Introduzione
Gli eventi climatici estremi a cui stiamo assistendo in queste settimane in Italia e nel mondo hanno fatto capire anche agli scettici che non siamo più di fronte a casi sporadici di “clima impazzito” ma ormai ci dobbiamo confrontare con un fenomeno persistente nel tempo. Per citare le parole del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Pichetto Fratin che in un recente convegno ha spiegato che stiamo assistendo alla tropicalizzazione del Mediterraneo, “Gli effetti della tropicalizzazione del nostro clima stanno cambiando tutto, incidendo direttamente sull’economia. In una parte del Paese il lavoro si ferma per il caldo, in altre zone le piogge torrenziali provocano danni. Sono necessari interventi strutturali per invertire la situazione“.
Lo possiamo vedere anche dai grafici prodotti dal progetto europeo Copernicus, che monitora il cambiamento climatico sulla superficie del nostro pianeta. Qui sotto vedete uno dei tanti grafici che sono disponibili sul sito del progetto relativi alle temperatura dell’aria raggiunte il mese di luglio nei decenni dal 1940 a oggi, che vi invito “caldamente” a studiare con attenzione.
Per fare fronte all’emergenza può venire in aiuto il progetto messo in campo da IFAB (International Foundation Big Data and Artificial Intelligence for Human Development), fondazione che promuove lo sviluppo di tecnologie nell’ambito dei Big Data e dell’Intelligenza Artificiale, insieme a Radarmeteo e Hypermeteo, società che operano nel settore della meteorologia professionale sviluppando, applicazioni e dataset meteo-climatici ad alta risoluzione.
Indice E3CI
Queste realtà hanno siglato, come spiega il comunicato stampa che riportiamo in questo articolo, un accordo per commercializzare e distribuire l’indice climatico E3CI European Extreme Events Climate Index, con l’obiettivo di fornire uno strumento di supporto alle attività dei settori impattati dal cambiamento climatico.
Questo strumento operativo ha l’obiettivo di fornire informazioni, a cadenza mensile, su frequenza e severità degli eventi estremi che si manifestano in Europa, i quali da diversi anni sono responsabili di ingenti perdite economiche e assicurative.
L’indice E3CI comprende sette componenti relative a: ondate di freddo e caldo, siccità, precipitazioni estreme, venti estremi, propensione agli incendi, grandinate; l’informazione è fornita su diverse unità amministrativa (nazionale, regionale, provinciale), oppure, per utenti più esperti, come dataset grigliato sull’intero dominio europeo).
La partnership italiana
La partnership nasce dalla necessità di supportare concretamente le organizzazioni e le imprese che si trovano ad affrontare le tematiche connesse all’emergenza climatica in corso, fornendo strumenti di misurazione affidabili e di facile consultazione, quali appunto gli indicatori climatici, che possono essere utilizzati per analizzare, prevedere e valutare i danni economici emergenti da eventi climatici estremi.
Radarmeteo e Hypermeteo saranno i distributori in esclusiva dell’indice: E3CI nasce dalla collaborazione fra Fondazione IFAB (International Foundation Big Data and Artificial Intelligence for Human Development), CMCC (Fondazione Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici) e Leithà, società impegnata nello sviluppo dei dati.
Il commento delle società coinvolte
Come dichiara Marco Becca, Direttore di IFAB, «i sempre più frequenti eventi meteo estremi, nella loro drammaticità, ci fanno prendere coscienza del fatto che l’utilizzo dei dati, reso possibile anche dalle moderne strutture di supercalcolo, diventa sempre più importante. Comprendere i fenomeni è alla base di qualsiasi azione di prevenzione. Proprio per questo IFAB si occupa di finanziare e collaborare a progetti innovativi e applicativi in ambito green e per la gestione del cambiamento climatico a disposizione delle imprese, della Pubblica Amministrazione e dei cittadini».
«Con l’attività di promozione sul mercato dell’indice E3CI si intende trovare uno strumento di lavoro che consenta di connettere le potenzialità tecnologiche del supercalcolo scientifico e le esigenze delle imprese poste davanti alle grandi sfide del cambiamento climatico. L’ambizione è quella di creare integrazione tra questi diversi sistemi, affinché dalla loro cooperazione possano nascere risposte innovative alle criticità del presente» – Massimo Crespi, Amministratore di Radarmeteo.
«Si tratta di un accordo significativo poiché rappresenta un esempio concreto di collaborazione tra operatori del mondo della ricerca scientifica e aziende private, con l’obiettivo di sviluppare, gestire e soprattutto immettere nel mercato, a beneficio di tutti, servizi ad alto contenuto tecnico e know-how scientifico, coniugandoli con tutta l’immediatezza necessaria alla loro fruibilità» – Francesco Dell’Orco, Amministratore delegato di Hypermeteo.
Foto di copertina: Pixabay per Pexels.com
TI PIACE IL SITO e il suo DATABASE?
Se ti piace il sito e lo trovi utile, prima di continuare la lettura, aiutaci in questo progetto di educazione finanziaria con una piccola donazione per coprire le spese di gestione e mantenere il sito senza pubblicità. Clicca sul bottone o su questo link. GRAZIE!