Novembre, mese dell’educazione finanziaria in Italia. Abbiamo raccolto due ricerche effettuate sull’argomento da Fondazione Anima e da N26 con YouGov. In breve, dai due studi emerge da un lato la bassa fiducia nella gestione delle finanze e dall’altro quanto lavoro ci sia ancora da fare, soprattutto in tema di utilità e concretezza. Eccoli qui sotto in dettaglio.

La ricerca di Fondazione Anima

Fondazione Anima ha presentato i risultati della ricerca “L’educazione finanziaria vista dagli italiani”. Lo studio, realizzato in collaborazione con Research Dogma, ha coinvolto un campione rappresentativo di oltre 1.000 persone tra 16 e 74 anni, allo scopo di fotografare la situazione della cultura finanziaria in Italia e individuare strategie per migliorarla.

Situazione solida, approccio prudente

Gli italiani denotano un’attitudine assai prudente alla gestione del denaro: il 94% degli intervistati desidera mantenere il controllo sulle proprie spese e ben il 72% è consapevole dell’importanza di mettere da parte i soldi per la pensione, mentre il 77% evita di ricorrere a finanziamenti o prestiti, anche se il 63% degli intervistati dichiara di avere una situazione finanziaria “poco” o “per nulla” problematica.

Chi influenza gli italiani in materia di denaro

Sebbene il 69% del campione si ritenga “molto” o “abbastanza” competente nella gestione del proprio denaro, appena il 27% dichiara di seguire abitualmente notizie di informazione finanziaria, forse anche a causa del linguaggio utilizzato, che per il 49% è “per niente o poco chiaro”.

Dalle interviste emerge anche che le donne seguono questa tematica meno degli uomini e i più giovani si informano meno degli over35. Per contro, si evidenzia una forte influenza delle relazioni personali: il 39% che si consulta principalmente con il coniuge o partner prima di compiere scelte economiche. Altri attori importanti sono i consulenti finanziari (33 %) e gli operatori bancari o postali (19%), mentre solo il 16% dichiara di prendere decisioni finanziarie in completa autonomia.

Iniziative di educazione finanziaria: format e contenuti più interessanti

Negli ultimi anni sono state lanciate molte iniziative per migliorare l’educazione finanziaria degli italiani: il 59% degli intervistati ricorda di aver sentito parlare di almeno una di esse e il 79% sarebbe disposto a valutare di parteciparvi.

In termini di format, il 36% sarebbe interessato a parlare con una persona che dedichi loro del tempo per aiutarli nella gestione dei soldi (sul modello dei CAF), mentre il 21% parteciperebbe a un incontro con un esperto di fronte a un gruppo ristretto di persone. In generale, si riscontra il maggior interesse per le iniziative basate su una logica di relazione face-to-face personalizzata.

A livello di contenuti, il campione apprezza maggiormente suggerimenti sulla gestione del budget familiare (38%) e di progetti come la gestione degli investimenti a lungo termine (29%) e la pianificazione pensionistica (28%). Un altro tema che emerge dalla ricerca è quello degli incentivi, ritenuti utili da ben il 72% degli intervistati, anche sotto forma di premi in denaro (27%). Banche e istituzioni finanziarie, infine, risultano centrali in tema di diffusione della cultura finanziaria, poiché secondo il 49% degli intervistati, proprio queste istituzioni dovrebbero assumere un ruolo di primo piano nella promozione di queste iniziative, accanto alle istituzioni nazionali e locali (indicate dal 38%).

Conclusioni

Nel complesso, dalla ricerca emerge come dal punto di vista della cultura finanziaria ci sia ancora parecchio lavoro da fare, soprattutto in tema di utilità e concretezza (trasformazione dell’educazione in azione). Una possibile soluzione sarebbe adottare un approccio definibile di “marketing educazionale”, partendo dai bisogni concreti delle persone per strutturare proposte utili e coinvolgenti.

“Gli italiani sono abituati a gestire le proprie finanze in maniera autonoma ma sono disponibili a prendere parte a iniziative di educazione finanziaria, a patto che siano comprensibili, dirette e mostrino soluzioni concrete – commenta Maria Patrizia Grieco, Presidente di Fondazione Anima e Presidente di Anima Holding  – La strada sarà lunga ma presenta numerose opportunità, sia per favorire l’inclusione dei segmenti di popolazione meno preparati, sia per potenziare le competenze di quelli già attivi, che rappresentano la spina dorsale socioeconomica del nostro Paese.”

La ricerca di N26 con YouGov

Le famiglie italiane sono le più inclini al risparmio in Europa, secondo un’indagine condotta dalla banca digitale N26 in collaborazione con YouGov, che ha coinvolto 6.300 persone tra Italia, Francia, Spagna, Austria e Germania.

Indagando le scelte nella ripartizione mensile del proprio budget, è emerso come l’84% degli intervistati in Italia destini la parte più significativa alle spese ordinarie (come affitto o mutuo, bollette e generi alimentari), per poi pensare immediatamente ai risparmi, categoria selezionata dal 63% dei rispondenti. Un dato superiore rispetto al 57% registrato dalla media europea dei paesi coinvolti nella ricerca e che sottolinea l’esigenza degli italiani di accantonare denaro, soprattutto in un clima di incertezza economica come quello attuale. Non a caso, un italiano su tre ha dichiarato un peggioramento della propria situazione finanziaria nel 2024 rispetto all’anno precedente.

Le spese discrezionali, legate al divertimento, viaggi e allo svago in generale sono la terza scelta nella ripartizione mensile del proprio budget degli italiani (61% dei rispondenti), differenziandosi così dai vicini austriaci e tedeschi, per i quali queste spese rappresentano la seconda scelta nella ripartizione del budget (per il 60% dei rispondenti in Austria e il 58% dei rispondenti in Germania).

Voglia di risparmio, ma le spese lo impediscono

Se è vero che, quando risparmiano, gli italiani intervistati riescono a destinarvi una quota più rilevante del proprio budget mensile, è anche vero che oltre un italiano su tre dichiara di non disporre delle risorse necessarie per poter risparmiare. Per questo motivo, l’Italia risulta essere il Paese con la percentuale più bassa di intervistati che effettivamente risparmiano. Una attitudine che si conferma anche analizzando il tema delle emergenze: solo 3 italiani su 10 dichiarano infatti di essere preparati finanziariamente ad affrontarle.

Bassa fiducia nella gestione delle finanze

Tuttavia, nonostante l’elevata propensione al risparmio, il livello di fiducia nella gestione delle finanze personali rimane basso. Solo il 47% degli italiani si dichiara sicuro delle proprie capacità di gestire le finanze e il 33% afferma di avere obiettivi chiari. Questo colloca l’Italia al livello più basso tra i Paesi coinvolti in termini di fiducia e consapevolezza finanziaria. Di conseguenza, circa la metà degli intervistati sperimenta ansia e stress quando si trova a gestire le proprie finanze.

Anche se la metà degli italiani si considera finanziariamente indipendente, meno di un terzo è soddisfatto della propria situazione economica, una percentuale decisamente inferiore rispetto alla media europea (40%) e a quella degli altri Paesi, eccetto la Francia. Inoltre, solo 3 italiani su 10 dispongono di risparmi adeguati per affrontare le spese impreviste, evidenziano una preparazione economica inferiore rispetto alla media europea.

E gli investimenti?

Solo 1 italiano su 6 afferma di essere aggiornato su metodi per incrementare il proprio patrimonio, un dato inferiore alla media europea (21%). La pianificazione finanziaria attiva non è, infatti, un’abitudine diffusa tra gli italiani: solo 1 su 8 stabilisce obiettivi finanziari concreti, e solo il 9% ha un piano dettagliato per raggiungerli, rispetto a una media del 15% negli altri Paesi europei.