Il 2022 delle commodity si prospetta ancora decisamente positivo. Secondo Nitesh Shah, Director Research di WisdomTree, ci sono tre driver che guideranno il trend delle materie prime il prossimo anno. Come evidenzia l’andamento del Crb Index.
Inflazione e commodity
In primo luogo saremo in presenza di un contesto inflazionistico più elevato rispetto agli ultimi decenni. “Sebbene già da tempo si parli di aumento dell’inflazione, il mercato sembra essere stato colto di sorpresa – spiega Shah – A nostro avviso, il mantra che le banche centrali recitano da tempo circa la transitorietà del quadro inflazionistico elevato risulta sempre meno credibile. Gli investitori che intendono proteggersi dall’inflazione elevata, in particolare da quella inattesa, dovrebbero considerare le commodity. Che si tratti dell’interruzione nell’operatività dei gasdotti con conseguente aumento del prezzo della benzina oppure di fenomeni di siccità con conseguente aumento del prezzo dei prodotti alimentari, sono molte le materie prime i cui prezzi reagiranno, offrendo una copertura naturale alle crescenti pressioni avvertite nel paniere dei consumi”.
Infrastrutture
Poi c’è da considerare il boom delle infrastrutture. In Europa, è stato dedicato un budget per la ripresa vicino ai 2,018 trilioni di euro, negli Stati Uniti, il Senato ha appena approvato un disegno di legge per le infrastrutture del valore di 1 trilione di dollari (ridotto rispetto al progetto originale di 2 trilioni della Casa Bianca, ma insolitamente con consenso bipartisan) e infine in Cina sebbene il governo centrale stia cercando di rallentare lo stimolo e frenare proattivamente i prezzi delle materie prime, i governi locali hanno raccolto oltre 4,5 trilioni di RMB di debito nel 2020 principalmente in obbligazioni SPB (Special Purpose Bond) che storicamente è allocato su progetti infrastrutturali per oltre l’80%.
La transizione energetica
Infine il focus su ambiente e transizione energetica. “Nei prossimi decenni, pensiamo che i governi daranno più aggressivamente seguito alle parole con i fatti – prosegue il manager di WisdomTree – Riteniamo che avverrà una transizione energetica, in cui i consumi si sposteranno rapidamente dagli idrocarburi, che producono molte emissioni di gas serra, alle fonti di energia rinnovabile. Tutti i materiali che supportano l’energia rinnovabile e le tecnologie che ne consentono l’uso pratico, come ad esempio le batterie, saranno maggiormente richiesti. L’elettrificazione del trasporto su strada rafforzerà questo trend. Nei mercati delle commodity tale sviluppo sarà decisamente favorevole ai metalli di base, tra cui il rame, il nichel, l’alluminio e lo stagno. È probabile che anche l’elettrificazione dei nostri sistemi energetici sia di supporto all’argento, dato l’impiego di questo metallo nei pannelli solari, e al platino, dato il suo ruolo nell’economia dell’idrogeno”.
Domanda e offerta di commodity
In tutto questo va considerato come alcune materie prime saranno indispensabili per garantire il progresso della transizione energetica, ma non è detto che la loro produzione sia sufficiente. Negli ultimi anni, gli investimenti in conto capitale nel settore minerario sono stati lenti. Tenendo presente le lunghe tempistiche tra l’inizio degli investimenti e l’aumento della produzione in una miniera, sul fronte dell’offerta potrebbero esserci degli ostacoli nel medio termine. Ecco perchè per le commodity si prospetta un 2022 ancora positivo.
“Le materie prime sono entrate in un ciclo rialzista nel 2020, quando il mercato ha avviato la ripresa dopo il forte calo all’inizio della pandemia, tuttavia, i persistenti effetti del Covid-19 stanno ancora ostacolando le catene dell’offerta e aumentando l’inflazione, sommandosi ai tradizionali fattori d’inflazione dovuti all’eccesso di domanda” conclude il direttore Ricerca di WisdomTree”.
“Le commodity rappresentano una copertura contro l’inflazione e generalmente sono destinate a prosperare, soprattutto sulla scia delle generose disponibilità monetarie già presenti nel sistema. Anche se il catalizzatore d’inflazione svanisce con il passaggio al ciclo economico successivo, il boom nel settore delle infrastrutture e la transizione energetica probabilmente spingeranno al rialzo molte materie prime negli anni a venire”.