Ieri il Parlamento europeo ha votato per consentire che il gas naturale e l’energia nucleare siano etichettati come “investimenti verdi”. Si tratta della cosiddetta “Tassonomia della finanza sostenibile” varata dalla Commissione Europea e approvata dal Parlamento.
“Se l’atto delegato sulla tassonomia fallirà non ce ne sarà un secondo” aveva avvertito la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen in conferenza stampa, ribadendo come nucleare e gas “servano per la transizione”.
Perché il nucleare
Del resto, che l’unica fonte energetica non inquinante, già utilizzata su scala globale e capace di garantire continuità di produzione di energia pulita sia l’uranio lo aveva già detto il World Economic Forum a luglio 2020, con la pubblicazione di un interessante articolo che spiegava come l’energia nucleare sia una fonte a zero emissioni di carbonio e fornisca oggi il 10% dell’elettricità del mondo contribuendo ad abbattere le emissioni in atmosfera. Di questo tema avevamo già trattato in passato (qui e qui).
Chi dice sì…
“Si tratta di una forte spinta per gli investimenti sostenibili e per i temi della transizione energetica, che sblocca ingenti finanziamenti in questo settore, in particolare nel nucleare europeo come sostituto cruciale dei combustibili fossili russi – conferma Morgane Delledonne, Head of Investment Strategy Europa di Global X – Questi cambiamenti dovrebbero avvenire a partire dall’anno prossimo, nello stesso periodo in cui sarà pienamente attuato l’embargo UE sul petrolio russo. Con queste azioni, l’UE invia un segnale positivo di resilienza e adattabilità agli investitori, riducendo la frammentazione energetica della regione e la vulnerabilità alle azioni di ritorsione da parte della Russia, visti i possibili gravi tagli alle esportazioni di gas naturale previsti nel corso dell’anno. L’UE si sta muovendo più rapidamente verso la sostenibilità, considerandola una priorità economica e strategica. Per gli investitori, queste mosse probabilmente renderanno più profondo il mercato ESG europeo con maggiori opportunità in mercati quali cleantech, energie rinnovabili e uranio nel medio e lungo termine.”
… e chi dice no
“Con 328 favorevoli a gas e nucleare e 278 contrari il voto ha dimostrato che vi è stata battaglia e che una parte significativa del Parlamento Europeo ha ben compreso che così si sta stravolgendo e inficiando la coerenza e la credibilità degli impegni assunti in sedi internazionali per combattere il riscaldamento globale e promuovere una reale transizione energetica – commenta invece Anna Fasano, presidente di Banca Etica – I pareri contrari dei tecnici nominati dalla stessa UE, le mobilitazioni degli attivisti e dell’intero movimento della finanza etica non sono bastate a evitare questa che, secondo noi, è un’incredibile incongruenza. Ora i tantissimi risparmiatori e investitori europei che vorrebbero indirizzare le proprie risorse verso progetti green si troveranno davanti alla concreta possibilità di investire in prodotti che contengono anche azioni di società attive nel nucleare e aziende che estraggono e trasportano gas fossile.
Diventa sempre più importante il ruolo dei risparmiatori nello scegliere dove investire il denaro. Ci auguriamo che almeno la nuova normativa sarà applicata seriamente nella parte in cui impone alle società finanziarie di informare la clientela se nei prodotti venduti come sostenibili rientrano anche investimenti nel gas e nel nucleare”.
Chi guadagna
La notizia ha messo le ali al colosso del settore, la francese Edf, che ha beneficiato anche delle dichiarazioni del neo primo ministro Elisabeth Borne nel suo discorso di politica generale davanti al Parlamento. Lo ha spiegato ANSA, che riporta l’annuncio. “Vi confermo oggi – ha detto Borne – l’intenzione dello stato di possedere il 100% del capitale di Edf. Questa evoluzione consentirà a Edf di rafforzare la sua capacità di portare avanti al più presto possibile progetti ambiziosi e indispensabili per il nostro futuro energetico”. La società, che cinque anni fa aveva rilevato Areva (la società di stato che detiene tutti i brevetti delle centrali atomiche francesi), saliva ieri del 10% circa.