Per la recensione della domenica oggi vi propongo un autore dibattuto e criticato in televisione, radio, sui social e sulle prime pagine dei giornali.
Parliamo del Generale Vannacci e del suo secondo libro dal titolo “Il coraggio vince: Vita e valori di un generale incursore“, autobiografia di un soldato eccezionale la cui vita è stata votata alla Patria fin dalla giovane età, pubblicata da Mondadori e revisionata da un editor con i fiocchi qual è Luca Masia, copywriter, autore di saggistica e di teatro e di televisione.
Il libro racconta la vita di Vannacci dall’infanzia al suo ruolo di Addetto militare all’ambasciata italiana a Mosca ed è talmente coinvolgente che l’ho letteralmente divorato in una notte. E’ un romanzo d’avventura, di guerra e di geopolitica, incalzante come un incrocio di Tom Clancy (Jack Ryan), Clive Cussler (Dirk Pitt) e Andy McNab (Bravo Two-Zero), che si svolge nell’arco della vita di un uomo nato in una famiglia di militari, che intraprende la carriera del nonno e del padre con l’obbiettivo di entrare nel mitico Nono Reggimento Col Moschin, l’equivalente dei Navy Seal americani e delle SAS inglesi. Gente che si butta da un aereo con paracadute e armamento, inforca gli sci e arrampica come uno stambecco, si immerge in acque profonde per affondare una nave, sa maneggiare armi ed esplosivi ed è pronta a dare la vita per il proprio Paese nei teatri di guerra di tutto il mondo.
Pagina dopo pagina l’autore ci fa percorrere 40 anni della sua vita, da quando bambino aveva il mito dei paracadutisti, all’accademia militare frequentata da ragazzino fino ai ruoli da incursore e poi da comandante in teatri di guerra dagli anni Ottanta a oggi. Un romanzo che ci spiega i retroscena di tanti avvenimenti in Somalia, Ruanda, Libano, Afghanistan, Serbia, Iraq, Libia dove il ruolo delle nostre forze armate come Peace Keeper è stato fondamentale e apprezzato da tutti, perché come spiega Vannacci “gli italiani non sono solo brava gente, ma anche seri professionisti, capaci di non prendersi mai troppo sul serio e amare la vita.“
A parte l’interesse per gli aspetti più militari, il libro è consigliatissimo sia per coloro che amano i romanzi d’azione sia per chi ama la geopolitica, sia per noi trader e investitori perché è anche una vera e propria miniera di “buone pratiche e regole” che Vannacci mette in pratica nella vita e sul lavoro e che possiamo traslare dall’ambito militare a quello finanziario in modo quasi immediato.
Se ci pensate, il trader privato ogni giorno combatte una sua personale battaglia sul mercato, affronta sfide difficili, rischia la rovina o la morte “finanziaria”, è soggetto a forte stress mentale e fisico, deve identificare scenari e obbiettivi, deve calcolare i target dell’operazione, deve coprirsi dai rischi, e prendere decisioni sul filo di lana dove spesso è da solo. E un mercato finanziario come quello attuale può diventare da un minuto all’altro un campo minato.
Il trader come un incursore, agisce da solo o in piccoli gruppi, spesso dietro le linee nemiche e ben lontano dalle truppe regolari, che nel settore finanziario possiamo identificare con la massa di investitori privati più sprovveduti (o meno addestrati), quelli che rischiano di diventare “carne da cannone” e di restare con il cerino acceso in mano allo scoppio di ogni bolla speculativa.
Pensare diversamente fa la differenza sul campo di battaglia come sui mercati finanziari. Guardare le cose dall’alto, fa la differenza. Darsi una routine quotidiana, delle regole di vita e di lavoro, imporsi di migliorare continuamente attraverso lo studio, l’esercizio e la pratica sul campo fa la differenza tra un soldato mediocre e uno eccellente come spiega l’Autore del libro, e nel nostro caso tra un trader mediocre che ne azzecca una ogni tanto e un buon trader che riesce a sopravvivere al mercato finanziario nel lungo periodo.
Vannacci ci spiega che “… ero consapevole che la forza del coraggio non nasce dalla follia ma da una meticolosa preparazione fisica e mentale, dal controllo delle situazioni nel tempo e nello spazio. E poi il rigore morale, la serenità nell’affrontare l’ignoto. Il punto è proprio la consapevolezza del coraggio, quella forza che ognuno di noi ha e spesso nemmeno sa di possedere.” Capito? Preparazione fisica e mentale! Controllo delle situazioni! Rigore morale! E serenità!
Quando parla della scuola militare e dell’addestramento degli incursori ci spiega che “…l’altra difficoltà con cui l’allievo deve fare i conti è l’incertezza. Controlla solo ciò che puoi, questa è l’altra regola d’oro.” Anche noi quando entriamo a mercato siamo in balìa dell’incertezza e non possiamo controllare gli eventi. Possiamo però limitare il rischio analizzando bene lo scenario e controllando l’operazione con stop loss e take profit e le strategie di entrata e uscita.
Poi ci spiega che “Io preferisco pensare alla resilienza come alla capacità dell’uomo di adattarsi agli stimoli esterni, imparando dagli errori, adattandosi e migliorando attraverso la pratica.” E noi trader e investitori cosa cerchiamo di fare ogni giorno sul mercato?
Spiega che gran parte della vita dell’incursore è dedicata all’addestramento (e non al combattimento sul campo di battaglia) perché “L’addestramento serve anche a tenere a bada i sentimenti, che sono pulsioni naturali. L’amore e l’odio sono onde di emozioni capaci di travolgere la mente e indurre in errore. Si può odiare il nemico, ma lo si deve sempre valutare con fredda lucidità, conoscendone i punti di forza e di debolezza.” Quindi, noi, da trader e da investitori privati dobbiamo ritagliarci tempo per studiare e addestrarci con il paper trading e con la revisione critica delle operazioni fatte in passato.
“Se smetti di fare una cosa perdi la capacità di farla. Questa regola vale un po’ in tutti i campi della vita.” Quindi, chiusa un’operazione di trading, studiamone il risultato senza troppo gioire o disperarci e poi pronti a pianificarne un’altra e un’altra ancora.
Altra regola d’oro sul campo di battaglia e sui mercati finanziari: “Dobbiamo pensare a tutto: alle crisi, ai malfunzionamenti, alle interruzioni di corrente. Dagli avvenimenti più minuti e imprevedibili fino alle bombe che ti possono esplodere sulla testa. Conosco la situazione, la definiamo da sempre con l’acronimo PACE: Primario, Alternato, Contingenza, Emergenza. Significa che ogni piano e ogni disposizione devono avere alle spalle almeno tre soluzioni di riserva“.
E infine, il decalogo che Vannacci condivide con i suoi colleghi. Lo lascio leggere a chi vorrà acquistare i libro ma qui vi riporto il punto nove, che mi ha colpito, perché è uno dei miei problemi irrisolti da trader privato: “Punto nove: Non lasciare che l’analisi si trasformi in paralisi.” Spesso facciamo delle bellissime analisi ma poi al momento di decidere se entrare a mercato ci paralizziamo. Manca la capacità di fare quel passetto in più, manca la forza di rischiare i propri soldi. E poi, immancabilmente, quando non si entra a mercato scopriamo dopo che l’operazione sarebbe stata di grande successo.
A questa regola ne aggiungo un’altra per concludere: “Quando puoi mangia, non sai se mangerai domani. Quando puoi dormi, non sai se dormirai domani. Quando puoi lavati, non sai se ti laverai domani.” Stesso ragionamento di prima. Se c’è il segnale di ingresso bisogna entrare a mercato e fare l’operazione perché non sappiamo quando si presenterà nuovamente l’occasione, o se si presenterà di nuovo.
Se vi sono piaciute queste anticipazioni vi esorto ad acquistare e a leggere il libro e ad applicare le regole di vita e di lavoro di Vannacci nel trading e nell’investing. il libro lo trovate su Amazon in formato cartaceo e in ebook a questo link, dove potete anche leggere la preview.