Mancano tre mesi esatti alle presidenziali statunitensi: Harris-Trump, quali sono i temi su cui puntare? I due team candidati (Harris-Walz per i Democratici e Trump-Vance per i Repubblicani) sono ormai in giro per gli States h24 tra comizi e bagni di folla. Definite quindi anche le politiche che gli sfidanti vorrebbero attuare se eletti.
Morgane Delledonne, Head of Investment Strategy Europa di Global X, in questo intervento riassume le posizioni di Harris e Trump evidenziando quali sono i temi su cui puntare nella gara Harris Trump e le aree di investimento che offrono le opportunità più interessanti.
I mercati delle scommesse dicono che al momento la corsa alla presidenza degli Stati Uniti è piuttosto serrata. Harris ora è la favorita, con una probabilità di vittoria del 52% contro il 48% di Trump. Negli Stati in bilico, Harris è in stretto vantaggio su Trump in Arizona, Nevada e Wisconsin. Trump ha un piccolo vantaggio in North Carolina e Pennsylvania, mentre i due candidati sono in parità in Georgia. L’avanzata di Harris nei sondaggi a livello nazionale è stata trainata soprattutto dalla crescita del gradimento tra i democratici e gli indipendenti, con una valutazione superiore a quella che Biden o Trump hanno ottenuto in tutto il ciclo elettorale.
Come potrebbe evolvere la politica economica dopo le elezioni? Harris si è detta favorevole all’abrogazione totale del Tax Cuts and Jobs Act voluto da Trump nel 2017, che scade nel 2025. In caso di vittoria di Harris, la probabile abrogazione di questo provvedimento, che ha abbassato le imposte sul reddito delle società dal 35% al 21%, potrebbe avere un impatto negativo sul 10% delle multinazionali statunitensi che hanno beneficiato maggiormente di esso. Il LIFT the Middle-Class Act di Harris includerebbe invece crediti d’imposta per i contribuenti a basso reddito, che potrebbero essere finanziati da un aumento delle aliquote fiscali per le persone fisiche e per le imprese, ed eventualmente dall’introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie. Il successo dell’approvazione e dell’attuazione di questo programma dipenderà dalla composizione del Congresso.
D’altro canto, i temi legati all’energia pulita potrebbero presentare opportunità in caso di vittoria di Harris. I Democratici sono sempre stati a favore di un forte sostegno federale per le rinnovabili e si prevede che l’orientamento verso sostanziali investimenti e incentivi federali per le infrastrutture di energia pulita dovrebbe continuare. L’Inflation Reduction Act (IRA) e il CHIPS Act, che rappresentano circa 500 miliardi di dollari di nuove spese e agevolazioni fiscali, sono stati concepiti proprio per aumentare la competitività degli Stati Uniti in tecnologie come le energie rinnovabili, le batterie per veicoli elettrici e i semiconduttori. Dall’approvazione delle leggi nell’agosto 2022, gli investimenti privati in questi settori ammontano a 877 miliardi di dollari.
Tuttavia, l’IRA potrebbe essere almeno in parte abrogata in caso di ondata rossa (cioè se Trump vincesse e i repubblicani conquistassero Camera e Senato), con temi come l’energia solare, l’energia eolica e i veicoli elettrici che rischiano maggiormente di fare un passo indietro.
Al contrario, in caso di vittoria di Trump potrebbero esserci opportunità nelle tecnologie per la difesa. Le amministrazioni repubblicane sono favorevoli a un aumento della spesa in questo senso, come dimostrano proposte come quella del senatore Roger Wicker di aumentare la spesa per la difesa al 5% del PIL, che aggiungerebbe 55 miliardi di dollari al bilancio della difesa per l’anno fiscale 2025. Trump durante la sua presidenza ha già aumentato notevolmente l’uso dei droni nell’Asia sud-occidentale e in Africa, utilizzando con successo velivoli senza pilota per attaccare i leader terroristici.
In ogni caso, c’è almeno un tema che appare ben posizionato indipendentemente dall’esito elettorale: quello delle infrastrutture. Due delle tre principali leggi a sostegno delle infrastrutture, infatti, sono state sostenute sia dai Democratici che dai Repubblicani: l’Infrastructure Investment and Jobs Act (IIJA), che prevede 1.200 miliardi di dollari per i trasporti e le infrastrutture, e il CHIPS and Science Act of 2022, che mira a rafforzare la produzione, le catene di approvvigionamento e la sicurezza nazionale nel settore dei semiconduttori. È improbabile, dunque, che il trend industriale dell’onshoring e della modernizzazione delle infrastrutture statunitensi siano influenzati dall’esito delle elezioni.