L’Artico è il nuovo Eldorado per il commercio marittimo e l’industria petrolifera. Ma diventa anche un potenziale terreno di scontro tra superpotenze.
Questo articolo è il seguito ideale di quello pubblicato lunedì 19 ottobre dedicato alla correlazione tra economia russa, prezzo del Crude Oil e Rublo.
Riserve di combustibile
Il ritiro dei ghiacci nell’Artico apre anche enormi opportunità per l’industria petrolifera e mineraria.
Un territorio ostile, diventato oggetto di contesa tra Stati Uniti, Canada, Danimarca, Norvegia e Islanda, tutti Paesi che si affacciano sull’Artico.
Per anticipare i concorrenti la Russia dal 2001 ha rivendicato all’ONU una sezione di 1,2 milioni di chilometri quadrati della piattaforma continentale, che include la dorsale di Lomonosov e l’altopiano Mendeleev, sotto cui si stima ci siano giganteschi giacimenti di idrocarburi.
Rivendicazioni che finora l’ONU ha respinto mancando dei riscontri geologici certi, come spiega un articolo del sito Sputnik.
La figura qui sotto riassume la situazione, ed è tratta dal mio corso “Investire nelle Energie Rinnovabili“, che presto troverete online.
La mappa dell’Artico è della Brookings Institution, think tank statunitense che sta analizzando le implicazioni dello scioglimento dei ghiacci perenni per gli Stati Uniti.
Rotte commerciali
Oltre a sfruttare gli immensi giacimenti di idrocarburi e materie prime industriali, lo scioglimento dei ghiacci permetterà di navigare la cosiddetta Northern Sea Route, come si vede da questa grafica tratta da The Economist.
L’apertura della Northern Sea Route, farà risparmiare migliaia di chilometri di navigazione e il 40% del tempo alle navi in transito dall’Asia Orientale all’Europa.
La distanza da Murmansk al Giappone attraverso la rotta artica è di circa 6.000 miglia, contro le 12.000 miglia della rotta attraverso il canale di Suez, riducendo la durata del viaggio da 37 a 18 giorni.
La Rotta Artica e la Russia
La Rotta Artica passa nella zona economica esclusiva della Russia, che si estende per 200 miglia nautiche dalle sue coste.
Attualmente la flotta russa Rosatomflot è il leader mondiale nell’uso di rompighiaccio nucleari per la navigazione nei mari congelati, grazie all’esperienza accumulata in decenni di navigazione per approvvigionare la regione industriale di Norilsk.
Quindi la Russia può giocare un ruolo di primo piano nell’area anche perché, a partire dagli anni Quaranta del secolo scorso, l’attività di trasporto sulle rotte del Mare del Nord è stata l’indicatore più sensibile dello stato di salute della sua economia.
Se i commerci nell’Artico decollano, ne giova anche l’economia russa, e quindi la sua Borsa! Ecco perché l’Artico è il nuovo Eldorado per la Russia.
L’Artico diventerà teatro di nuove guerre?
Se l’Artico è il nuovo Eldorado, rischia di diventare anche il nuovo terreno di scontro tra superpotenze. Le rotte artiche e le commodity sono fattori strategici che stanno alimentando tensioni sotterranee a livello geopolitico.
Tutti i Paesi che si affacciano sull’Artico rafforzano la loro presenza militare nell’area ma hanno bisogno di mezzi ed equipaggiamenti adatti a operare in quell’ambiente particolarmente ostile.
Al proposito è interessante leggere un dettagliato articolo del sito islandese The Saker, che riporta e analizza le vicende russe nell’Artico.
Il sito nel 2018 spiegava che mentre “la NATO sta invadendo sempre più i confini settentrionali della Russia e sta svolgendo attivamente esercitazioni nell’Artico occidentale, la Russia ha contrastato ciò con una serie di esercitazioni specifiche negli ultimi due anni, compresa una congiunta tra unità navali, fanti di marina, truppe aviotrasportate e unità aeree.”
Sempre secondo The Saker, “la Russia nel 2018 ha sulla carta anche sei basi militari, 18 porti e 13 basi aeree al di sopra del Circolo Polare Artico: quasi tutte risalgono all’epoca sovietica. Parte di questa catena difensiva include batterie di missili terra-aria a lungo raggio S-400“.
Per aggiornamenti sul potenziale bellico russo in Artico si può guardare Wikipedia alla voce “Northern Fleet Joint Strategic Command (Russia)”.
Parte del testo di questo articolo è tratto dal capitolo “Dallo scioglimento dell’Artico al turismo degli iceberg” del nostro nuovo libro Investire nei Megatrend del futuro.
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