In questo decennio stiamo passando dall’era dell’informazione a quella dell’automazione, e stavolta a vincere non saranno solo le megacap tech. Anzi: aziende in settori tradizionali ma all’avanguardia nell’applicare robotica e automazione – come John Deere – potrebbero essere alla lunga le principali beneficiarie, ponendo fine all’iper-concentrazione del mercato.

Lo sostiene Scott Helfstein, Head of Investment Strategy di Global X, nella sua ultima analisi di seguito.

Scott nota come nel boom di internet i benefici si siano concentrati in poche grandi aziende, che si sono rese essenziali sfruttando gli effetti di rete. Ma la nuova era dell’automazione dovrebbe portare vantaggi diffusi, andando a migliorare la profittabilità di settori più ampi, dalle infrastrutture alla sanità. Questo potrebbe portare le valutazioni di mercato ad aumentare nel tempo, anche in comparti tradizionalmente meno associati all’innovazione.

Scott Helfstein, Head of Investment Strategy di Global X

Il passaggio da un’era economica all’altra porta di solito un sano mix di eccitazione e opportunità, insieme a incertezze e rischi. Emergono nuovi settori, si affermano nuovi leader di mercato e si moltiplicano le incognite. Mentre l’Era dell’Informazione si trasforma nell’Era dell’Automazione, alcuni dogmi di mercato che oggi passano come buon senso potrebbero non essere più applicabili. Non tutto cambierà, ma l’innovazione nell’automazione potrebbe toccare ogni angolo dell’economia, portando nuove efficienze anche in settori che non sono stati i principali beneficiari dell’era dell’informazione.

I boom dell’innovazione nell’era moderna

Un boom dell’innovazione può essere definito come un periodo in cui la crescita della spesa per ricerca e sviluppo (R&S) negli Stati Uniti è superiore al trend per diversi anni. Dal 1960, si sono verificati tre periodi di questo tipo. Il primo ha coinciso con l’adozione industriale del computer mainframe negli anni ’60, il secondo con la diffusione del PC a metà degli anni ’80 e il terzo con l’uso commerciale di Internet alla fine degli anni ’90.

In ognuno di questi periodi, gli investimenti aziendali sono aumentati notevolmente, ma l’efficienza del capitale è diminuita. In altre parole, le aziende hanno impegnato il capitale per adottare nuove tecnologie, ma non ne hanno realizzato immediatamente i benefici. Questi ultimi sono arrivati nei decenni successivi, quando le aziende hanno iniziato a generare un reddito maggiore per ogni dollaro di investimento. Ogni boom dell’innovazione ha generato un miglioramento significativo e, nella maggior parte dei casi, duraturo dell’efficienza del capitale.

Gli entusiasti di Internet avevano previsto che con la rete sarebbe cambiato tutto, e col tempo è stato così, ma l’abbondanza di informazioni ha inizialmente rappresentato un problema a causa della difficoltà di trovare contenuti rilevanti. Le piattaforme per la ricerca, la creazione e la condivisione di contenuti – da Netscape a Facebook – sono diventate più importanti che mai. Anche altri settori hanno adottato internet, ma quello tecnologico e delle comunicazioni ha fornito l’accesso e gli strumenti essenziali. Ad eccezione della crisi delle dotcom, i margini di profitto di questo settore hanno superato il resto dell’economia a partire dal 1995.

A giocare a favore del tech c’era una forza importante: l’effetto network. In genere, la produzione di un maggior numero di beni, o l’aumento dell’offerta, fa scendere i prezzi. Il contrario si è verificato per le principali aziende del settore tecnologico e delle comunicazioni: più persone utilizzavano Internet, una piattaforma o un sito, più il servizio diventava prezioso. Inoltre, questi servizi potevano aggiungere altri clienti a costi incrementali molto bassi. Quindi, i prezzi erano rigidi mentre i costi per aggiungere un altro cliente o per fornire servizi aggiuntivi erano modesti, il che ha portato alle odierne mega-cap tecnologiche e all’attuale concentrazione del mercato.

Arriva l’era dell’automazione

In definitiva, l’inizio dell’era dell’automazione potrebbe essere individuato nel 2020. Il COVID ha costretto infatti le aziende a investire in tecnologie che aiutassero a operare in modo sicuro e più efficiente a fronte dell’incertezza della manodopera, dell’aumento dei prezzi e delle sfide della catena di fornitura. Nel frattempo, i costi e i vincoli legati all’implementazione di queste tecnologie sono diminuiti.

La nostra tesi è che i benefici dell’automazione saranno distribuiti in modo più ampio nell’economia. Le aziende che hanno faticato a migliorare i margini di profitto tra il 2014 e il 2019 sono ora invece le prime in questo senso. Ad esempio, i fornitori di beni come i beni di consumo durevoli e l’abbigliamento, nonché di prodotti per la cura della casa e della persona, stanno guadagnando efficacia automatizzando le attività fisiche attraverso la robotica e sperimentando piattaforme di IA che consentono agli utenti di provare i prodotti virtualmente. La leadership nell’espansione dei margini si è quasi ribaltata in soli quattro anni, indicando probabilmente una rapida adozione delle nuove tecnologie in luoghi inaspettati.

Prendiamo l’esempio di John Deere, una società sinonimo di “trattori”, essendo una delle aziende leader nel settore delle attrezzature per l’agricoltura e le costruzioni. Ma pochi sono consapevoli di quanto Deere sia probabilmente oggi leader anche nel settore dei veicoli autonomi. I suoi trattori a guida autonoma operano nei territori agricoli degli Stati Uniti, seminando, arando, campionando e raccogliendo 24 ore su 24, 7 giorni su 7. A supporto di questi sforzi c’è una flotta di droni che effettua scansioni delle colture per determinare se la resa è ottimale, e a collegare questi sistemi c’è una rete di satelliti proprietari. Deere è un’azienda di trattori o tech?

Il punto è che industrie e aziende che sembravano lontane dall’innovazione e dalla tecnologia stanno abbracciando una nuova realtà: adattarsi o morire. Quelle che saranno in grado di migliorare la redditività implementando con successo nuovi strumenti e processi dovrebbero veder crescere le valutazioni nei prossimi anni, poiché saranno in grado di generare liquidità in modo più efficiente.

Prevediamo che le aziende di hardware realizzeranno per prime i vantaggi dell’Era dell’Automazione, in quanto forniscono i sistemi su cui essa si basa. Il successo di aziende di semiconduttori come Nvidia e gli investimenti delle mega-cap nei data center per diventare gli hyperscaler della prossima era sono i primi esempi.

Dopo l’hardware, ci aspettiamo che i fornitori di software e servizi monetizzeranno l’automazione e l’IA, compresa l’IA come servizio, che offre enormi opportunità di crescita. Attualmente, la maggior parte dei sistemi di IA disponibili offre un’esperienza di conversazione caratterizzata dall’ampiezza piuttosto che dalla profondità dell’intelligenza, ma il campo è ancora aperto per servizi specializzati in settori che richiedono maggiore complessità e precisione. È probabile che emergano piattaforme che si concentrano sull’assistenza a diversi reparti aziendali, come vendite, finanza o risorse umane.

La terza categoria di monetizzazione è infine quella in cui rientra John Deere: operatori che sfruttano le nuove tecnologie per ridurre i costi e generare nuove fonti di reddito, diventando potenzialmente i maggiori beneficiari della rivoluzione dell’automazione.

In tempi moderni, settori come l’edilizia, le infrastrutture, l’agricoltura e i materiali non sono stati generalmente visti come focolai di innovazione. Ora la gamma di compiti che le macchine possono svolgere si sta ampliando, il che potrebbe portare a risultati più rapidi, sicuri ed economici, liberando al contempo i lavoratori per attività più complesse. Anche l’assistenza sanitaria beneficerà probabilmente di una maggiore automazione. Le tecnologie di automazione possono aumentare l’efficienza in ogni ambito, dalla gestione ospedaliera alla scoperta di farmaci, dai risultati chirurgici alle cure preventive. Infine, il settore della difesa è un potenziale grande utilizzatore delle nuove tecnologie di automazione: il conflitto in Ucraina – ad esempio – è stato soprannominato la prima guerra dei droni, e le aziende tecnologiche si sono affollate nella zona di guerra per testare le nuove capacità dell’intelligenza artificiale.

Le nuove ere economiche sono solitamente precedute da turbolenti boom dell’innovazione che richiedono investimenti significativi e rischiosi. Alla fine, questi investimenti si traducono in una maggiore efficienza del capitale e in nuovi modelli di business. L’era dell’informazione ha cambiato per sempre i rapporti personali e commerciali, ma i benefici si sono concentrati in poche aziende. Al contrario, l’automazione può determinare significativi miglioramenti della redditività in un’ampia gamma di settori. La recente espansione dei margini delle large cap, insomma, potrebbe essere solo l’inizio di un ciclo prolungato che porterà le valutazioni ad aumentare man mano che le aziende si trasformano grazie all’automazione.

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