Il tema dell’auto elettrica riguarda soprattutto Asia ed Europa, mentre negli Usa questa tecnologia è ancora ai margini del mercato automobilistico a stelle e strisce. Eppure l’Amministrazione Biden ha voluto aprire anche questo fronte nell’ormai quasi eterna contesa commerciale con la Cina. Ospitiamo qui sotto il commento su questa decisione di Tom Bailey – Head of ETF Research di HANetf.
Nonostante il costo relativamente basso dei veicoli elettrici cinesi, la decisione dell’amministrazione Biden li esclude sostanzialmente dal mercato statunitense. Per il momento, questo non farà molta differenza per i consumatori statunitensi o per i produttori cinesi, ma impedirà a Pechino di iniziare a farsi strada nel mercato USA, almeno finché tali tariffe saranno in vigore.
Le aziende del Paese asiatico potrebbero anche aggirare questo dazio creando altri impianti di produzione in Paesi terzi, come il Messico. Ciò nonostante, la politica economica cinese al momento sembra orientata più a potenziare la capacità produttiva interna che concedere generosi aiuti di Stato ai centri di produzione al di fuori del proprio territorio.
L’annuncio dell’amministrazione Biden, quindi, sottolinea il crescente ricorso al protezionismo e alla politica industriale di matrice geopolitica quando si tratta della tecnologia alla base della transizione energetica. Che si tratti di preoccupazioni per la sovraccapacità o di barriere commerciali punitive, questo crea dei rischi. Tuttavia, a prescindere dal corso che prenderanno la transizione energetica e la crescente guerra commerciale ecologica, si rimane positivi sulla domanda dei metalli chiave alla base delle tecnologie a basse emissioni di carbonio, in particolare, il rame.