Per la recensione del libro della domenica oggi vi propongo… una favola! Ebbene sì, Natale si avvicina e siccome a Natale siamo tutti più buoni e diventiamo un poco bambini una favola ci sta proprio bene.
La favola che vi propongo è “C’era due volte il barone Lamberto” di Gianni Rodari.
Chi è l’Autore
A chi non conosce questo prolifico autore di favole, basti sapere che Gianni Rodari, nato a Omegna nel 1920 e morto a Roma nel 1980, è stato uno dei più importanti scrittori e pedagogisti italiani del Novecento. Dopo aver conseguito il diploma magistrale ha iniziato la sua carriera come insegnante, ma la sua vera vocazione si è manifestata negli anni Cinquanta del secolo scorso, quando Rodari dedicò sempre più tempo alla letteratura per bambini, scrivendo opere che avrebbero lasciato un segno indelebile nella cultura italiana e internazionale (e nella mia infanzia di Boomer), tanto che fu insignito del Premio Hans Christian Andersen.
Tra i suoi libri più celebri ci sono Le avventure di Cipollino, Gelsomino nel paese dei bugiardi, Filastrocche in cielo e in terra, e il “ricettario” per costruire fantastiche storie, ovvero la Grammatica della fantasia.
Rodari, che credeva nel potere della creatività infantile e nella necessità di stimolare l’immaginazione nei bambini a scopo educativo, è anche l’autore della celeberrima canzone Ci vuole un fiore, del 1974, cantata da Sergio Endrigo e di tutti i testi delle canzoni dell’omonimo LP che tutti noi bambini cantavamo nelle gite scolastiche.
Per conoscere meglio Gianni Rodari può essere utile guardare lo speciale che gli è stato recentemente dedicato da Rai Scuola e che trovate su RaiPlay a questo link.
La favola e la sua attinenza con il mondo dei mercati finanziari
Il libro di cui parliamo, non è solo un racconto affascinante per bambini di tutte le età, ma offre anche spunti preziosi che possono essere applicati nel mondo degli investimenti finanziari. Attraverso la storia del barone, Rodari ci invita a riflettere su temi universali come la ricchezza, l’avidità, la collaborazione e la resilienza, tutti elementi fondamentali per chi naviga nei mercati finanziari.
Il barone Lamberto è un uomo straordinariamente ricco, con 24 banche a suo nome. Tuttavia, la sua vita è segnata da una fragilità inaspettata: per rimanere in vita, deve dipendere da sei persone che ripetono incessantemente il suo nome. Questa situazione illustra un concetto cruciale: la ricchezza può diventare una prigione se non viene gestita con saggezza. Gli investitori dovrebbero imparare a gestire le proprie risorse con attenzione, evitando di farsi sopraffare dal desiderio di accumulare sempre più beni senza considerare le conseguenze delle loro scelte.
Il nipote Ottavio incarna l’avidità e il desiderio sfrenato di ereditare la fortuna dello zio. La sua trama per eliminare il barone mette in luce come l’avidità possa portare a decisioni sbagliate e a risultati disastrosi. Questo è un monito per gli investitori: è fondamentale evitare scelte impulsive dettate dalla brama di profitto immediato. La pazienza e la riflessione sono alleate preziose nel mondo degli investimenti.
Un altro aspetto significativo della storia è rappresentato dalla figura del maggiordomo Anselmo e dei sei impiegati che sostengono il barone. La loro collaborazione è essenziale per il mantenimento della vita di Lamberto, dimostrando che il lavoro di squadra è fondamentale per affrontare le sfide. In un contesto finanziario, le decisioni migliori spesso derivano da un approccio collettivo, dove diverse competenze e prospettive si uniscono per creare strategie più solide.
Poi entrano in scena i banditi che decidono di sequestrare il barone e chiedere un riscatto esorbitante ai direttori delle sue ventiquattro banche. Questo colpo di scena mette in evidenza le insidie del potere e della ricchezza. Il tentativo dei banditi di estorcere denaro dai direttori delle banche del barone è anche un monito sui rischi legati alla concentrazione delle risorse. Gli investitori dovrebbero diversificare i loro portafogli per ridurre il rischio complessivo. E inoltre, la rapina dei banditi è un esempio di come eventi imprevisti possano alterare drasticamente le strategie consolidate.
La trama prende una piega sorprendente quando il barone muore dopo che Ottavio, con un trucco, riesce ad addormentare i sei impiegati che ne ripetono il nome. Ma poi, durante il funerale, grazie alla ripetizione del suo nome da parte dei presenti, Lamberto torna in vita. Questo evento simboleggia a mio avviso la resilienza e la capacità di adattamento, qualità essenziali nel mondo degli investimenti.
Conclusione
“C’era due volte il barone Lamberto” non è solo una favola divertente a tutte le età; è una narrazione ricca di insegnamenti sulla gestione del rischio e sull’approccio agli investimenti. Attraverso la diversificazione delle risorse, la consapevolezza dei rischi esterni, la pianificazione strategica, il monitoraggio costante e la resilienza, gli investitori possono imparare a navigare con successo le incertezze dei mercati finanziari.
Ma in fin dei conti, la vera morale della favola che Rodari ci offre è questa: la vera ricchezza non risiede solo nei beni materiali, ma nelle relazioni umane e nella capacità di affrontare insieme le sfide della vita.
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