Ospitiamo l’intervento di Giorgio Vintani, analista e consulente finanziario indipendente, che questa settimana si concentra sugli eventi macro della settimana appena conclusa per valutare il posizionamento del poratfoglio sull’azionario.

Piccole perdite per I mercati azionari; il Giappone risplende trainato dallo Yen debole. I rendimenti dei titoli governativi decennali continuano ancora a salire. La misura dell’inflazione preferita dalla Fed, il Core PCE Price Index, è risultato in linea con le stime (2.6%) e senza creare movimenti significativi. Mi aspetto sempre che la Federal Reserve tagli di 25 punti base a Settembre e a Dicembre. Un dibattito disastroso da parte del Presidente Biden ha lasciato il campo dei Democratici nel dubbio se sia opportuno o meno sostituire il loro candidato. Prestare molta attenzione al discorso del Presidente Powell martedì, al dato sull’ADP Payroll di mercoledì e, ovviamente, al dato sugli occupati non agricoli di venerdì. Il principale rischio è sempre quello che l’inflazione rimanga a livelli più alti più a lungo, costringendo le Banche Centrali a ritardare I possibili tagli dei tassi, seguito da complicazioni a livello geopolitico e dalle elezioni – quelle Francesi sono da seguire con molta attenzione.

Continuare a seguire i dati economici americani è una storia senza fine, almeno per il momento. La terza revisione al PIL americano del 1° trimestre 2024 è stata aggiornata a una crescita del 1.4% e l’atteso dato Core PCE Price Index è risultato pari al 2.6%, in linea con le aspettative, non basterà di certo alla Fed come evidenza che l’inflazione sia finalmente sotto controllo. Due settimane fa la gran parte dei titoli esposti all’Intelligenza Artificiale hanno corretto dai loro massimi; la scorsa settimana sono stati poco mossi, ma altri titoli e altri settori all’interno del Nasdaq 100 (come quello dei software) sono risaliti, lasciando l’indice Nasdaq 100 poco mosso in una settimana in cui – ancora una volta – i rendimenti dei titoli governativi sono saliti.

Ieri la Francia ha votato per il primo turno delle nuove elezioni politiche; giovedì sarà il turno della Gran Bretagna. Queste elezioni sono importanti perché detteranno le priorità dei futuri governi e le loro politiche di spesa, che avranno un impatto diretto sui loro deficit e, di conseguenza, sul rendimento dei loro titoli. Questa settimana abbiamo dei dati molto importanti perché è la settimana in cui vengono resi noti i dati sull’occupazione in America, in qualche modo coperta dai festeggiamenti per il 4 luglio. Ugualmente importante sarà il discorso del Presidente Powell martedì, anche se mi aspetto che continui sulla stessa linea tracciata in precedenza (l’inflazione ha fatto dei progressi verso il raggiungimento del target, ma tutto ciò non è ancora sufficiente per tagliare i tassi). Lungi da me togliere al dato dell’occupazione di venerdì l’importanza che ha e che si merita; ricordo semplicemente che il mese scorso il mercato è riuscito a chiudere la giornata in positivo sebbene di fronte a un dato sull’occupazione più alto delle attese (e quindi inflazionistico).

Il mio dubbio se raccomandare una posizione in azioni a questo punto continua: e quello che ho deciso è di attendere un’altra settimana e vedere i dati. Poiché che il timing è tutto, vorrei prendere una decisione supportata dai dati (rendimenti e non valutazioni). Certamente la nuova risalita dei rendimenti dei titoli governativi decennali mi irrita e mi preoccupa; il miglior scenario possibile è che la Fed tagli di 25 punti base sia a settembre e sia a dicembre. I mercati europei hanno passato una settimana tranquilla, dopo la lavata che hanno preso due settimane fa; io rimango sempre in attesa (delle elezioni), anche se lo scenario peggiore (la fine dell’UE) dovrebbe essere scongiurato. Un editorialista di Bloomberg ritiene che non sia impossibile che in caso di ulteriori turbolenze, lo spread Germania-Francia potrebbe arrivare ad essere uguale a quello Germania-Italia; questo potrebbe succedere in uno scenario estremo, in cui il Presidente Macron fosse costretto a dimettersi e a indire nuove elezioni presidenziali. Attendo la fine delle elezioni Francesi il 7 Luglio prima di diventare più positivo sui mercati europei, sia azionari che obbligazionari; nel frattempo si può guardare ad attività in America e in Svizzera per mettersi al riparo da complicazioni politiche.

Occorre tuttavia ricordare che i mercati sono guidati al rialzo dalle prospettive del settore tecnologico USA piuttosto che dai possibili tagli della banca centrale americana; se la tendenza a supporto dovesse invertirsi, potremmo assistere alla correzione del settore tecnologico. Il vero potenziale problema, negli Stati Uniti, è che ci sia une economia in decrescita, ma un’inflazione ancora rampante, tale da non permettere alla Federal Reserve nessun supporto all’economia; speriamo non si arrivi a tanto.

In una settimana in cui la gran parte dei media si è concentrata sulla disastrosa performance del Presidente Biden al dibattito, l’America ci ha ricordato ancora una volta perché continuerà a essere il mercato principe per gli investimenti, particolarmente se l’opportunità dell’intelligenza artificiale sarà così grande come gli analisti si aspettano. Sia gli Stati Uniti che la tecnologia non hanno una sola freccia al loro arco, ma diverse aree di eccellenza, come il software che ha condotto l’indice Nasdaq 100 la scorsa settimana. Gli utili nel primo trimestre del 2024 negli Stati Uniti sono stati pari al 5.9% e al di sopra delle aspettative, ma un multiplo di 21.0x, che io non ricordo di aver visto dallo storico 1999 (quando era 24x) non permette di essere tranquilli nonostante la stagionalità positiva. Il reporting per il primo trimestre è finito e l’attenzione tornerà ai dati economici; la crescita degli utili per il secondo trimestre è annunciata pari all’8.8% – ne sapremo di più tra un mese. Gli utili societari in USA beneficiano di ottime previsioni per il resto dell’anno e per il 2025, quindi al momento, almeno oltreoceano, non c’è traccia di una recessione.

La raccomandazione è di essere neutrali sui mercati azionari e obbligazionari, lunghi dollaro USA e mercato azionario Giapponese, coprendo però lo Yen, in attesa di ulteriori dati economici che possano dare nuove indicazioni sull’evoluzione dell’inflazione e del mercato del lavoro negli Stati Uniti e in Europa. Due approfondimenti questa settimana: la prima figura di Bank of America ci ricorda che allungando il periodo di detenzione dei titoli, riduciamo la possibilità di avere perdite (anche se io ho sempre sostenuto che l’orizzonte di investimento e’ quanto spesso il capo o il cliente controlla le tue performance).

La seconda figura di Carson Investment Research ci testimonia che non è detto che il mercato deva scendere dopo che è salito a doppia cifra nella prima metà dell’anno: nel 65% dei casi la performance dei prossimi 3 mesi è stata positiva, e nell’83% dei casi la performance nei secondi sei mesi dell’anno ha aggiunto profitti ai guadagni maturati nella prima metà dell’anno.