All’EtfPlus di Borsa Italiana è arrivato il il primo ETF al mondo sulla biodiversità nel settore alimentare, l’Ossiam Food for Biodiversity UCITS ETF. Una tematica che rientra tra i megatrend climatici e ambientali.
L’Etf (Isin: IE00BN0YSK89, ticker: F4DE) ha un TER dello 0,75%.
Si tratta di una strategia di investimento con un approccio quantitativo sul tema della biodiversità a livello globale, con l’obiettivo di ottenere una riduzione tangibile dell’impronta di biodiversità nel settore dell’alimentazione e dell’agricoltura.
L’Etf di Ossiam
L’universo d’investimento della strategia di Ossiam Food for Biodiversity sbarcato in Borsa all’EtfPlus comprende società attive nel settore agricolo e alimentare dei Paesi sviluppati. Sono rappresentate tutte le fasi della catena di approvvigionamento alimentare, compresi agricoltura, produttori, retail, distributori, ristoranti e produttori di imballaggi alimentari.
È composto da circa 250 titoli mentre il portafoglio ne contiene circa 70, distribuiti nei diversi settori dell’industria alimentare, con i produttori di alimenti confezionati, i ristoranti e i punti vendita al dettaglio che rappresentano i settori maggiormente rappresentati.
Impatto ed engagement
La costruzione del portafoglio porta di norma a un fondo che preveda una riduzione intorno al 90% dell’impatto negativo in termini di biodiversità, equivalente a salvare 218 km² di habitat incontaminato ogni 100 milioni di dollari investiti, rispetto a un investimento effettuato nell’universo di riferimento.
Per quanto riguarda le valutazioni di emissioni di gas effetto serra ed ESG più tradizionali, il portafoglio presenta un’impronta ecologica più bassa rispetto al benchmark azionario globale e un profilo ESG migliore rispetto all’universo di investimento iniziale.
Il commento di Ossiam
“Per affrontare la sempre crescente distruzione del nostro ambiente naturale, tutti i settori dell’economia devono contribuire in molti e differenti modi prima che sia troppo tardi” ha spiegato Bruno Poulin, CEO di Ossiam.
“La popolazione globale raggiungerà verosimilmente circa gli 11 miliardi entro la fine di questo secolo, ma se gli attuali metodi di produzione alimentare e i regimi alimentari non saranno rivisti con decisione, vi saranno probabilmente impatti ambientali, sociali e politici di portata disastrosa. Mobilizzare il capitale e fare attività di engagement con le società nei settori dell’alimentazione e dell’agricoltura è un modo per dare un contributo positivo alle immense sfide ambientali che l’umanità deve fronteggiare in questa fase”.