaria alzando i tassi sui depositi vincolati a sette giorni.
La cautela di Fed, Bce e BoJ
La Fed, la Bce e la Bank of Japan mantengono invece un atteggiamento più cauto, che è destinato a perdurare ed è accolto favorevolmente dai mercati, soprattutto dagli investitori obbligazionari, che generalmente non apprezzano le sorprese. Tale strategia non è tuttavia priva di rischi.
Nessuno sa con sicurezza come si evolverà l’economia e forse il futuro darà ragione alla Fed, che si aspetta una ripresa in tempi molto più lunghi di quelli auspicati. Se la Fed dovesse sbagliarsi, le conseguenze potrebbero essere catastrofiche: si potrebbe assistere al surriscaldamento dell’economia e a un’impennata dell’inflazione ben oltre il 4-5%, restando per un lungo periodo di tempo su questi livelli. In tal caso la frenata della Fed sarebbe ancora più brusca e dolorosa.
Conclusioni
“Forse per l’istituto centrale statunitense questo è davvero il momento giusto per avviare la graduale riduzione degli acquisti di obbligazioni, ovvero portarli lentamente al termine”, conclude Burggrad: “le altre banche centrali stanno dimostrando che questa tattica potrebbe funzionare”.
Ethenea Independent Investors Sa è una società d’investimento indipendente con sede in Lussemburgo.
Copertina: Foto di Kelly Lacy da Pexels