Gli attacchi Houthi nello stretto di Bab el-Mandeb, tra il Mar Rosso e il Golfo di Aden, continuano a rappresentare una seria minaccia per il trasporto marittimo globale, ben oltre le iniziali aspettative di una rapida risoluzione. Con la maggior parte del traffico merci deviato intorno al Capo di Buona Speranza e i prezzi del trasporto in costante aumento, il settore si trova ad affrontare una fase cruciale di trasformazione.

Il nuovo white paper di Boston Consulting Group, “What’s Next for Container Shipping in the Red Sea Crisis”, esplora gli scenari futuri per la navigazione marittima e le possibili strategie per superare le sfide logistiche causate dal conflitto, facendo seguito a una prima analisi già diffusa nella prima parte dell’anno.

Il contesto della crisi

Gli Houthi affermano che gli attacchi siano una dimostrazione di solidarietà verso i palestinesi e di opposizione all’offensiva israeliana contro Hamas nella Striscia di Gaza. Tuttavia, la maggior parte degli obiettivi colpiti non ha alcun legame evidente con Israele o i suoi alleati, e sono state persino prese di mira navi che trasportavano aiuti umanitari verso lo Yemen. Utilizzando tattiche di guerriglia combinate con droni e lanciatori mobili, gli Houthi hanno condotto decine di attacchi, causando danni significativi a numerose navi cargo e provocando anche vittime civili.

Impatto sul commercio globale

Prima della crisi, il Mar Rosso gestiva il 12% del commercio mondiale e il 40% degli scambi tra Asia ed Europa, rappresentando di gran lunga la rotta più conveniente dall’Asia orientale all’Europa. Lo stretto di Bab el-Mandeb da solo vedeva transitare un terzo del traffico container globale.

Le compagnie di navigazione hanno dovuto adattarsi rapidamente, reindirizzando quasi tutte le loro navi sulla rotta del Capo di Buona Speranza, con un conseguente aumento del 30% dei tempi di trasporto dall’Asia all’Europa settentrionale. Il traffico nel Canale di Suez è crollato di oltre la metà.

Conseguenze economiche

Le tariffe di trasporto globali hanno subito inizialmente un’impennata, triplicando a gennaio 2024 rispetto all’anno precedente. Dopo una breve flessione a marzo, i prezzi hanno ripreso a salire, superando i livelli precedenti. Le compagnie di navigazione hanno cercato di proteggere le catene di approvvigionamento dei loro clienti, assorbendo parte dei costi operativi e ottimizzando l’utilizzo delle navi.

Scenari futuri

Gli esperti delineano quattro possibili scenari per l’evoluzione della crisi:

1. Una “fine silenziosa” entro l’autunno 2024, con una graduale ripresa della normalità nel 2025

2. Un’escalation militare che porterebbe a una risoluzione forzata all’inizio del 2025

3. Una situazione di stallo che potrebbe protrarsi fino al 2026

4. Una crisi regionale più ampia che potrebbe causare la chiusura effettiva dello stretto di Bab el-Mandeb

Ripensare il futuro del trasporto marittimo

La crisi sta spingendo il settore a ripensare le proprie strategie. Le compagnie di navigazione devono:

– Accettare una nuova normalità di instabilità geopolitica

– Sviluppare maggiore resilienza

– Aumentare la propria agilità operativa

– Imparare dalla gestione delle crisi precedenti

– Avviare un rinnovamento strategico

Per gli spedizionieri e i proprietari delle merci, è fondamentale:

– Rivedere le reti di produzione

– Adeguare la distribuzione

– Riconsiderare le politiche di prezzo

– Valutare possibili alternative logistiche

La crisi del Mar Rosso sta evidenziando la necessità di un approccio più resiliente e flessibile al commercio marittimo globale, in un mondo sempre più caratterizzato da instabilità e incertezza geopolitica.