Settimana scorsa il Parlamento Europeo ha respinto gli emendamenti contro le false denominazioni della carne presentati dai rappresentanti del settore zootecnico europeo.
Questi emendamenti, se approvati, avrebbero vietato l’utilizzo dei termini “hamburger”, “bistecca”, “salsiccia” ai prodotti vegani.
La battaglia vinta dagli ambientalisti e dai salutisti in Parlamento non è però vincolante per i Paesi membri, che possono non adottarla, come accaduto in passato con il divieto di usare i termini “latte”, “burro”, “yogurt” e “formaggio” nei prodotti vegani.
Allevamenti intensivi: il leader.
Come scriviamo nel nostro libro Investire nei megatrend del futuro, la carne animale resta una componente fondamentale della dieta globale.
Il 30% delle proteine consumate dalla popolazione sono di derivazione animale e la domanda globale di proteine animali crescerà del 35% nei prossimi vent’anni, trainando anche pollame, uova e pesce.
L’industria dell’allevamento intensivo di animali da carne è dominata da sei produttori globali, che capitalizzano in borsa più di 60 miliardi di dollari. Tra i più conosciuti c’è Tyson Foods (TSN).
Vediamo rapidamente il titolo Tyson Foods dal 2010 a oggi.
Dopo una lateralità durata 3 anni, dal 2012 il titolo ha trovato la via rialzista anche grazie all’aumento costante della richiesta di cibo proteico da parte della crescente classe media dei Paesi Emergenti.
Il titolo ha subito una prima battuta d’arresto nel 2018 con l’inversione del trend rialzista che ha fatto toccare un minimo inferiore al precedente nel 2019 e poi, dopo un nuovo sprint rialzista ha subito la correzione di marzo 2020 ritornando sul minimo precedente.
E oggi resta in lateralità tra 55 e 70 USD. Faccio notare che Finviz.com definisce il titolo “Consumer Defensive”.
La carne coltivata in laboratorio
Le alternativa alla carne “allevata” sono due:
- la carne “sintetica” coltivata in laboratorio;
- la carne prodotta con materie vegetali (o carne “vegana”).
Iniziamo dalla carne sintetica. Quella artificiale viene creata coltivando in laboratorio cellule staminali di bovino (o di maiale, o pollo).
Il primo hamburger fu presentato il 5 agosto 2013 da un team di scienziati della Maastricht University, e costava 250.000 euro! In questa foto lo vediamo prima di essere cotto e mangiato dagli stessi inventori.
In realtà i primi esperimenti risalgono agli anni Settanta. Secondo Wikipedia “la coltivazione in vitro delle fibre muscolari è stata effettuata la prima volta nel 1971 da Russell Ross. In particolare, il risultato era un tessuto muscolare liscio derivato dal maiale, e fatto crescere in coltura cellulare.”
La stessa NASA è interessata allo sviluppo di carne sintetica e fino dal 2001 ha condotto esperimenti per la coltivazione di carne di tacchino e di pesce.
Il motivo, per gli appassionati di New Space Economy è chiaro: con i futuri programmi spaziali che prevedono basi lunari e marziane permanenti, riuscire a produrre il cibo in laboratorio garantirebbe agli astronauti una dieta completa, equilibrata e indipendente dai rifornimenti dalla Terra.
Tornando sulla Terra, se la carne coltivata diventasse di uso comune, apporterebbe benefici all’ambiente riducendo il consumo di acqua, terra ed emissioni di gas serra, ma ciò impatterebbe negativamente sugli allevatori e sull’indotto.
Non al momento però, visto che la carne sintetica ha ancora costi proibitivi, 25 dollari al chilo contro i 2,5 dollari di quella allevata.
Inoltre, come spiega Il Fatto Alimentare ancora oggi non si è riusciti a “trovare il modo di migliorare la consistenza e la palatabilità delle fibre muscolari cresciute in vitro, che non sono ancora adeguate quanto a gusto, e risultano asciutte e non ancora identiche alla carne ricavata dagli animali da allevamento“.
La carne vegana
L’alternativa oggi a portata di mano è creare “carne” usando i vegetali. Sono economici, abbondanti e facili da lavorare. E lo vediamo già negli scaffali dei supermercati dove abbondano le offerte di carne e latticini vegani.
Tra le aziende più innovative in questo campo c’è l’americana Beyond Meat (BYND) che ha inventato un processo di lavorazione della farina di piselli che permette di creare una “carne rossa” dall’aspetto e dal gusto simili all’originale.
Come si vede nel grafico di Finviz.com, il titolo BYND è schizzato del 450% nei tre mesi successivi alla quotazione dell’aprile 2019, salvo poi sgonfiarsi altrettanto rapidamente fino a ritornare sui minimi a marzo 2020.
Da metà marzo il titolo è ritornato in trend rialzista di medio termine e ha quasi raggiunto il massimo storico di agosto 2019.
Un hamburger di… insetti
C’è infine una terza soluzione. Produrre gli hamburger con farina d’insetti!
In natura esistono un migliaio di specie commestibili che sono già nella dieta dell’80% delle nazioni del pianeta, a esclusione di quelle occidentali, o meglio europee.
Per rendere piacevole l’esperienza gustativa gli insetti vengono ridotti in farina e serviti sotto forma di pasta, pane, hamburger e barrette energetiche, come vediamo nel sito di Protifarm, uno dei leader di mercato.
Al momento di scrivere, non ci sono aziende quotate in questo settore un po’ particolare.
Conclusioni
Investendo nell’hamburger possiamo scegliere tra carne allevata, che molti considerano “non etica” e le alternative considerate “più etiche”.
La carne allevata sta trovando nuovi ostacoli nella presa di coscienza del pubblico sulla sostenibilità degli allevamenti intensivi. Infatti, gli animali da macello entrano in competizione con l’uomo per il cibo e l’ambiente (il cosiddetto feed vs. food), visto che alimentarli richiede il 35% del raccolto di cereali e il rapporto tra superfici necessarie ad allevare bovini e quelle per coltivare vegetali è di 160:1.
A riguardo delle opportunità d’investimento più etiche in carne sintetica, o carne vegana, o carne da farina di insetti, a mio avviso il mercato borsistico non è ancora pronto visto che i titoli quotati sono pochi e volatili.
Esistono però molte opportunità di investimento nelle startup attraverso il crowdfunding e i round di finanziamento, sebbene la prudenza non sia mai troppa quando si parla di azienda innovative, giovani e con una strada davanti tutta da scoprire.