Perché mi sono letto avidamente le 319 pagine del PNRR nel week-end del 25 aprile? Perché è un documento scritto in modo chiaro (finalmente!), spiega come 222,1 miliardi di euro assegnati all’Italia verranno usati e va a toccare molti temi dei megatrend demografici, tecnologici e ambientali da noi trattati nel libro “Investire nei megatrend del futuro” e in questo sito.
Indice
Perché leggere il PNRR
Leggere la bozza del PNRR mi ha permesso di capire tre cose:
- la prima, è che abbiamo anticipato (nei nostri libri e nel sito) molti dei temi che verranno finanziati dal Governo nei prossimi cinque/dieci anni;
- la seconda, è la conferma che investire nei megatrend è la cosa giusta da fare;
- la terza, che il PNRR ci offre una guida alla ricerca di quei settori economici ed aziende italiane che godranno di questo piano di sviluppo del Paese.
Per studiare il PNRR (nella bozza rilasciata venerdì 23 aprile) andate in fondo a questo articolo dove trovate il documento in formato pdf. Altrimenti continuate a leggere qui sotto il riassunto che ne faccio io con i punti che mi hanno colpito di più.
Lo stato del Paese nella nota di Mario Draghi
La prima cosa che mi ha colpito nella lettura del testo è la schiettezza con cui Mario Draghi ha snocciolato i problemi che affliggono l’Italia. Si capisce subito che Draghi non è un politico, sa fare di conto e non è avvezzo a “indorare la pillola”.
Nella prima pagina leggiamo che: “La crisi si è abbattuta su un Paese già fragile dal punto di vista economico, sociale ed ambientale. Tra il 1999 e il 2019, il PIL in Italia è cresciuto in totale del 7,9 per cento. Nello stesso periodo in Germania, Francia e Spagna, l’aumento è stato rispettivamente del 30,2, del 32,4 e 43,6 per cento. Tra il 2005 e il 2019, il numero di persone sotto la soglia di povertà è salita dal 3,3 per cento al 7,7 per cento della popolazione – prima di aumentare ulteriormente nel 2020 fino al 9,4 per cento“
Se non fosse chiaro, in vent’anni il PIL è cresciuto del 7,9% (in Germania del 43%) e il numero di italiani poveri è triplicato arrivando al 10% della popolazione.
Poi leggiamo che “la produttività totale dei fattori, un indicatore che misura il grado di efficienza complessivo di
un’economia, è diminuita del 5,8 per cento tra il 2001 e il 2019, a fronte di un generale aumento a livello europeo.”
Non va meglio sul fronte occupazionale, tanto che: “i giovani sono tra le categorie più colpite dalle ricadute sociali ed economiche dell’epidemia di nuovo coronavirus…“
Viene specificato che: “tra le cause del deludente andamento della produttività c’è l’incapacità di cogliere le
molte opportunità legate alla rivoluzione digitale. Questo ritardo è dovuto sia alla mancanza di infrastrutture adeguate, sia alla struttura del tessuto produttivo italiano, caratterizzato da una prevalenza di piccole e medie imprese”.
E sul fronte del digitale e dell’innovazione tecnologica il nostro Paese è al 24esimo posto su 27 paesi membri, battuto solo da Bulgaria, Romania e Grecia, che sono meno digitalizzate di noi!
A fronte di un quadro disastroso dell’Italia, che emerge dalla lettura delle 300 pagine del rapporto, lo stesso Draghi non è del tutto pessimista ricordandoci che gli Italiani hanno saputo ricostruire il Paese nel dopoguerra diventando in pochi anni quel “Miracolo Economico” che tutti ricordiamo.
I fondi europei in arrivo
Ci serve un piano (e l’abbiamo sotto forma di PNRR) e i fondi per ridare slancio al Paese, che arrivano abbondanti grazie al Next Generation dell’Unione Europea. Anzi, Italia e Spagna saranno i maggiori beneficiari come si vede nella grafica qui sotto!
Come spiega il documento, “il programma Next Generation EU comprende due strumenti di sostegno agli Stati membri. Il REACT-EU è stato concepito in un’ottica di più breve termine (2021-2022) per aiutarli nella
fase iniziale di rilancio delle loro economie. IL RRF ha invece una durata di sei anni, dal 2021 al 2026 per un importo globale di 672,5 miliardi di euro.”
Come si legge sul sito del Governo, il Piano italiano prevede investimenti pari a 191,5 miliardi di euro, finanziati attraverso il Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza a cui vanno aggiunti 30,6 miliardi di un Fondo complementare, finanziato attraverso lo scostamento pluriennale di bilancio approvato nel Consiglio dei ministri del 15 aprile. Il totale degli investimenti è di 222,1 miliardi di euro.
Il PNRR in sintesi
Il programma nazionale è strutturato sulla base delle sei aree di intervento (pilastri) definiti dal Regolamento RRF:
- Transizione verde;
- Trasformazione digitale;
- Crescita intelligente, sostenibile e inclusiva;
- Coesione sociale e territoriale;
- Salute e resilienza economica, sociale e istituzionale;
- Politiche per le nuove generazioni, l’infanzia e i giovani.
Leggendo il PNRR trovate sei “Missioni” che si articolano in sedici “Componenti” ciascuno dei quali riporta le aree di intervento, le priorità e i budget di spesa.
I temi a noi cari
Nelle 300 pagine del PNRR emergono molti dei temi a noi cari, che abbiamo trattato nel libro “Investire nei megatrend del futuro” e nel sito. Ecco qui alcuni spunti di riflessione per crearsi degli scenari di investimento tematici e investire nell’ecosistema di aziende che parteciperanno ai progetti di sviluppo (cliccando sui link trovate gli articoli del sito che ne parlano):
- Idrogeno
- Agritech
- Fabbrica 4.0, automazione, robotica, AI
- Mobilità elettrica
- Economia circolare e trattamento dei rifiuti
- Green energy, Smart Grid
- Batterie
- Tecnologie per la sanità e l’assistenza domiciliare (Sanità 4P)
- Droni, satelliti, e sistemi di Unmanned Traffic Management (UMT)
- identificazione di centri nazionali di R&S (cluster, di cui abbiamo scritto nei nostri libri) su intelligenza artificiale, ambiente ed energia, quantum computing, idrogeno, biofarma, agritech, fintech, scienza quantistica e tecnologie dei materiali avanzati, mobilità sostenibile, tecnologie applicate e patrimonio culturale.
Nella vastità del piano, una mancanza mi ha colpito. Non si parla di energia nucleare! Eppure, a mio avviso sarà uno dei componenti fondamentali per raggiungere le quote di decarbonizzazione previste per il 2030 e il 2050.
La bozza integrale del PNRR da scaricare
Adesso tocca a voi! Io (al contrario di tanti altri) non vi regalo la pappa pronta, anche perché farei torto ai miei clienti che pagano le mie consulenze di scenario e di portafoglio.
Vi stimolo invece a creare i vostri scenari di investimento partendo da tutto il materiale che vi mettiamo a disposizione attraverso il sito e i libri.
La bozza integrale del PNRR che trovate qui è stata rilasciata dal Governo venerdì 23 aprile, quindi potrebbe essere lievemente diversa dalle revisioni successive. Potete leggerla qui sotto o aprirla in una nuova scheda del browser e scaricarla cliccando su questo link (formato del file: pdf).
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