L’Asia (e gli Emergenti) non sono solo Cina. in questo intervento, Jean-Marie Mercadal, CEO di Syncicap AM (Ofi Invest AM) indica quattro modi per investire sul continente asiatico senza prendersi rischi su Pechino.
Se si esclude la Cina, in Asia vivono 2 miliardi di persone, pari a circa un quarto della popolazione mondiale, il che la rende un’area di investimento comunque attrattiva e interessante, comprendente circa 13mila società quotate, per un valore di mercato complessivo di 8.700 miliardi di dollari. Inoltre, è importante ricordarsi che in questo continente sono racchiuse economie in uno stadio di sviluppo già molto avanzato, come l’India, la Corea del Sud e Taiwan, e altre che stanno ancora emergendo. Ciò rende l’Asia un mercato ben posizionato per beneficiare dei trend di crescita del momento. In particolare, il comparto azionario di questa zona offre esposizione a tre temi strutturali per la crescita economica futura che però, al momento, si trovano ancora in uno stadio embrionale del loro sviluppo e che quindi possono generare rendimenti anche molto maggiori nei prossimi anni.
L’intelligenza artificiale (AI)
È piuttosto chiaro che l’intelligenza artificiale è appena ai suoi albori e molti studi dimostrano come quelle nazioni che vi stanno investendo possano accrescere più delle altre il loro potenziale di crescita. Secondo una ricerca di Goldman Sachs, gli investimenti annuali in AI sono destinati ad aumentare a un ritmo molto rapido nei prossimi anni, tanto che già nel 2025 dovrebbero arrivare a 200 miliardi di dollari. Sul più lungo periodo, invece, arriveranno a rappresentare tra il 2,5% e il 4% del Pil negli Stati Uniti e tra l’1,5% e il 2,5% nelle altre grandi economie. L’Asia, nei suoi confini, non annovera molte società ben posizionate su questo tema, ma tra queste ve ne sono alcune che possono essere considerate un “must-have” in un portafoglio di investimenti. La prima da citare è la taiwanese TSMC, attiva nel segmento dei semiconduttori, la quale gode un solido primato nei connettori di ultima generazione, dimostrato da un market share compreso tra l’80% e il 90%. Un’altra è la coreana Hynix, attiva nei backup a banda larga, impiegati, tra le altre cose, nelle grafiche generate dall’AI. Infine, il più generico comparto tecnologico in quest’area rappresenta circa il 40% del totale degli investimenti in quest’area.
Boom dei consumi delle famiglie
Negli ultimi tempi, nazioni densamente popolate come l’India, l’Indonesia e il Vitenam hanno visto nascere e svilupparsi una classe media; un trend molto comune nei mercati in via di sviluppo. I livelli di reddito più elevati accrescono considerevolmente gli standard di vita per una parte della cittadinanza, permettendole l’accesso a beni di consumo e leisure che fino a poco tempo fa erano fuori portata. Ciò rappresenta un’ottima notizia per numerose imprese che stanno riuscendo ad imporsi come franchising o brand leader nei loro settori.
Le infrastrutture per bypassare la Cina
Recentemente, la Cina è diventata un player controverso, tanto da aver avallato la strategia “China +1”, ovvero di investire nell’Asia escludendo quest’ultima. Infatti, la crisi innescata dalla pandemia di Covid-19 ha alleggerito la dipendenza dei mercati sviluppati da Pechino. Allo stesso tempo, la governance più verticistica, assieme a un atteggiamento conciliante nei confronti della Russia ha ulteriormente allontanato l’Occidente, con gli Stati Uniti che hanno imposto sanzioni su numerose aziende cinesi. Ciò ha portato entrambe le parti a investire maggiormente nei paesi asiatici limitrofi, in primis quelli già citati nel paragrafo precedente, con particolare vantaggio per quelle società attive nello sviluppo di infrastrutture.
Giappone: la trasformazione dell’economia dopo la deflazione
Il mercato azionario giapponese è attualmente al centro di un’imponente trasformazione. Il primo aspetto da considerare è l’inflazione, la quale si sta discostando da anni di crescita prossima allo zero o perfino negativa. Questo rimbalzo può modificare profondamente lo scenario economico del paese e far sorgere nuove opportunità di investimento e nuovi settori di crescita.
Le azioni del Sol Levante stanno scambiando a valutazioni che appaiono favorevoli e la riforma della Tokyo Stock Exchange (TSE) potrebbe essere favorevole per gli investitori, dato che si prefigge l’obiettivo di fornire una comprensione migliore di quei titoli più sottovalutati. Inoltre, anche i cambiamenti a cui sono stati sottoposti i NISA (Nippon Individual Savings Account) potrebbero spingere la popolazione locale a investire in azioni.
L’azionario giapponese è stato favorito anche da quegli investitori che non hanno voluto esporsi alle tensioni tra Usa e Cina, attratti da una crescita solida e potenzialmente di lungo corso degli utili societari, sostenuti dai prezzi generalmente più alti.
Va però detto che il Giappone presenta anche dei rischi e il principale è l’apprezzamento dello yen rispetto a un dollaro che si sta indebolendo, a una caduta dei tassi d’interesse e a un generale rallentamento dell’economia globale. Questa volatilità dei tassi di cambio potrebbe avere conseguenze negative suoi settori più incentrati sulle esportazioni e sul sentiment di mercato in generale. Pertanto, a nostro avviso è importante identificare quei comparti e quelle imprese più resilienti e che possono contare su fondamentali solidi e su trend di crescita di lungo termine sostenibili.