Giovedì scorso, l’OCSE ha pubblicato il suo ultimo Economic Outlook 2024 dal titolo “An unfolding recovery”. Un lavoro mastodontico che fotografa sia l’economia globale sia i singoli Paesi.
Trovate tutto al sito dedicato a questo link: https://www.oecd.org/economic-outlook/may-2024/
I testi sono in inglese, ma sono anche traducibili in automatico con DeepL.com (che vi consiglio sempre) o con ChatGPT.
L’Executive Summary dell’Outlook spiega che “… le prospettive globali hanno iniziato a migliorare, anche se la crescita rimane modesta. L’impatto delle condizioni monetarie più restrittive continua, soprattutto nei mercati immobiliari e del credito, ma l’attività globale si sta dimostrando relativamente resistente, l’inflazione sta scendendo più rapidamente di quanto inizialmente previsto e la fiducia del settore privato sta migliorando… Gli sviluppi continuano a divergere tra i vari Paesi, con risultati più deboli in molte economie avanzate, soprattutto in Europa, compensati da una forte crescita negli Stati Uniti e in molte economie di mercato emergenti.“
Ecco, la frase più interessante a mio avviso è l’ultima. Dove spiega che l’Europa è debole mentre crescono Stati Uniti e resto del mondo. L’Outlook Economico dell’OCSE si focalizza sulla crescita economica, e qui i dati sono un pugno nello stomaco che lascia senza fiato. Venerdì, nell’articolo dedicato al mio report intermarket mensile vi ho fatto vedere la grafica sulla crescita globale che riporto qui sotto.
Domanda: “Che possibilità abbiamo noi piccoli, anziani occidentali di sopravvivere con una crescita dello zero-virgola-qualcosa contro nazioni da 1 miliardo di persone che crescono del 4 o 5 o 6 per cento l’anno e possono oramai fare a meno di noi e delle nostre pregiate valute (tranne che per fare turismo)?“
Se poi ai magri dati del PIL europeo ci mettiamo i dati sull’inflazione, ecco che le speranze di sopravvivere in un mondo globale sempre più ricco, competitivo (per le risorse) e veloce sono sempre più ridotte. E anche questa slide è tratta dalla presentazione che potete scaricare qui: https://read.oecd-ilibrary.org/view/?ref=1265_1265108-ee6rdghes4&title=oecd-economic-outlook-presentation-may-2024
Se non vi basta ancora, questa è la contribuzione delle varie voci all’inflazione. Come ho scritto ieri nel Report intermarket sono i servizi la voce più pesante. D’altronde questo è un mondo di servizi, anche immateriali e digitali.
Infine, rispetto all’edizione precedente c’è una nuova sezione dedicata all’impatto dell’intelligenza artificiale sull’economia. E questa grafica credo che sia la pietra tombale per tanti programmatori software. Un mestiere ancora molto bene pagato, ma per quanto ancora?
Stessa domanda per chi come me ha fatto della scrittura una professione. In realtà, come ha spiegato il presidente dell’agenzia ANSA in una conferenza per giornalisti, il nostro compito cambierà e l’AI ci affiancherà nelle attività alla scrivania (ovvero, le redazioni dei giornali già molto sottili tenderanno a ridursi ancora) ma non potrà ancora sostituirci nelle attività sul campo (interviste, servizi dal vivo, ecc.). Io mi sono già posto la domanda su come cambierà il mio futuro lavorativo, tanto che ho iniziato a studiare “prompt engineering”. Se non sapete di cosa parlo, leggete la recensione del libro di domenica 5 maggio. E voi? Vi siete chiesti come AI e robotica possano cambiare il vostro futuro?
Giovedì è stata fatta una videoconferenza in inglese dagli economisti dell’OCSE che potrebbe interessarvi, dove sono state discusse queste slides. Eccola qui: https://oecdtv.webtv-solution.com/8c519363c159299bb37d7d1fdef62d3b/or/-Hybrid-Launch-of-the-OECD-Economic-Outlook-2024.html
Infine, una grande parte del lavoro dell’OCSE è stato fatto sui focus economici dei singoli Paesi. Quello dell’Italia è scaricabile qui: https://www.oecd.org/economy/Italy-economic-snapshot/
Concludendo, c’è tanta carne al fuoco, richiede un po’ di impegno leggere tutto e approfondire i dati ma credo che ogni investitore coscienzioso dovrebbe trovare il tempo per farlo. Capire dove va il nostro piccolo e pazzo mondo serve per orientare i portafogli di medio e lungo termine, oltre che per avere un’idea del destino di tutti noi. Europei e italiani per primi.