Cosa c’è dietro DeepSeek? Il fenomeno Deepseek ha sconvolto i mercati e fatto prendere una brutta imbarcata all’intero Nasdaq. Ma è veramente così semplice, ormai, realizzare modelli di AI? Ne abbiamo parlato qui nei giorni scorso. Ora a intervenire è Alessio Garzone, portfolio manager di Gamma Capital Markets, con una sua analisi ad ampio spettro che potete leggere qui sotto.

Immaginate di essere negli anni ‘70, in una tranquilla giornata d’estate. Il sole batte sull’asfalto mentre vi godete un caffè al bar, quando all’improvviso sentite un rombo assordante. Vi girate di scatto e vedete una Fiat 126 sfrecciare a velocità assurde. Non può essere. Non con quel motorino da città.

Qualcosa non torna. O la fisica è cambiata da un giorno all’altro o sotto quel cofano c’è qualcosa che non dovrebbe esserci.

La curiosità cresce, e un meccanico decide di metterci mano. Quando apre il cofano, rimane senza parole: qualcuno ha trapiantato un motore Ferrari dentro quella scatoletta a quattro ruote. Ma non solo. I freni sono Brembo, la sospensione è da competizione, la centralina sembra uscita direttamente da una Formula 1. Insomma, dall’esterno è sempre una Fiat 126, ma dentro è una supercar travestita da utilitaria.

Una storia folle, vero?

Eppure, è esattamente quello che sta succedendo oggi con DeepSeek, la startup cinese che ha improvvisamente messo paura a tutto il mondo dell’intelligenza artificiale. Sulla carta, il loro modello AI costa pochissimo, è più efficiente e richiede meno risorse rispetto ai colossi della tecnologia statunitense. Ma se apriamo il cofano e scaviamo un po’, troviamo un’anomalia: Singapore, un paese che fino a poco tempo fa era quasi irrilevante per NVIDIA, è diventato il secondo mercato più grande per le sue GPU, superando perfino Taiwan.

In altre parole, qualcuno sta facendo arrivare una quantità mostruosa di chip ultra-performanti a Singapore… e poi quei chip stanno sparendo nel nulla. Coincidenza? Oppure è proprio così che DeepSeek è riuscita a sviluppare il suo super-modello a basso costo?

Se questa teoria regge, allora il mercato sta guardando la Fiat 126 senza rendersi conto che sotto il cofano c’è un V12 da Formula 1, freni Brembo e un assetto da corsa. E se domani questa verità venisse a galla? Le implicazioni per NVIDIA, per i big dell’AI e per i mercati potrebbero essere enormi.

Benvenuti nel più grande mistero tecnologico del momento. Quindi: Cosa c’è dietro DeepSeek? Apriamo il cofano e vediamo cosa c’è dentro.

Immaginate di essere agenti sotto copertura. Il vostro compito è scoprire come una piccola startup cinese, DeepSeek, sia riuscita a costruire un modello AI competitivo con OpenAI spendendo una frazione del budget. La loro storia ufficiale è che hanno trovato un modo per ottimizzare i costi e ridurre l’uso di potenza di calcolo. Ma se la storia fosse un’altra?

Primo indizio: il boom di Singapore

Diamo un’occhiata ai dati sulle revenue per regione. Prima delle restrizioni USA sui chip, gli ordini da Singapore erano irrilevanti. Poi, boom.

Numeri che fanno riflettere:

  • Nel 2021 e inizio 2022, Singapore era un mercato secondario per NVIDIA.
  • Dopo le restrizioni USA sui chip verso la Cina, improvvisamente Singapore esplode come mercato di riferimento.
  • Nel 2024, Singapore supera Taiwan come secondo mercato dopo gli Stati Uniti.

Se DeepSeek sta utilizzando chip di fascia alta per il suo modello AI, ma ufficialmente non ha accesso ai prodotti di NVIDIA, da dove li sta prendendo?

Secondo indizio: il ruolo di Singapore

Singapore non è nota per la produzione di chip su larga scala, né ha una domanda interna tale da giustificare questi numeri. Ma è un hub commerciale strategico. E sappiamo che in passato è stata usata come punto di transito per tecnologie dirette verso la Cina.

Terzo indizio: DeepSeek è molto più grande di quanto si pensi

La narrativa ufficiale di DeepSeek è che sia una startup agile, con un modello AI costruito in modo economico e super efficiente. Ma la realtà è un’altra.

No, il training non è costato solo 6 milioni di dollari. Il valore delle GPU hours utilizzate è stato di 5,5 milioni di dollari, ma questa cifra esclude i costi per test, dati, modelli più piccoli e tutto il resto del training di DeepSeek R1.

No, non è un progetto secondario. DeepSeek è finanziato da High-Flyer, un hedge fund cinese che nel 2020 gestiva oltre 7 miliardi di dollari. Il team è composto da talenti di livello olimpico in matematica, fisica e informatica.

No, non hanno solo qualche GPU. Hanno un’infrastruttura di 50.000 GPU.

No, DeepSeek R1 non è un modello leggero. Il vero DeepSeek R1 è un modello Mixture-of-Experts da 671 miliardi di parametri, che richiede almeno 16 GPU H100 da 80GB ciascuna per funzionare (per intenderci le H100 sono tra i fiori all’occhiello di Nvidia e no, non possono essere vendute in Cina e no, non costano 4 spicci).

Sì, il modello DeepSeek R1 671B è molto potente. L’azienda lavora da oltre due anni su open science e AI.

⚠️ Ci sono sei versioni distillate di DeepSeek. Alcune sono ottimizzazioni di Qwen e Llama su 800k campioni senza RLHF, ma non sono il vero R1.

⚠️ Attenzione alla privacy. Il modello disponibile su chat.deepseek.com potrebbe utilizzare i dati degli utenti per addestrare nuovi modelli, come indicato nei termini di servizio.

Sì, la ricerca AI open-source avvantaggerà tutti nel lungo periodo.

Conclusione: il mistero si infittisce

Tornando alla nostra Fiat 126 con motore Ferrari, la morale della storia è chiara: se un’azienda con un budget limitato riesce a costruire qualcosa che sembra impossibile, non è magia. È perché c’è un pezzo del puzzle che nessuno sta guardando.

Ed è qui che la storia diventa davvero interessante.

Che ci siano nuovi competitor nell’AI è una buona notizia. Più concorrenza significa più innovazione, più domanda di chip e un’accelerazione tecnologica che avvantaggia l’intero settore. Abbiamo già visto il paradosso di Jevons in azione: più efficienza, più domanda, più crescita.

Ma c’è un problema. Un’azienda che sostiene di aver costruito un modello rivoluzionario ed economico, deve giocare secondo le stesse regole di tutti gli altri. Se DeepSeek ha davvero trovato un modo per aggirare le restrizioni USA attraverso Singapore, allora non stiamo più parlando solo di innovazione. Stiamo parlando di geopolitica, di strategie nascoste, di una partita a scacchi che pochi stanno osservando.

📌 Se i chip che usa arrivano davvero da Singapore, il mercato potrebbe svegliarsi improvvisamente e scoprire che questa “rivoluzione tecnologica” è in realtà una partita più grande, giocata ben oltre le regole ufficiali.

📌 E quando il mercato se ne accorgerà, le reazioni potrebbero essere imprevedibili.

Perché questa storia non riguarda solo l’AI, i chip o le startup cinesi. Riguarda il nuovo equilibrio di potere tecnologico globale.

E la vera domanda è: chi sta davvero guidando questa corsa?