Joe Biden sta risollevando le sorti degli Stati Uniti d’America con un piano da 4 trilioni di dollari e con una campagna vaccinale aggressiva. Per questo motivo è stato paragonato a Roosevelt. Vediamo le similitudini tra il periodo 1925-1945 e quello che stiamo vivendo e come investirci.
Indice
Analisi dei mercati USA tra bolla speculativa ed economia in crescita
Andrea Siviero, Investment strategist di Ethenea Independent Investors Sa è dell’idea che “Joe Biden ha posto molta enfasi sull’agire rapidamente durante i suoi primi 100 giorni di presidenza. Le sue priorità sono state quelle di combattere la pandemia di Covid-19 e fornire assistenza economica alle famiglie americane, oltre che far riacquisire credibilità internazionale al paese”.
E Siviero specifica anche che “sul fronte della pandemia, Biden ha posto alla sua amministrazione l’obiettivo di vaccinare 100 milioni di americani nei suoi primi 100 giorni di mandato: ci sono voluti solo 50 giorni per mantenere quella promessa. Il rilancio dell’economia ha ricevuto una spinta decisiva dal pacchetto di aiuti da 1,9 trilioni di dollari per il coronavirus, l’American Rescue Plan, a cui ora potrebbe aggiungersi l’American Jobs Plan. A livello internazionale, Biden ha rifocalizzato la politica estera degli Stati Uniti sulla diplomazia e il multilateralismo, facendo un passo oltre all’era dell’imprevedibilità”.
Lo sviluppo dell’economia americana si innesta nel contesto di un mercato azionario e obbligazionario gonfiato da una bolla speculativa senza pari. Ne ho parlato in un articolo il 22 marzo e in un’intervista televisiva di mezz’ora il 29 marzo che vi consiglio di vedere.
Il “Piano Mashall” di Biden
Vediamo quindi in dettaglio questo nuovo “Piano Marshall” destinato a risollevare gli Stati Uniti d’America con l’aiuto di un dettagliato articolo pubblicato dal New York Times il 28 di aprile.
Il programma non comprende solo pagamenti diretti ai cittadini statunitensi, integrazioni ai sussidi di disoccupazione e un ampliamento dei crediti d’imposta per i minori, ma anche un finanziamento supplementare destinato al piano vaccinale.
Oltre a questo, Biden ha presentato un piano di investimenti infrastrutturali una tantum di oltre 2 trilioni di dollari, l’American Jobs Plan, che mira a ricostruire strade, riparare ponti, accelerare la lotta contro il cambiamento climatico e investire nella ricerca, creando milioni di posti di lavoro.
Qui sotto vediamo la grafica del New York Times con la ripartizione dei 4 trilioni di dollari per categoria di spesa.
Biden come Roosevelt?
A questa domanda rispondono sia Andrea Siviero sia uno dei guru della finanza globale, Ray Dalio, fondatore dell’hedge fund Bridgewater Associates. “Joe Biden ha iniziato la sua presidenza affrontando una serie di problematiche straordinarie”, conclude Siviero. “In linea con lo spirito del New Deal di Franklin D. Roosevelt, l’ex vice presidente ha elaborato un programma ambizioso per i suoi primi 100 giorni di mandato.”
Gli fa eco Ray Dalio, che in uno dei suoi interessantissimi post su Linkedin (che vi consiglio caldamente di leggere anche solo per vedere i grafici che comparano i due periodi storici) ha spiegato ai lettori le similitudini degli accadimenti economici e finanziari del periodo 1925-1945 con il periodo 2005-2025 che stiamo vivendo.
Queste similitudini sono descritte anche nel suo capolavoro il via di pubblicazione “The Changing World Order” di cui ho fatto la recensione in questo lungo articolo che potete sempre trovare nel sito.
I ruggenti anni Venti a un secolo di distanza
Secondo Ray Dalio i ruggenti anni ’20 e il ruggente periodo 2000-07 hanno entrambi prodotto una grande crescita del debito, grandi divari di ricchezza e bolle che sono scoppiate quando ci sono state le strette.
Le strette hanno portato ad aumenti dei tassi a breve termine che hanno portato a gravi indebitamenti e flessioni economiche che hanno portato a grandi allentamenti che hanno portato i tassi d’interesse a breve termine allo 0%.
Poiché la Fed aveva bisogno di allentare ancora di più, ma non poteva farlo abbassando i tassi di interesse quando i tassi di interesse hanno raggiunto lo 0%, ha stampato molto denaro e ha comprato obbligazioni.
Poiché i tassi a breve, che erano un investimento terribile perché l’inflazione aumentava erano bloccati intorno allo 0% e si poteva prendere in prestito a tassi così bassi e raccogliere il carry trade (cioè tenere obbligazioni finanziate prendendo in prestito contanti), ciò rendeva le obbligazioni un investimento redditizio anche se offrivano un tasso di interesse ridicolo.
Ma il contante era l’investimento peggiore in quanto non forniva alcun rendimento nominale e rendimenti reali significativamente negativi man mano che l’inflazione diventava più alta. Quei bassi tassi d’interesse e tutta quella stampa di denaro fecero salire i prezzi di quasi tutto, in particolare dell’oro e delle azioni.
Inoltre, la ricchezza e i divari politici portarono ad uno spostamento da un orientamento repubblicano/destro ad uno democratico/sinistro e a grandi mosse per stimolare l’economia e ridistribuire la ricchezza attraverso politiche fiscali e monetarie. Sotto Roosevelt il governo federale aumentò sostanzialmente la sua spesa , prima per i programmi sociali e poi per la guerra.
Notate anche voi qualche similitudine tra il periodo 1925-1945 e quello che stiamo vivendo da dieci anni? Ottimo! Ricordatevi come è finita poi… con una Guerra Mondiale. Magari non finirà così anche stavolta ma Ray Dalio nel suo libro che vi ho consigliato ipotizza anche venti di guerra (tra Cina e USA).
Dove investire in USA
Sicuramente nelle infrastrutture pubbliche e nella transizione energetica! Basta guardare come è divisa la torta dei 4 trilioni di dollari pubblicata sopra. Ne abbiamo scritto in questo articolo che spiega in dettaglio le opportunità di investimento.
Ricordiamo che l’infrastruttura degli USA si sta letteralmente sgretolando. Un miglio ogni cinque delle autostrade è in “cattive condizioni”; decine di milioni di americani non hanno accesso alla banda larga ad alta velocità e le nostre scuole pubbliche cadono a pezzi. Secondo il World Economic Forum gli USA sono la nazione più ricca del mondo, ma sono al 10° posto nella qualità complessiva delle infrastrutture.
Da qui, l’ambizioso piano di ricostruzione infrastrutturale del neo-presidente che prevede un investimento da 1,3 trilioni di dollari in dieci anni per risollevare il Paese e la sua classe media dal declino, competere nell’economia globale e raggiungere l’obiettivo “Zero-Emission”.
Conclusioni
Concludo questo articolo con le parole di Andrea Siviero, con cui abbiamo aperto. “Joe Biden ha iniziato la sua presidenza affrontando una serie di problematiche straordinarie. Anche se, finora, ha avuto successo nel realizzare le sue principali priorità – combattere la pandemia di Covid-19 e far ripartire l’economia – sta ancora affrontando sfide estremamente difficili per realizzare le promesse della sua campagna. Una volta che l’emergenza pandemica sarà sotto controllo e il periodo di luna di miele sarà finito, Joe Biden avrà bisogno di tutta la sua esperienza per portare avanti la sua agenda politica”.