Tempo di lettura stimato: 6 minuti
In questo articolo cerchiamo di capire l’impatto socio-economico e geopolitico del cambiamento climatico con un focus sul Medioriente e sull’America di Joe Biden, entrambe regioni del mondo pronte ad avviare una rapida transizione alla Green Economy.
Ricordo che questi temi ricadono nel megatrend climatico a cui abbiamo dedicato un ampia parte del libro “Investire nei megatrend del futuro“.
Indice
Medio Oriente e clima
Sto finendo di leggere un interessante libro scritto da Dan Rabinowitz, professore in Sociologia e Antropologia alla Università di Tel Aviv, e chairman dell’Associazione israeliana per la Giustizia Ambientale.
In questo libro di sole 120 pagine, scritto in inglese forbito (e quindi piuttosto difficile) l’autore racconta l’impatto del cambiamento climatico sulla regione mediorientale, dove la temperatura media è prevista salire di 4°C entro il 2100, a cui si accompagna la fine dell’era del petrolio, su cui molte nazioni locali hanno campato bene fino a oggi.
Effetti del clima sull’area
Lo sconvolgimento climatico porterà a drammatici effetti in un’area del mondo che è già colpita da enormi problemi di ineguaglianza sociale, ingiustizia e mancanza di sicurezza, ma potrebbe anche rappresentare il trigger verso un’economia verde basata sulla produzione di energia elettrica da fotovoltaico, visto che il sole non manca mai.
Dalla quarta di copertina del libro leggiamo che:
Più caldo e arido della maggior parte del mondo, il Medio Oriente potrebbe presto vedere il cambiamento climatico aggravare la carenza di cibo e acqua, aggravare le disuguaglianze sociali e guidare lo sfollamento e la destabilizzazione politica. E mentre l’energia rinnovabile eclissa i combustibili fossili, i paesi ricchi di petrolio del Medio Oriente vedranno diminuire la loro ricchezza. Tra questi rischi imminenti c’è un invito all’azione per i leader regionali. Paesi come l’Arabia Saudita, il Kuwait e gli Emirati Arabi Uniti potrebbero sfruttare l’immenso potenziale della regione per l’energia solare ed emergere come avanguardie dell’azione globale per il clima?
Tra le iniziative allo studio per ridurre il rischio della carenza di cibo c’è lo sviluppo del mini farming, di cui parla questo articolo del sito.
L’accordo tra Israele e i Paesi Arabi moderati
Che qualcosa sia nell’aria in quella regione del mondo è chiaro a tutti ed è anche dimostrato dallo storico accordo di normalizzazione dei rapporti di Israele con Emirati Arabi Uniti e Bahrain, avvenuto nel settembre 2020, che porterà a relazioni commerciali, turistiche, di scambio tecnologico e alla costruzione di ambasciate nei rispettivi Paesi, come ben spiegato da una lunga analisi sul sito dell’ISPI – Istituto per gli Studi di Politica Internazionale.
Possiamo farci un’idea della situazione attuale del Medio Oriente anche leggendo il più sintetico articolo su Il Fatto Quotidiano del 24 agosto 2020 “Medio Oriente, perché gli Emirati Arabi ora hanno bisogno di Israele e come la fine dell’era del petrolio può cambiare equilibri nell’area”
Come cambia il mondo!
Per il sottoscritto è una gradita sorpresa, dopo che nel 2016 mi sono trovato interrogato dai servizi di sicurezza israeliani avendo dimenticato sul bagaglio a mano la targhetta di Emirates con cui avevo volato pochi mesi prima (considerata all’epoca “una linea aerea terrorista”, parole dell’addetto che mi aveva fermato).
Consiglio il libro di Rabinowitz sia capire cosa accadrà nei prossimi anni in Medioriente ai fini di creare potenziali scenari d’investimento, sia per leggere un autore che ha un punto di vista diverso dal nostro, europeo o USA-centrico.
Clima e virus. I nostri polmoni bruciano
Se non vi basta il libro in inglese vi consiglio di dare un’occhiata all’ultimo corposo numero del 2020 della rivista Limes che analizza l’impatto a livello geopolitico del cambiamento climatico e del Covid-19.
Per noi investitori è molto interessante capire che “la sicurezza energetica cambia pelle. Le materie prime necessarie a eolico, solare, idrogeno e batterie creano nuovi ambiti di scontro e cooperazione”, come spiega Marco Giuli nell’articolo introduttivo che potete leggere nell’estratto della rivista con la bella carta di Laura Canali che riporto sotto.
Potete anche sfogliare l’anteprima della rivista su Kindle usando il riquadro qui sotto. E se vi piace comprarla! Vi assicuro che sono tutti soldi ben spesi.
L’America di Biden, il clima e la transizione alla Green Economy
Con Joe Biden, gli Stati Uniti dovrebbero voltare pagina sul discorso climatico. Almeno si spera!
Il piano per la rivoluzione energetica
Le buone intenzioni ci sono e basta guardare il sito elettorale del nuovo Presidente alla voce “The Biden Plan For A Clean Energy Revolution And Environmental Justice” che illustra le azioni che verranno poste in essere affinché gli Stati Uniti raggiungano un’economia al 100% di energia pulita ed emissioni nette zero non più tardi del 2050.
Come abbiamo spiegato in altri articoli su questo sito, il problema degli Stati Uniti è la carenza infrastrutturale e l’obsolescenza che ha colpito una nazione un tempo leader indiscusso del mondo.
Abbiamo parlato di infrastrutture in questo articolo e in quest’altro articolo abbiamo spiegato su quali megatrend l’amministrazione Biden giocherà le sue carte.
Servono infrastrutture!
Volendo effettuare una rapida transizione alla green economy è necessario puntare sulle infrastrutture. E infatti sempre il sito di Biden chiarisce il programma di interventi in questo articolo dal titolo “The Biden Plan To Build A Modern, Sustainable Infrastructure And An Equitable Clean Energy Future“.
Conclusioni
Abbiamo affrontato in questo articolo temi che sono delle vere sfide per l’umanità nei prossimi tre decenni e anche per l’investitore.
Il cambiamento climatico sta modificando rapporti storici a livello geopolitico come dimostrano le analisi sul Medioriente.
L’investitore può fare uno scenario d’investimento che comprende la “startup nation” Israele ma anche i Paesi del GCC (Gulf Cooperation Council) che tra tecnologia, turismo e green economy stanno cambiando pelle.
La transizione energetica porterà nuove opportunità di business ma anche potenziali conflitti per le tecnologie e le materie prime necessarie alla produzione di energia pulita, come spiega bene Limes. Anche in questo caso l’investitore può fare analisi intermarket e creare scenari di tipo economico e tecnologico.