Il debutto di Technoprobe sul mercato Euronext Growth Milan (l’ex AIM) si è chiuso con un grande successo: l’IPO è avvenuta a 5,70 euro, ieri nel primo giorno di quotazione Technoprobe ha segnato un +14% con un close a 6,50 euro. Il gruppo lecchese specializzato nelle “probe card” utilizzate per il test di funzionamento dei semiconduttori viene valutato quindi oltre 3,6 miliardi di euro, tenendo conto delle azioni quotate e del valore stimato di quelle non quotate. Un tema che si rifà quindi ai megatrend tecnologici.
Technoprobe ha realizzato circa 272 milioni di ricavi nel periodo gennaio-settembre 2021 (i dati dell’intero esercizio 2021 non sono ancora disponibili), con un risultato netto di 86 milioni. I ricavi originati al di fuori dell’Italia rappresentano oltre il 95% del totale. In termini di incidenza percentuale, il gruppo origina in Asia oltre il 45% e in America oltre il 40% dei propri ricavi. E sono caratterizzati da una concentrazione su un numero ristretto di clienti tipica del settore in cui opera.
L’Ad Stefano Felici ha spiegato a Radiocor: “La logica di scegliere il mercato Euronext Growth per noi è quella di fare un passaggio intermedio, una palestra per imparare la gestione delle logiche del mercato dopo anni con forte focus sul business e sulla crescita. Pensiamo di restare 18-24 mesi per poi rivolgerci al mercato principale. La raccolta di capitali è nell’ottica di acquisire altre tecnologie da poter integrare nelle nostre fabbriche produttive in Italia. Con l’eccezione di una piccola acquisizione in Usa nel 2019, ci siamo sviluppati sempre in casa, ma nel nostro settore il timing è tiranno e in futuro potrebbe essere necessario acquisire qualche tecnologia per accelerare il processo. Abbiamo individuato un paio di target internazionali che ci possono interessare, ma siamo ancora in una fase preliminare”.
A inizio febbraio su Seeking Alpha, ha comparato la statunitense FormFactor proprio con Technoprobe, secondo gruppo mondiale del settore: entrambe sono attive nella produzione di “probe card”.
Ma nel lungo confronto tra le due società il titolo italiano è quello giudicato “far more interesting”, anche se un’analisi più specifica sul titolo è atteso alla luce dell’IPO.
Sul tema dei semiconduttori, accanto al titolo appena sbarcato a Piazza Affari, sono disponibili tre Etf, di Hsbc, iShares e VanEck.