I portafogli dei Cani del Ftse Mib sono pronti a tornare in attivo. A poco meno di un mese dalla conclusione del 2022 (che quindi coincide anche con la scadenza dei portafogli) i numeri tornano a essere interessanti per l’investitore. Il bilancio da inizio anno infatti migliora decisamente, pur tra rischi sempre elevati di recessione o stagflazione. Anche i Cani del Ftse Mib ne risentono ancora un po’, ovviamente, ma il rosso da inizio anno è molto inferiore a quello del Ftse Mib che segna un -10,17%. Mentre il recupero dei titoli in portafoglio ha permesso di ridurre il calo dei portafogli dei Cani del Ftse Mib.
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Si mantiene quindi la sovraperformance sul benchmark. I Cani del Ftse Mib non sono altro che portafogli costruiti utilizzando solo titoli dell’omonimo indice di Piazza Affari. Il risultato, quindi, ancora una volta dà ragione alla teoria del gestore statunitense Michael O’Higgins. Ma vediamo i numeri in dettaglio.
I risultati dei “Cani” 2022
I tre portafogli segnano per ora risultati “dispersi”, ma comunque migliori dell’indice di riferimento. In dettaglio, quello “10 dogs” si attesta al -1,87%, grazie a Eni (+18,2%) e Unipol (+6,3%). Leggermente peggio il portafoglio “5 dogs” (-4,1%), mentre quello cosiddetto “PPP”, composto solo da Unipol, segna un +6,3%.
Come si costruiscono i portafogli
Il primo, quello dei “10 dogs” comprende appunto i 10 titoli con il dividend yield maggiore scelti tra i 40 del Ftse Mib. Ordinando i 10 titoli per prezzo crescente e prendendo i primi cinque (quelli cioè con il prezzo inferiore) si ottiene il secondo portafoglio “5 dogs”: alla base del metodo è il fatto che un incremento (in assoluto) del prezzo ha un impatto percentuale maggiore su un titolo con un prezzo basso piuttosto che alto. I due portafogli sono tutti equipesati, ovvero ogni singolo titolo all’inizio ha la stessa percentuale di allocazione.
Il terzo e ultimo portafoglio, detto “PPP” è composto infine da un solo titolo: il secondo dell’ordinamento (dal prezzo più basso a quello più alto). Si tratta solo di una anomalia statistica scoperta da O’Higgins ma valida anche sul mercato italiano: in genere – ma ovviamente non è una certezza – è un titolo che sovraperforma il mercato.
Nel passato, storicamente, i vari portafogli sul Ftse Mib si sono ben comportati. Ne abbiamo parlato diffusamente nel libro “La Ruota dei mercati finanziari” edito da Hoepli. Seguiamo mese per mese la performance dei “Cani 2021” e vedremo se continueranno a performare meglio del Ftse Mib!