Il Value investing non è più molto di moda negli ultimi anni. L’ascesa dei titoli growth, la cui sovraperformance è durata da oltre 10 anni quasi ininterrottamente, e la forza prepotente della tecnologia, spinta ancora di più da pandemia e lockdown, hanno messo in secondo piano la ricerca di titoli sottovalutati. Che solo il recente sell off dovuto all’aumento dei tassi sta mettendo in discussione.
Ma lo scenario, dopo una breve ripresa del Value in occasione della rotazione settoriale di inizio anno, potrebbe cambiare nei prossimi mesi. Meglio quindi non farsi trovare impreparati.
Value Investing: il libro
Il libro che vi propongo oggi è Value investing: La guida definitiva all’investimento azionario (ed. Hoepli, pagg.224) di Gianluca Ferrari. Si tratta veramente di una “guida definitiva”. Molto chiara e completa. Si parte da una spiegazione del contesto più generale e poi si va nel micro con le linee di analisi di bilancio delle aziende, i ragionamenti da fare per determinarne il valore guardando al posizionamento competitivo. Fondamentale è il capitolo 14 con alcuni esempi dettagliati ed esaustivi di cosa guardare nei bilanci e come calcolarne il valore effettivo. Gli ultimi capitolo (altrettanto importanti) riguardano le situazioni speciali (spin off, arbitraggi, aumenti di capitale, ecc), la costruzione e gestione del portafoglio.
L’autore è stato responsabile per gli investimenti in Sud Europa per Shareholder Value Management AG, una delle principali società d’investimento estere sul mercato azionario italiano, soprattutto nel mercato delle small e mid-cap. E ha quindi messo per iscritto e a disposizione degli investitori quelle che sono le sue modalità per individuare le società quotate trascurate dal mercato e sottovalutate.
Un ottimo libro che a me è piaciuto molto e che, pur dopo averlo letto più volte, consulto ancora spesso.