Oggi pubblichiamo l’analisi sul mercato obbligazionario di Paul Saint-Pasteur, gestore del Team Global Fixed Income di Payden & Rygel.

Paul Saint-Pasteur, gestore del Team Global Fixed Income di Payden & Rygel

Nel corso del 2024, il divario tra Stati Uniti ed Europa in termini di crescita si è ampliato in favore dei primi e, ad oggi, crediamo che la tendenza proseguirà anche il prossimo anno. Da un punto di vista top-down, le prospettive macro per l’Eurozona appaiono più confuse rispetto a quelle per gli States, con proiezioni economiche deboli per il 2025, crescita attesa inferiore al trend e un probabile ampliamento del gap con gli Usa. Negli ultimi tempi, poi, anche il contesto politico europeo ha dato segnali di forte instabilità, con il concreto pericolo di una paralisi politica in Francia e Germania. Un altro fattore di incertezza è rappresentato dall’eventuale svolta protezionistica delle politiche commerciali statunitensi e dalla minaccia dell’introduzione di nuovi dazi verso Europa e Cina, che rappresenterebbero un forte vento contrario per il Vecchio Continente e per la sua sfera di influenza.

Nonostante l’outlook nel complesso più debole, però, alcuni comparti del mercato obbligazionario in valuta europea continuano ad offrire ottime opportunità per gli investitori. Crediamo che le prospettive di crescita relativamente fragili potrebbero indurre la Banca Centrale Europea a tagliare i tassi in misura maggiore e più rapidamente rispetto a quanto attualmente prezzato dai mercati e, presumibilmente, rispetto a quanto farà la stessa Federal Reserve. Un calo maggiore dei rendimenti a scadenza obbligazionari aumenterebbe i rendimenti complessivi. Inoltre, condizioni finanziarie più accomodanti (e standard creditizi più flessibili) potrebbero rappresentare un forte volano per la crescita dell’Area Euro, data la sua dipendenza dai tassi a breve termine e dai prestiti bancari. Da non sottovalutare neanche la relativa solidità dei fondamentali delle aziende europee e il fatto che le più agevoli condizioni di accesso al credito dovrebbero contribuire ad arginare le potenziali tensioni finanziarie.

In conclusione, ad oggi i mercati del credito stanno già scontando la debolezza delle prospettive macroeconomiche e politiche per l’Europa, offrendo livelli di valutazione più interessanti in termini sia assoluti che relativi rispetto ai mercati denominati in dollari. Certo, la convenienza è probabilmente giustificata dal livello di rischio più elevato percepito in Europa e lo spread creditizio tra i comparti denominati in euro e quelli denominati in dollari potrebbe crescere ancora rispetto ai livelli di oggi, ma, in alcuni casi, riteniamo che l’attuale vantaggio in termini di spread possa offrire un carry incrementale e un buon cuscinetto contro un’ulteriore sottoperformance.