Ad agosto il prezzo dell’oro (XAU/USD) è salito, raggiungendo un nuovo massimo storico per il metallo giallo. I motivi di questo nuovo rally sono i più vari, tra situazione geopolitica, aspettative sulle manovre delle banche centrali, copertura dall’erosione del potere d’acquisto, utilizzo del metallo per scopi industriali.
Cosa aspettarci per il prossimi mesi? L’analisi di Peter Kinsella, Global Head of Forex Strategy di Union Bancaire Privée (UBP) ci può dare qualche ulteriore spunto di riflessione.
Le volatilità implicite a tre mesi sono passate da livelli di circa il 14% a massimi di poco superiori al 18%. L’aumento delle volatilità implicite ha seguito il crollo del posizionamento nel carry trade e l’oro ha brevemente sottoperformato, scendendo a livelli inferiori a 2.400 dollari per oncia. Nei periodi di riduzione del rischio, gli investitori spesso riducono le partecipazioni in oro per avere più margine per un posizionamento sull’azionario.
In vista di settembre, riteniamo che vi siano diversi eventi di rischio che porteranno a prezzi ancora più elevati per il metallo giallo:
- i) Riunione della Banca del Canada del 4 settembre: si prevede che la BoC taglierà i tassi di almeno 25 punti base durante la prossima riunione e riteniamo che vi sia il rischio che il consiglio di politica monetaria opti per un taglio dei tassi più ampio di 50 punti base.
- ii) Dibattito presidenziale del 10 settembre: il dibattito per le elezioni presidenziali statunitensi tra l’ex presidente Trump e l’attuale vicepresidente Harris sarà degno di nota per eventuali approfondimenti sulla politica fiscale e sulla sostenibilità del debito. L’oro potrebbe riportare un rally sulla base della percezione che il deficit fiscale rimanga una questione in gran parte ignorata.
- iii) Riunione della Bce del 12 settembre: È probabile che la Bce procederà a un taglio dei tassi di 25 punti base, giustificato dai recenti dati sulla crescita e sull’inflazione nell’Eurozona. Non prevediamo che la Bce effettui un taglio dei tassi più ampio del previsto e, come sempre, cercherà di dare l’impressione di mantenere una posizione relativamente hawkish.
- iv) Riunione del FOMC della Fed del 18 settembre: È probabile che la Fed procederà con un taglio dei tassi di almeno 25 punti base e c’è la possibilità che opti per un taglio di 50 punti base, anche se molto dipenderà dall’andamento dei dati sull’inflazione nel frattempo.
- v) Riunione della Banca d’Inghilterra del 19 settembre: Si prevede che la BoE rimarrà in attesa, anche se notiamo che gli OIS (Overnight indexed swap) mostrano che i mercati hanno prezzato un taglio dei tassi con una probabilità del 30%, il che suggerisce che un taglio dei tassi non è del tutto fuori questione.
- vi) Riunione della Banca nazionale svizzera del 26 settembre: Si prevede che la BNS taglierà i tassi di 25 punti base nel corso della riunione e notiamo che i mercati si sono orientati a prezzare ulteriori tagli dei tassi nel corso del prossimo anno.
Se consideriamo la situazione attuale, ci rendiamo conto che stiamo assistendo a un ciclo di allentamento coincidente da parte di molte delle principali banche centrali. Questo sviluppo è altamente costruttivo per l’oro, perché riduce il costo relativo del possesso di oro per gli investitori. Ciò significa implicitamente che ci stiamo avviando verso uno scenario in cui i flussi finanziari avranno un ruolo maggiore nella determinazione del prezzo rispetto alla domanda sottostante di oro fisico.
Osserviamo che l’oro è scambiato con un premio ampio rispetto ai rendimenti dei TIPS decennali statunitensi, ma dal 2022 la relazione tra le due variabili è meno significativa. L’oro sembra scambiare a livelli solidi, nonostante l’aumento dei rendimenti nominali verso livelli materialmente più elevati. La prospettiva di un calo dei tassi d’interesse e, di conseguenza, dei rendimenti dei TIPS è vantaggiosa per l’oro perché implica una riduzione del costo opportunità relativo alla sua detenzione.
Notiamo che da metà luglio l’US Dollar Index sta scambiando su livelli più deboli. Il dollaro statunitense scambia ancora a livelli piuttosto elevati rispetto agli spread dei tassi, il che suggerisce che il mercato dei tassi ha prezzato le nuove prospettive in misura maggiore rispetto al mercato valutario. Ne consegue che l’USD può indebolirsi ulteriormente rispetto ai livelli attuali. I nostri modelli mostrano che un deprezzamento dell’1% dell’US Dollar Index è compatibile con un aumento di circa 8 dollari per oncia del prezzo dell’oro. Data la significativa sopravvalutazione del dollaro, questo indica che l’oro può effettivamente crescere ulteriormente se il biglietto verde si indebolisce in vista di un ciclo di riduzione dei tassi della Fed.
Il recente avvicinamento nei sondaggi relativi alle elezioni presidenziali statunitensi fa riflettere, in quanto i mercati ritenevano che una presidenza Trump sarebbe stata vantaggiosa per l’oro attraverso un aumento delle aspettative di inflazione – a causa degli effetti delle tariffe doganali, ecc. Se Harris continuerà ad essere in testa negli Stati in bilico, questo potrebbe pesare sull’oro solo in misura modesta, ma per il momento pensiamo che i cambiamenti di politica monetaria sottostanti rappresenteranno il fattore dominante.
Il principale rischio di ribasso per l’oro sarebbe se la Fed e le altre principali banche centrali rinviassero i loro cicli di riduzione dei tassi. Ciò appare improbabile, dato il più ampio calo delle prospettive di inflazione. Nel complesso, manteniamo una posizione strutturalmente rialzista per i prossimi mesi e anni e ci sono ora chiari rischi di rialzo per le nostre previsioni, che potremmo rivedere al rialzo a seconda dell’entità dei tagli dei tassi delle banche centrali a settembre.