Attenzione al follemente corretto: è il monito di Luca Ricolfi. Movimenti nati con le migliori intenzioni nel corso del tempo si sono trasformati in ideologie sempre più settarie che hanno cercato di imporre i propri canoni a tutti. Il corretto è diventato “politicamente corretto” ma si è poi trasformato in “follemente corretto”. E Follemente corretto è proprio il titolo dell’ultima fatica di Luca Ricolfi, sociologo e politologo, edita da La nave di Teseo.
Come già fatto in altri libri, Ricolfi analizza l’evoluzione di idee e comportamenti nell’arco degli ultimi decenni, arrivando a tratteggiare il mutamento che si verifica nella società. Un’operazione fatta in passato (e con ottimi risultati) con La mutazione: Come le idee di sinistra sono migrate a destra (ne avevamo parlato qui) e con La società signorile di massa (ne avevamo parlato qui).

Nato, negli anni ’70, con lo scopo di promuovere coesione sociale e rispetto dei soggetti più deboli. Il politicamente corretto si è trasformato in una progressiva caccia alle streghe verso chi no rispettava questa corrente di pensiero che nel corso del tempo è diventata sempre più elitaria, autoreferenziale e lontanissima dal sentire della “gente comune”. E anche sempre più settaria al proprio interno, come racconta Ricolfi: cambiare genere è possibile ma cambiare razza (argomento sollevato dalla docente di filosofia Rebecca Tuvel) non si può, e la Tuvel fu oggetto di una pioggia di contumelie per aver sollevato l’argomento e proposto un tema che tanto strano non era. “La lobby LGBT+ è e deve restare un club esclusivo che non ammette nuovi membri” spiega Ricolfi.
Ma questo è solo uno dei tanti esempi che riporta l’autore: la riscrittura dei libri (ad esempio quelli per bambini di Dahl perché giudicati non politicamente corretti) e dei fumetti (Tintin in Congo per esempio); il cambio di titolazione (10 piccoli indiani di Agatha Christie era in realtà intitolati “ten little niggers”); ritocchi a opere di musica classica (Rossini, Mozart, Debussy), il ribaltamento di ruoli in altre opere (la gitana della Carmen di Bizet passa da vittima ad assassina per non incorrere in un femminicidio).
E poi il grande attacco alla lingua e la nascita di quella che Ricolfi chiama la “neolingua”, con la guerra dei pronomi (lui, lei, esso?), il cambio dei termini (cieco diventato non vedente e poi ora il ritorno a cieco perché con il “non” si sottintendeva una mancanza). Insomma, nel complesso, una follia collettiva molto più in stato avanzato negli USA e che in Europa è per fortuna in ritardo. ma che sta diventando un problema per tutti, visto che anche un termine come “normale” appare sconveniente visto che presuppone che altri non lo siano…
Attenzione al follemente corretto, quindi. Ricolfi delinea la società moderna incastrata tra politicamente corretto e follemente corretto. E dire che l’autore, per sua ammissione, era partito con l’idea di fare un dizionario del “politicamente corretto” salvo poi ricredersi visto che “il loro numero cresceva a dismisura di mese in mese” in una “nebulosa caleidoscopica in espansione”.
Un libro assolutamente da leggere, sia come spunto divertente di conversazione (ma solo con gente altrettanto ironica) sia per toccare con mano quanto sia facile che possa sfuggire di mano una ideologia nata con le migliori intenzioni.
Per leggere un estratto del libro su kindle, clicca sul link qui sotto.