Con questo nuovo articolo dedicato alla fine del petrolio, faccio seguito al mio precedente articolo del 15 settembre dal titolo “Bp decreta la fine dell’era del petrolio” che raccontava la decisione della storica società petrolifera di ridurre il suo impegno nel settore degli idrocarburi per dedicarsi alla produzione di energie rinnovabili. Adesso è la volta della società di risk management e quality assurance DVN GL che ha appena rilasciato il suo corposo Outlook annuale sul settore energetico “Energy Transition Outlook 2020” scaricabile cliccando sul link sia in formato completo, sia nel solo executive summary.
Come spiega il presidente del gruppo, Remi Eriksen, “è in corso una massiccia e continua elettrificazione del sistema energetico globale; dove l’elettricità è oggi meno del 20% del mix energetico, sarà più del doppio della sua quota entro il 2050. Durante quel periodo, il solare fotovoltaico crescerà di 25 volte e l’eolico di 10 volte, e in quote più o meno uguali insieme saranno responsabili oltre il 60% dell’elettricità generata entro il 2050. Il crollo dei costi e i progressi tecnologici nelle energie rinnovabili sono notevoli, e da nessuna parte più che nell’eolico offshore fisso e galleggiante. L’elettricità alimentata da fonti rinnovabili è il principale motore per accelerare i guadagni di efficienza nel nostro sistema energetico globale che supererà sia la crescita della popolazione che del PIL, in modo tale che il mondo raggiungerà il picco di approvvigionamento di energia primaria in poco più di un decennio da oggi.”
Faccio notare che Eriksen dice che i progressi maggiori si stanno facendo nell’eolico offshore fisso e galleggiante, ovvero nell’installazione di grandi turbine eoliche in alto mare.
Lo spieghiamo anche nel nostro libro Investire nei megatrend del futuro, dicendo che (riporto dal capitolo del libro) i produttori di Oil & Gas stanno dimostrando un forte interesse per il mondo delle rinnovabili, con particolare attenzione alle applicazioni off-shore dell’eolico, dove possono traslare l’esperienza che deriva dalla complessa gestione delle piattaforme petrolifere d’alto mare.
Un esempio sono i progetti dell’azienda petrolifera norvegese Equinor (EQNR) che ha inventato Hywind, un’innovativa turbina eolica alta 254 metri che galleggia come una boa oceanica come si vede nella figura tratta dal sito della società, che vi consiglio di guardare per gli innumerevoli case study in materia di integrazione dell’eolico nel business dell’Oil.
Il motivo di tanto interesse per solare ed eolico da parte settore Oil & Gas è duplice: in primo luogo, per sfruttare il ricco mercato di queste energie nei prossimi decenni; in secondo luogo, l’attivazione di progetti di energia verde le aiuta a diventare “business sostenibili per l’ambiente”, con tutti i vantaggi per l’immagine dell’azienda, per l’accesso al credito (con la possibilità di emettere green bond) e per il valore delle azioni in borsa.
Tornando all’Outlook di DNV GL, un’analisi completa è dedicata all’impatto del Covid-19 sul picco di consumi di idrocarburi. Sempre secondo il report, la pandemia COVID-19 avrà un forte impatto sull’uso globale di energia a breve termine. La domanda di energia scenderà dell’8% nel 2020 e, con una lenta ripresa, la previsione della domanda di energia di DNV GL è ribassata dell’8% fino al 2050. La pandemia ha anche anticipato il picco delle emissioni e porterà a un precedente plateau di utilizzo dell’olio come si vede dalla figura seguente.
L’Outlook sottolinea anche che da qui al 2050 il settore che consumerà più energia non sarà quello dei trasporti bensì quello dell’immobiliare, ovvero il consumo di energia richiesto dalle grandi città per vivere e crescere.
Come scriviamo nel capitolo dedicato alle megalopoli del nostro libro Investire nei megatrend del futuro, le grandi città sono dei complessi sistemi energivori il cui metabolismo può essere scomposto in diverse tipologie di consumi, che le rende uniche e ne identifica il livello di sviluppo: per esempio New York è la città che consuma più energia per i trasporti al mondo, mentre Mosca è la prima nei consumi energetici per riscaldamento.
Qui sotto riporto la figura di DNV GL con la scomposizione della domanda di energia per settore dal 1980 al 2050.
Infine, vale la pena mostrare la complessa e colorata infografica che racconta la transizione energetica fino al 2050. Questa figura vale più di mille parole. Vi consiglio di dedicare un paio d’ore a leggere questo interessante Outlook che permetterà all’investitore di orientare le sue scelte di investimento nelle diverse tipologie di energie (rinnovabili e non) con un orizzonte temporale di medio e lungo periodo.