Cosa può succedere all’economia europea e ai suoi mercati finanziari con le elezioni francesi di fine giugno? Ce lo spiega Patrice Gautry, Chief Economist di Union Bancaire Privée (UBP).

Le elezioni parlamentari europee tenutesi il 9 giugno hanno visto una sorprendente ascesa dei partiti di destra, con il Rassemblement National (RN) francese che ha guadagnato un numero significativo di seggi. I risultati delle elezioni hanno scosso i mercati europei, ma quali sono le reali implicazioni di questi cambiamenti?

Patrice Gautry, Chief Economist di Union Bancaire Privée (UBP)

Equilibri di potere invariati a livello europeo

Nonostante questo risultato inatteso, gli equilibri di potere a livello europeo rimangono sostanzialmente invariati. Prevediamo che continuerà a esservi stabilità, dato che a rimanere alla guida del Parlamento europeo è ancora il Partito Popolare Europeo (PPE). Tuttavia, il nuovo panorama dovrebbe indurre la prossima Commissione europea a modificare le proprie priorità, con un allontanamento dalle iniziative relative agli investimenti verdi e dal processo di allargamento dell’UE. Le politiche di difesa e di immigrazione dovrebbero invece passare in cima all’agenda.

Le elezioni lampo in Francia suscitano incertezze economiche

A seguito dei risultati delle elezioni europee, il Presidente Emmanuel Macron ha indetto elezioni legislative lampo. Gli investitori hanno rapidamente reindirizzato la loro attenzione sul panorama politico francese, provocando un forte calo del CAC 40 e una maggiore pressione sui titoli sovrani francesi. Le banche francesi hanno perso in media il 9,3%, le società di infrastrutture l’8,5%, i servizi di pubblica utilità il 5,0% e il lusso il 3,1%.

La reazione iniziale dei mercati evidenzia la preoccupazione per l’ascesa del RN e per le sue politiche economiche meno favorevoli al mercato. Per gli investitori i due scenari più preoccupanti rimangono una maggioranza assoluta del RN in Francia (potenzialmente raggiungibile attraverso una coalizione con altri partiti di destra) così come una maggioranza assoluta del Front Populaire a sinistra dello spettro politico, anche se tra i partiti politici francesi una “Frexit” sembra fuori discussione. Tuttavia, i costi associati alle varie misure proposte potrebbero riaccendere l’inflazione, attualmente al 2,7% (a fine maggio), e ritardare il ritorno alla disciplina fiscale, con il deficit e il debito pubblico in aumento.

Prospettive per le asset class

Poiché si prevede che la volatilità rimarrà elevata fino ai risultati del secondo turno delle elezioni legislative francesi, acquistare azioni francesi a seguito del sell-off del CAC sembra prematuro. I settori sensibili alla macroeconomia, ai tassi d’interesse, alle normative e ai contratti pubblici restano particolarmente a rischio. Ad esempio, gli investitori sono preoccupati per il comparto industriale a causa delle potenziali riduzioni dei sussidi verdi e del rallentamento dell’economia. Ci sono preoccupazioni anche per i settori delle infrastrutture e dei media a causa dei rischi associati alla nazionalizzazione.

Le agenzie di rating hanno messo in guardia sulla capacità del futuro governo francese di contenere il deficit di bilancio e di gestire il debito a medio termine, con il rischio di un potenziale declassamento del debito francese. Hanno avvertito che la manovrabilità fiscale è limitata e che, in assenza di ulteriori slittamenti fiscali, le misure proposte potrebbero richiedere ulteriori tasse. Tuttavia, il rischio di un declassamento del rating non è imminente, in quanto, se si concretizzerà, richiederà tra i 12 e i 18 mesi.

Sul fronte valutario, l’annuncio delle imminenti elezioni francesi ha portato a un modesto calo dell’euro rispetto al dollaro statunitense, che ora si aggira appena sopra 1,07, un segnale che il rapporto tra le due valute rimarrà probabilmente sotto pressione fino a quando non saranno chiari i risultati delle elezioni.

A causa di queste recenti incertezze politiche e della mancanza di visibilità, manteniamo un atteggiamento cauto sull’Eurozona e abbiamo ridotto tatticamente la nostra convinzione, privilegiando il Regno Unito e la Svizzera.