Ospitiamo oggi l’analisi comparata dei mercati cinese e americano di Sandeep Rao, Head of Research di Leverage Shares. Ci sono tre settori economici che sono un ostacolo comune ai due Paesi.
Introduzione
Molti gestori ritengono che l’investimento nei mercati cinesi offra un’adeguata diversificazione rispetto all’esposizione ai mercati statunitensi. Di conseguenza, le azioni cinesi hanno ricevuto volumi elevati di capitali e valutazioni più alte. Tuttavia, come indicano le circostanze attuali, questa idea non è necessariamente valida. Ci si aspetta che qualsiasi pressione al ribasso sui titoli azionari statunitensi (che è prevista) porti anche a una pressione al ribasso sull’economia cinese, che già presenta numerose criticità.
Real estate
Il mercato immobiliare statunitense sta affrontando enormi ostacoli: alla fine di ottobre, l’accessibilità economica delle abitazioni, su base annua, è peggiorata di quasi il 60%, la variazione più rapida degli ultimi 30 anni.
L’offerta di case nuove è ferma da quasi dieci mesi, mentre le quotazioni delle case esistenti hanno subito una brusca impennata nel corso del terzo trimestre. Le vendite di case esistenti sono in calo come mai negli ultimi 30 anni.
Per quanto riguarda la Cina, è stato stimato che le vendite di nuove case si siano stabilizzate a fine ottobre, mentre le vendite di case esistenti sono diminuite sempre più rapidamente nell’anno in corso (YTD).
All’inizio dell’anno, Citi aveva già indicato che i prestiti non performanti nel mercato immobiliare cinese erano in aumento, con le imprese private (POE) a sopportare il peso di questa pressione al ribasso.
Ciò ha gravi conseguenze per il mercato dei Real Estate Investment Trust (REIT), che di solito tendono a essere la destinazione di numerosi capitali in fuga dagli asset rischiosi durante le flessioni del mercato. In questo caso, che si tratti di REIT cinesi o statunitensi, rimane il dubbio se questo sia un mercato migliore dell’azionario nell’attuale contesto.
Settore auto
Per quanto riguarda l’acquisto di automobili negli Stati Uniti, i prestiti per le nuove autovetture sono ai massimi da 5 anni a questa parte, in un momento in cui le vendite di auto sono in costante calo da più di 10 anni.
In Cina non esistono dati simili, ma a metà del secondo trimestre di quest’anno le vendite dei marchi cinesi – che tendono a essere un po’ più economici e ad attrarre sovvenzioni rispetto ai più costosi marchi stranieri – hanno registrato un sostanziale aumento della quota di mercato.
All’inizio del 2021, il governo cinese ha lanciato un’iniziativa per aumentare il sostegno al credito al fine di incrementare il tasso di penetrazione e la crescita del finanziamento auto. A tal fine, è stato chiesto alle imprese di finanziamento captive di ridurre i requisiti di acconto, i tassi di interesse e le durate.
Poiché è aumentata la vendita di auto di marchi cinesi più economici, si potrebbe sostenere che anche la spesa cinese per le automobili si è deteriorata ed è stata sostenuta da prestiti a basso costo.
La spinta alla spesa da parte del governo cinese si riflette anche nel costante calo del tasso di interesse di riferimento per i prestiti bancari, che ha registrato un precipitoso crollo all’inizio del 2020 e da allora ha continuato a scendere.
Ciò implica che la spesa si sta restringendo da tempo.
Esportazioni
A fine ottobre, le esportazioni totali della Cina hanno registrato un calo per il terzo mese consecutivo, con la svalutazione dello yuan che non ha giocato un ruolo significativo nel sostenerle.
Le esportazioni cinesi verso gli Stati Uniti, in termini di volumi unitari, tendono tipicamente a essere costituite da beni di consumo, componenti e materie prime. Nei cinque mesi prima di ottobre, si è registrata una costante tendenza al ribasso.
Gli Stati Uniti esportano principalmente macchinari e risorse naturali in Cina. Queste esportazioni sono rimaste solide, ma hanno subito un’improvvisa flessione a partire dalla fine di agosto.
L’interazione consumatore-produttore è problematica per la Cina, che fa delle esportazioni uno dei suoi pilastri economici. In presenza di una domanda interna in calo, come dimostrano le iniziative di rilancio della spesa interna, e di tassi di crescita sempre più ridotti nelle infrastrutture (altro pilastro economico), sarebbe necessario aumentare i volumi delle esportazioni. Tuttavia, con la flessione dei consumi nell’emisfero occidentale, questa diventa un’altra strada che ostacola il raggiungimento dei suoi obiettivi economici.
Foto di copertina: Photo by Kayla Kozlowski on Unsplash