Come ben sanno i lettori (e lettrici) del sito e gli abbonati al canale Patreon “Liberi Pensieri di Trading” il prezzo del rame ha toccato i massimi degli ultimi 14 mesi e noi ne avevamo più volte parlato e lo avevano previsto con le nostre analisi economiche, intermarket e della curva del prezzo.
Diversi fattori indicano che quello in corso potrebbe essere solo l’inizio di un rally prolungato. Se dal lato dell’offerta continuano i tagli alla produzione, la domanda è invece sostenuta dai segnali di ripresa in Cina e dai piani di crescita dell’India, oltre che dal boom dell’IA che spinge l’espansione e l’aggiornamento dei data center. Oggi ce ne parla Roberta Caselli, Commodities Investment Strategist di Global X.
Il mercato del rame potrebbe essere vicino a una situazione di deficit a causa delle recenti interruzioni dal lato dell’offerta, e qualsiasi indicazione di una ripresa della domanda avrebbe un impatto significativo su un mercato già piuttosto rigido. Vari fattori, tra cui i tagli all’attività mineraria, il boom dell’intelligenza artificiale, la ripresa del settore manifatturiero cinese e la massiccia spesa infrastrutturale dell’India potrebbero continuare a sostenere i prezzi del metallo rosso.
A livello globale, i tagli alla produzione nelle miniere sono ancora in aumento: un esempio recente è la riduzione del 6,5% della produzione trimestrale di Ivanhoe Mines nell’enorme complesso minerario di Kamoa-Kakula, nella Repubblica Democratica del Congo. Le interruzioni nelle principali miniere hanno causato per le fonderie cinesi un forte calo delle tariffe per il trattamento dei concentrati, e ora la domanda è se queste ultime faranno tagli significativi alla produzione per salvaguardare i loro guadagni.
In questo senso, durante l’ultima riunione del Chinese Smelter Purchasing Team (CSPT), è stata suggerita una riduzione della produzione del 5-10%, e il mercato sta monitorando da vicino qualsiasi ulteriore decisione che potrebbe sostenere ancora i prezzi del rame.
Le scorte visibili globali sono rimaste del 41% al di sotto della media stagionale degli ultimi cinque anni, nonostante un aumento sostanziale del 31% su base mensile, trainato principalmente dalla Cina. Si prevede inoltre che le scorte globali diminuiranno in questo trimestre a causa di fattori stagionali, mettendo ulteriormente a dura prova un’offerta già limitata.
Dal lato della domanda, il consumo di rame in Cina sta mostrando segnali di miglioramento. Dopo un aumento di 0,1 punti a febbraio, il PMI manifatturiero cinese Caixin di marzo è salito di 0,2 punti, arrivando a 51,1, segnando il valore più alto in tredici mesi e indicando un forte slancio nelle attività manifatturiere e di servizi.
Opportunità per una nuova significativa crescita della domanda potrebbero sorgere anche a causa del massiccio boom della spesa per le infrastrutture in India. Fonti governative hanno riferito che l’India invierà due delegazioni in Cile il mese prossimo per esplorare i giacimenti di rame, di cui ha bisogno per la sua rapida crescita economica e per i piani di transizione energetica. L’India ha in questo senso obiettivi ambiziosi, prevedendo di raggiungere l’azzeramento delle emissioni nette di carbonio entro il 2070 e di aumentare il proprio mix di energie rinnovabili al 50% entro il 2030.
Infine, a sostenere ulteriormente la crescita strutturale della domanda di rame potrebbe essere la domanda proveniente dai data center per l’intelligenza artificiale. Poiché i computer basati su AI utilizzano più elettricità per metro quadrato, i data center dovranno aggiornare i propri sistemi di alimentazione e raffreddamento. In generale, la conduttività elettrica del rame, il suo utilizzo nei cavi e il basso costo lo rendono una materia prima fondamentale per l’espansione di tutte le infrastrutture elettriche.