Come sapete si sono chiuse le urne in India per le elezioni politiche. Qui vi riporto l’analisi scritta da Nick Payne, Investment Manager – Jupiter Asset Management sui risultati delle elezioni indiane e i possibili impatti sull’economia del paese.
Abbiamo integrato l’analisi di Jupiter AM con i grafici dei vari asset legati all’economia indiana di cui parla l’autore.
Introduzione
Sono state 48 ore di montagne russe per i mercati azionari indiani. Sebbene Modi e il Bharatiya Janata Party (BJP) resteranno probabilmente al potere – come era quasi certo – una maggioranza più ristretta avrà implicazioni per il loro programma di riforme.
L’ottovolante di cui parla Nick lo vediamo sul grafico giornaliero del SENSEX. Chiunque fosse stato in posizione Long o Short con Stop Loss inseriti sarebbe stato buttato fuori dal mercato a causa della volatilità.
Questo è l’indice, ma il SENSEX non potete comprarlo e quindi è probabile che l’investitore occidentale abbia comprato nei mesi scorsi di grande rialzo, un ETF tematico sull’India.
Ecco allora la volatilità che si è sviluppata sull’ETF che abbiamo nella watchlist dello scenario intermarket. Grafici mensile, weekly e daily. Notate sul daily gli spaventosi Gap up e Gap down del prezzo da un giorno all’altro in questa settimana. Il trend resta comunque rialzista.
Continua Nick Payne. Seguendo l’adagio “buy the rumors”, lunedì i mercati indiani erano saliti di circa il 4% dopo che gli exit poll indiani, notoriamente imprecisi, avevano segnalato una maggioranza schiacciante. I beneficiari della “Modi-nomics” – banche e compagnie petrolifere controllate dallo Stato e il gruppo Adani – hanno guidato la corsa, mentre le imprese di qualità superiore e il settore dei servizi informatici sono rimasti indietro.
Vediamo allora il titolo Adani, quotato solo in Rupie sulla borsa indiana. Spettacolare rialzo dal 2020 al 2022 e poi grande volatilità. Si nota questa settimana l’effetto delle elezioni.
E la Rupia come ha reagito? Già sappiamo che i cambio contro dollaro USA è disastroso e siamo sui minimi storici per la Rupia. Questo da un lato aiuta l’esportazione e la Borsa indiana ma deprime il potere di acquisto del miliardo di cittadini indiani. Anche qui vedete la volatilità sulle candele della settimana in corso.
Risultato elettorale
Tuttavia, i mercati hanno dovuto affrontare la realtà martedì, con l’arrivo dei risultati ufficiali, vedendo che la tanto auspicata maggioranza del BJP non si sarebbe concretizzata. Il conteggio finale di 290 seggi vinti dalla più ampia Alleanza Nazionale Democratica (NDA) del BJP è inferiore alle aspettative, ma dovrebbe comunque vedere il governo di coalizione guidato da Modi tornare al potere. I risultati sono chiaramente deludenti, ma a lungo termine riteniamo che l’impatto sulle prospettive dell’India dovrebbe essere minimo.
Le prime indicazioni mostrano che questo drammatico voltafaccia è stato guidato dagli elettori più poveri e regionali, lasciati fuori dalla storia di crescita dell’India; la loro esperienza è stata decisamente meno rosea. La conseguenza più probabile è che l’ambizioso programma di riforme di Modi venga ridimensionato: le politiche nazionaliste indù e le riforme più profonde delle leggi sulla terra e sul lavoro potrebbero essere escluse. Torneranno al centro dell’attenzione politiche più immediate che si concentreranno sul miglioramento delle condizioni della popolazione rurale indiana: i sussidi all’agricoltura, i prodotti alimentari e l’aumento dei consumi sono i potenziali candidati. Anche se le riforme a lungo termine continueranno, riteniamo che ora dovranno necessariamente procedere a un ritmo più lento.
Gran parte delle riforme di maggior impatto in India sono già avvenute. In effetti, alcuni dei cambiamenti promulgati nel primo mandato stanno iniziando a dare i loro frutti solo ora, ad esempio la Goods and Services Tax. Sebbene un governo di coalizione possa ridurre le ambizioni del BJP – in particolare per quanto riguarda le riforme più settoriali, che storicamente sono sempre state meno popolari – la continua stabilità di un governo guidato dal BJP consentirà al Paese di continuare a rafforzare le sue già solide fondamenta. Riteniamo che la portata e il successo delle riforme storiche e la capacità di mantenere l’attenzione e la direzione per il futuro continueranno ad alimentare la crescita dell’India in prospettiva. A riprova di ciò, nel contesto elettorale di venerdì si è persa la notizia di una revisione al rialzo del PIL indiano a +8,2%, un aumento impressionante favorito dal successo dell’attuazione delle riforme varate nelle precedenti legislature.
Conclusioni
L’India ha una lunga storia di governi di coalizione. A parte i due precedenti governi del BJP, l’India non ha avuto una maggioranza assoluta dal governo di Rajiv Gandhi del 1984. I politici indiani sono abili nel gestire le politiche di coalizione, un’impresa che sarà molto più facile per la coalizione di quattro partiti dell’NDA rispetto alla coalizione di 18 partiti dell’alleanza dell’opposizione INDIA. C’è sempre la possibilità che l’NDA non riesca a costruire un governo, ma lo riteniamo molto improbabile.
Sebbene ci aspettiamo di continuare ad assistere a una certa volatilità nel breve termine mentre il mercato assimila questi cambiamenti – la rotazione verso i titoli che hanno ritardato il rally dei mercati indiani negli ultimi 18 mesi potrebbe persistere nel breve periodo – a lungo termine pensiamo che l’impatto sarà minimo. Gli ultimi due mandati di riforme economiche hanno preparato il Paese a continuare la sua attuale traiettoria di crescita. La continuità del partito al governo dovrebbe anche garantire la continuità del programma di riforme e della spesa pubblica in conto capitale, anche se con un orientamento verso un sostegno più immediato alla popolazione rurale indiana. Investiamo in aziende di alta qualità, con posizioni competitive forti e con lunghi percorsi di crescita, che possono trarre vantaggio dall’immensa opportunità offerta dall’India; un’opportunità a lungo termine che oggi non è più ridotta di quanto lo fosse ieri.