Gli investitori stanno sottovalutando l’azionario emergente, che potrebbe essere pronto a sovraperformare anche se i tagli della Fed dovessero allontanarsi.
Lo sostiene Trevor Yates, analista di Global X, secondo cui il ciclo economico globale potrebbe aver toccato il fondo, come segnala il rimbalzo degli indici PMI e dei prezzi di alcune materie prime. In un contesto di accelerazione della crescita, le aziende dei mercati emergenti – più legate alla manifattura e al settore industriale – dovrebbero tornare a macinare utili.
In vista del 2024, i mercati prevedevano che il ciclo di allentamento della politica monetaria della Fed avrebbe rilanciato le performance azionarie. Gli investitori si chiedevano che tipo di atterraggio avremmo avuto, ma ritenevano anche che il minor costo del capitale non solo avrebbe stimolato la crescita economica, ma avrebbe anche favorito un’espansione dei multipli. Tuttavia, dall’inizio dell’anno, le aspettative sui tagli sono scese da sette a soltanto due. La domanda è quindi: se le aspettative sulla riduzione dei tassi si sono allontanate, cosa può spingere un rally dei mercati emergenti?
Dopo l’iniziale boom della crescita economica mondiale post-pandemia, abbiamo assistito a un brusco rallentamento dei consumi, che ha esercitato una pressione notevole sui settori industriali e manifatturieri globali. Ciò ha pesato in modo significativo sui Paesi esportatori, come la Cina e il Vietnam, e sulle economie basate sulle materie prime, come il Brasile e il Cile. Tuttavia, guardando al futuro, vediamo segnali di inversione del ciclo, con tutti i principali indici PMI in miglioramento e con gli Stati Uniti e la Cina ora in territorio espansivo.
Abbiamo anche assistito a una ripresa di alcune materie prime, con il rame e il Brent che sono saliti rispettivamente del 18% e del 24% rispetto ai loro recenti minimi. Un rally a fronte di una svolta “higher for longer” è notevole e suggerisce che la performance è stata guidata più dalle dinamiche della domanda e dell’offerta che dalle previsioni sui tassi di interesse. I dati e i mercati continuano a segnalare che abbiamo raggiunto il fondo del ciclo, fornendo potenzialmente un potente sfondo per le prospettive di crescita globale.
In prospettiva, continuiamo a ritenere che questa spinta ciclica supererà la volatilità dei tassi d’interesse. Notiamo inoltre che i 50 punti base di tagli attualmente previsti dai mercati per il 2024 sono inferiori al ritracciamento registrato finora e ben al di sotto degli oltre 500 punti di rialzi registrati nel ciclo del 2022/23. Pertanto, anche in una situazione in cui il FOMC non taglierà i tassi – che non è la nostra ipotesi di base né quella del mercato – rimaniamo positivi sugli asset dei mercati emergenti.
Pensiamo infatti che possano risultare particolarmente avvantaggiati dall’accelerazione della crescita economica globale per tre ragioni principali:
- In primo luogo, le economie dei mercati emergenti rimangono in gran parte guidate dai settori manifatturiero e industriale, il che le rende più legate al ciclo economico globale rispetto a molte economie sviluppate. Questa natura ciclica delle loro economie le rende un gioco a leva sull’accelerazione della crescita economica.
- In secondo luogo, l’aumento della domanda di materie prime dovrebbe tradursi in un aumento dei prezzi, soprattutto per le materie prime cicliche come il rame, di cui gli emergenti sono stati responsabili della maggior parte dell’offerta globale nel 2023. Questi prezzi più elevati delle materie prime probabilmente stimoleranno la crescita dei salari e forniranno spazio per un aumento della spesa pubblica, che potrebbe tradursi in livelli più elevati di consumo nei paesi emergenti.
- Infine, la precedente decelerazione della crescita globale indica che gli utili dei mercati emergenti partono da una base di partenza bassa. Questo potenziale rialzo ciclico degli utili, unito al fatto che le valutazioni dei titoli EM sono inferiori ai livelli storici mentre le società vantano attualmente un ROE superiore alla media, rende questo momento un punto di ingresso interessante, a nostro avviso.
Riteniamo che la crescita economica globale abbia toccato il fondo e sia ora pronta a riaccelerare per il resto del 2024. La natura ciclica delle economie emergenti dovrebbe posizionarle bene per essere beneficiare di questa tendenza. Il recente rally a fronte del calo delle aspettative di taglio dei tassi della Fed è incoraggiante, e i due tagli previsti potrebbero essere un ulteriore catalizzatore per l’espansione dei multipli. Nel complesso, questo potente vento di coda ciclico ci rende ancora più convinti della nostra visione rialzista per l’azionario emergente, un asset class che riteniamo trascurata, sottovalutata e ora matura per una sovraperformance.