Indice
Come tutti si rendono conto in questi giorni, e come abbiamo raccontato nel nostro libro “Investire nei megatrend del futuro” in vari capitoli, l’acqua potabile è uno dei fattori critici per la sopravvivenza di intere popolazioni.
Siccità nel mondo
Già oggi ampie parti di Cina, India, Egitto, Israele, Messico, Stati Uniti e Africa soffrono la penuria d’acqua ma l’impatto del Climate Change e la pressione demografica (oltre all’inurbamento crescente) peggiorerà lo scenario nei decenni a venire. In Cina la scarsità di acqua potabile era già diventata un problema su scala nazionale molti anni fa: due terzi delle 600 più grandi città cinesi non hanno acqua potabile sufficiente per il loro abitanti e meno del 15% della popolazione può bere acqua dal rubinetto di casa.
Un altro esempio storico è la crisi idrica di Cape Town del 2018, che nel mese di febbraio portò a contingentare la razione giornaliera di acqua a 50 litri per abitante.
Secondo il Water Scarcity Clock nel 2022 oltre 2,4 miliardi di persone vivono in zone dove c’è scarsità di acqua potabile e questo numero salirà a 2,7 miliardi nel 2030.
Il 70% del pianeta è coperta d’acqua, ma solo l’1% di essa è adatto al consumo umano e solo il 2% è adatto a irrigazione, allevamento e usi industriali.
Acqua in agricoltura e allevamento
Sempre scorrendo del pagine del nostro ultimo libro (per chi ha la versione ebook basta fare una ricerca con parola chiave “acqua”) scopriamo che la dieta sempre più ricca di proteine animali della popolazione dei paesi Emergenti sta contribuendo allo stress idrico. Pensate che Assocarni ha stimato che si consumano 1.495 litri di acqua per produrre un chilo di bistecca!
E non va meglio con l’agricoltura tradizionale. Tanto che una soluzione potrebbe essere finanziare e incentivare lo sviluppo dell’agricoltura di precisione, quella per intenderci che utilizza serre altamente tecnologiche. Un esempio è fornito dalla società specializzata in serre verticali a forma di container Freight Farm (da qui il nome) che propone la soluzione Greenery S, ovvero moduli che possono produrre fino a 500 tipi diversi di vegetali con soli 15 litri d’acqua al giorno. se siete curiosi guardate il loro video su Youtube a questo link.
Sistemi di depurazione e desalinizzazione
Dove l’acqua dolce non sia disponibile si ricorre alla desalinizzazione dell’acqua marina come negli Emirati Arabi Uniti dove è in funzione un impianto capace di trattare 829 milioni di litri al giorno. Pur essendo molto costosi oggi sono operativi 14.500 impianti in 120 nazioni. Tra i leader tecnologici di questo mercato citiamo l’americana Consolidated Water (CWCO) che opera nei Caraibi dove l’acqua potabile scarseggia e il numero di turisti è molto alto rendendo economicamente giustificabile l’uso dei suoi impianti a osmosi inversa.
Secondo una recente ricerca dal titolo “The state of desalination and brine production: A global outlook” gli approcci convenzionali che si basano sulle precipitazioni e sul deflusso dei fiumi nelle aree a scarsità d’acqua non sono più sufficienti a soddisfare la domanda umana.
E quindi le risorse idriche “non convenzionali”, come l’acqua desalinizzata, dovrebbero svolgere un ruolo chiave nel ridurre il divario tra domanda e offerta di acqua. Secondo questo rapporto, nel 2019 c’erano già 15.906 impianti di desalinizzazione operativi che producevano 95 milioni di metri cubi al giorno di acqua desalinizzata per uso umano, di cui il 48% è prodotto nella regione del Medio Oriente e del Nord Africa.
Il processo di desalinizzazione non è però indolore! Richiede molta energia e produce una massa di scarto delle acque lavorate chiamata “salamoia” che deve essere smaltita in modo appropriato per non avere impatti ambientali negativi.
Per darvi un’idea, il rapporto stima una produzione di salamoia di circa 142 milioni di metri cubi contro i 95 milioni di metri cubi di acqua prodotta al giorno nel mondo (praticamente esce più salamoia che acqua da questi impianti). E’ ovvio che anche lo smaltimento della salamoia sarà uno business legati all’acqua in futuro.
Il processo di desalinizzazione è alquanto complesso. Se vi interessa approfondirlo leggete questo articolo sul sito “La Chimica e la Società”.
Il business dell’acqua
Solo negli Stati Uniti l’industria dell’acqua è un business da 425 miliardi di dollari grazie alla crescente privatizzazione delle utility dell’acqua, delle società che ne gestiscono le fonti e delle aziende che forniscono infrastrutture dedicate e servizi di ingegneria per il suo sfruttamento. A parte alcuni rari casi, in genere le utility europee si occupano anche di “acqua” che tuttavia rimane uno dei business aziendali, non l’unico. E in questo modo i risultati della business area vengono – passateci il gioco di parole – annacquati dalle altre aree d’affari. Un miglior bilanciamento delle posizioni lo si ottiene utilizzando Etf o fondi comuni, entrambi ampiamente disponibili per un investitore italiano. Sul nostro libro trovate il lungo elenco di strumenti finanziari tematici.
Foto di copertina by Pixabay: https://www.pexels.com/it-it/foto/versare-il-fluido-in-una-pinta-di-vetro-416528/